Lettera inedita di Carlo Levi Caro Esposito, eccoci alla fine del lungo lavoro, a cui forse non mi sarei accinto senza la tua affettuosa e paziente sollecitazione.

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©Archivio Fotografico Mario Carbone
©Archivio Fotografico Mario Carbone 

Cristo s’è rifermato e non solo a Eboli: la lettera inedita di Carlo Levi

Ma quel (mica piccolo) mondo antico non era scomparso con i braccianti emigrati al Nord? Macché, dice Carlo Levi: il passato che non passa fa più male. E stavolta non soltanto a Sud di CARLO LEVI

15 LUGLIO 2018 ALLE 00:01 3 MINUTI DI LETTURA

Caro Esposito,
eccoci alla fine del lungo lavoro, a cui forse non mi sarei accinto senza la tua affettuosa e paziente sollecitazione. Eccoci giunti io all’ultima pietra (alle stelle, che sono paesi, distanze infinite che solo l’invocazione magica può annullare per contradditorio amore, sul grande corpo notturno e bianco delle argille frananti di Lucania); tu all’ultima stampa, alla rifinitura attenta delle cartelle, al titolo: Cristo si è fermato a Eboli.