Benedizione degli animali a Sant’Antonio Abate di Ranverso. “Come qualche anno fa Diventa l’occasione per ritrovarsi con i contadini nati sul posto e fare comunità”
Don Franco Gonella per noi devoti è il vero protagonista della festa religiosa, come fa da molti anni a questa parte il giorno della festa dedicata a Sant’Antonio Abate Patrono di Ranverso prima celebra la santa Messa nella Chiesa Precettoriale gremita di gente benedice le persone, i prodotti della terra portati dai contadini, i pani di Sant’Antonio e i dolci locali della Proloco per poi distribuirli ai presenti. Poi esce fuori dalla Chiesa ed attraversando il Pronao passando a fianco del Masso Erratico sentinella di pietra si reca nella graziosa piazzetta dove lo aspettano i trattori allineati nel viale con tutte le persone e gli animali: ore 12,15 ecco che inizia il Rito della benedizione degli animali sono presenti Cani, gatti, conigli, canarini nella gabbietta, cavalli e, da quest’anno anche un fiero maialino finto in resina in misure naturali vestito a festa con fiocchi colorati, sulla schiena incollata la croce Tau , al collo un campanellino, il maiale e il vero simbolo degli Ospedalieri Antoniani quando con il suo grasso curavano il male degli ardenti posizionato dall’Antoniano Ersilio nel Pronao. Un appuntamento che a ogni edizione raduna un numero sempre maggiore di persone. «Proprio questo è l’intento continua Ersilio – incontrarsi, fare comunità anche in questo modo. Sempre più persone vivono con un animale da compagnia e questo è bello. Quando diciassette anni fa il Maestro Mons. Italo Ruffino ebbe l’idea di ripristinare questa antica tradizione che già si svolgeva a Ranverso poi negli anni si era persa sicuramente Don Italo si ispirò ad un episodio molto antico quando gli abitanti di Moncalieri nel 1.490 chiesero la grazie a Sant’Antonio Abate per essere salvati dalla peste, ottenendo la grazia e fecero dono del polittico a Ranverso per grazia ricevuta tutti gli anni durante la festa venivano in processione a Ranverso. Quando ho iniziato nel 1999 a frequentare Ranverso non era uso benedire gli animali. «Ma io venivo dall’esperienza del mio paese nativo Novoli dove in onore di Sant’Antonio del fuoco si costruisce la Fòcara il falò più grande al mondo dove come materia prima si usano solo Tralci di Vite, Scale e Schiena senza l’uso di mezzi meccanici, la Monumentale Fòcara è un manufatto tutti gli anni cambia spetto es…a Cono. ha un diametro di 22 mt. ed un’altezza di circa 28 mt. per tradizione non deve superare l’altezza del campanile del Santuario situato in Piazza Sant’Antonio Abate Patrono di Novoli, di un paese dove la tradizione era invece ancora molto viva a differenza della città – racconta Ersilio Nei paesi e nelle campagne, fino a qualche decennio fa, i contadini portavano gli animali che li aiutavano nei lavori dei campi, asini, maiali, mucche, buoi, ma anche capre e pecore». Dagli archivi del Mauriziano , che il Maestro Mons. Italo Ruffino si è preso la briga di spulciare, sono affiorati antichi documenti che dimostravano come la benedizione di Sant’Antonio a Ranverso fosse in uso per poi perdersi nei decenni. «Così Don Italo pensò di ripristinare questa antica tradizione- racconta Ersilio- Già dalla prima volta nel 2006 i devoti, i parrocchiani hanno risposto con entusiasmo. Dopo che la festa di Ranverso e stata inserità nelle comunità riconosciute dai Beni Culturali di Roma molte persone vengono anche da fuori città e portano, ovviamente, soprattutto animali domestici, da compagnia» del santo. «A Ranverso sin dall’origine nel 1.100 c’è una particolare devozione per Sant’Antonio Abate – spiega Ersilio Alla sinistra dell’Altare maggiore si può ammirare la statua in legno datata fine secolo 400. Al centro è posto il Polittico dove nella predella inferiore si vedono 7 raffigurazioni della vita del santo del deserto, considerato dall’agiografia della Chiesa il protettore anche degli animali – raffigurato nell’iconografia classica accanto a un maialino, un bastone a forma di croce Tau una fiamma del fuoco che arde, il libro delle sacre scritture e il campanello.«