
La scomunica menziona che già nel 1461 Giovanni aveva la commenda di Ranvers, che senza dubbio gli era stata ritirata a causa di questa sanzione, ma ne sarà nuovamente dotato ufficialmente il 22 aprile 1470 da papa Paolo II. Questo documento, purtroppo non tradotto, non indica la ragione di un tale obbrobrio, ma il proseguimento del percorso di Giovanni di Monchenu può spiegarlo a posteri. Così, il cronista ginevrino François Bonivard ne dà nel 1867 un ritratto poco lusinghiero: «era un grande mascalzone, di una condotta vergognosa, impudica tra tutte, dissoluta, piena di vizi» Quando era consigliere del vescovo di Ginevra e aveva per vari fatti di armi e malversazioni provocato l’ira di papa Sisto IV. Del suo passaggio presso il vescovo di Ginevra tra il 1468 e il 1476 si ricordano alcuni episodi armati a fianco di Carlo il Temerario. Poi, abbandonando l’alleanza con i Borgognoni, Jean de Montchenu si avvicinò al re di Francia che lo incaricava di preparare un trattato di pace con il duca di Bretagna, e Luigi XI, senza dubbio soddisfatto dei suoi servizi, lo fa nominare vescovo di Agen nel 1477 e poi di Viviers l’anno successivo. Papa Sisto IV, non avendo convalidato la nomina al vescovato di Agen, ottenne il vescovato di Viviers dove si perse in contese con gli ufficiali del re, gli abitanti di Châteauneuf del Rodano e di Bourg Saint Andéol e anche con i religiosi dell’abbazia di Cruas. Contemporaneamente intraprese gli ampliamenti del castello di Largentière, Ingrandimenti che saranno proseguiti dal suo successore Claude de Tournon e che portano sul recinto con due torri che sovrastano la porta principale e un corpo di edificio che collega le due torri al torrione. Si segnalò con numerosi processi che gli valsero la collera di tutte le istanze della regione al punto di essere senza dubbio oggetto di una nuova scomunica nel 1496. Jean de Montchenu, o Jean-Philibert de Montchenu, (1442-1506), commendatore di Sant’Antonio a Roma e poi a Ranvers protonotario apostolico, ambasciatore di Luigi XI, consigliere del vescovo di Ginevra, monaco guerriero, monaco poeta se non libertino, incaricato dal papa, vescovo di Agen poi di Viviers, costruttore del castello di Largentière prima di trascorrere otto anni di prigionia come ostaggio dei pirati barbareschi… il suo curriculum vitae fa sognare e meriterebbe un libro a parte! Stemma di Jean de Montchenu, protonotario. Beneficiando della protezione del prozio, studiò a Roma e ottenne nel 1459 il Priorato Antonino di Roma, divenendo poi Commendatore di Sant’Antonio di Ranverso. Il 14 giugno 1460 fu nominato protonotario apostolico del papa. Scomunicato due volte, nel 1461 e nel 1496, conservò tuttavia la fiducia dei papi successivi (Pio II nel 1458, Paolo II nel 1464 e Sisto IV nel 1471), e Aymar Falco, lo storico degli Antonini, lo lodò sullo stesso piano. come suo prozio che fondò la Cappella della Trinità. Ma appunto, è lecito nutrire qualche dubbio, Falco come molti storici (tra gli altri, Auguste Roche nel suo stemma dei vescovi di Viviers nel 1894, don Germain Maillet-Guy nel suo articolo del 1905 nel bollettino storico della Drôme o ancora Jean Porcher che lo cita nel 1991 nella biografia associata allo studio del chansonnier cordiforme) hanno talvolta confuso i due Jean. Gli archivi custoditi dalla famiglia hanno il merito di fornire testimonianze indiscutibili che vanno confrontate con diverse fonti storiche. Innanzitutto il primo documento non è l’atto più glorioso ma è cronologicamente il più antico: la scomunica pronunciata il 19 dicembre 1461 dall’ufficiale di Vienna che sembra comunque dimostrare che Jean de Montchenu, a quel tempo, faceva non avere le qualità richieste per un religioso! “Penultimo gennaio 1496. Sentenza di scomunica e sospensione pronunciata da Pierre de Sinemuro, dottore dei diritti, canonico custode della chiesa di Lione, giudice commissario ed esecutore apostolico, contro il venerabile fratello Jean de Montchenu, vescovo di Vivarais e cellario del monastero di Sant’Antonio, ingiunzione a tutti gli abati, priori, sacrestani, canonici, arcipreti, parroci e altri rettori di chiese di pubblicare la suddetta scomunica al suono di campane, candele accese…” Variano poi alquanto gli avvenimenti riportati dagli storici, e le date citati non sembrano corrispondere alla realtà. Così, secondo una versione controversa, recatosi a Napoli per mare nel 1497, fu fatto prigioniero dai Re Barbareschi e consegnato nel 1505 dai monaci dell’Ordine della Misericordia – (L’Ordine dei Mercedari, detto anche Ordine di Nostra Signora della Misericordia, è un ordine religioso fondato durante le Crociate per riscattare i cristiani prigionieri dai pirati moreschi e ridotti in schiavitù). Un documento del 1495 firmato da Carlo VIII, figlio di Luigi XI, viene però ad accreditare questo episodio che si sarebbe dunque verificato prima di questa data, e non dopo il 1497. Nessuna certezza per mancanza di esplicita precisione, ma il fatto che si potrebbe credere alla morte Jean de Montchenu sembra confermarlo: “Carlo, per grazia di Dio Re di Francia, Sicilia e Gerusalemme, al siniscalco di Beaucaire, balia di Vivarais ea tutti gli altri nostri giudici, ufficiali o loro luogotenenti, salute; … perché ci era stato detto contro il vero che il nostro amato e fedele consigliere Jean de Montchenu, vescovo di Viviers, era passato dalla vita alla morte, aveva concesso alle nostre lettere il brevetto per mettere il temporale del suo detto vescovado e i frutti che da esso dipendono nelle nostre mani…. …da cui e poiché siamo stati informati al vero che non era morto ma in piena vita, e che sotto il colore del detto falso dato a intendere non vorremmo che fosse rimasto impedito (dal percepire i frutti della sua vescovado),… anche in favore dei buoni e piacevoli servizi che ci ha reso,… con la presente ordiniamo e ci impegniamo… a sollevare e rimuovere la nostra presa a suo vantaggio… e fargli godere e usare pienamente così che fece prima del detto sequestro… ….dato a Torino il giorno ventiduesimo di agosto dell’anno millequattrocentonovantacinque, dei nostri regni di Francia dodicesimo e di Sicilia primo. Da dal Re alla relazione del suo Consiglio, Damont. Tra il 1478, data della nomina di Jean de Montchenu al vescovado di Viviers, e il 1495, passano quasi 20 anni durante i quali è abbastanza plausibile collocare questo episodio nelle mani dei Barbareschi. Il fatto che fosse creduto morto corrobora perfettamente questa lunga scomparsa. Più sorprendente è la data della seconda scomunica: gennaio 1496.! Cosa avrebbe potuto fare tra l’agosto 1495 e il gennaio 1496 per portare a una scomunica unita alla pena della “sospensione”? Anche il documento non è tradotto, ma la pena sospensiva che comporta il divieto per l’interessato di esercitare il proprio ufficio si spiega con il cumulo delle funzioni di vescovo e comandante del Sai
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