CORONAVIRUS & STORIA
Il “fuoco di Sant’Antonio” e l’ospedaletto di Ranverso
La malattia era causata dalla farina di segale mal conservata. Sant’Antonio e il maialino: si usava il lardo per lenire le piaghe
27 Aprile 2020 – 23:37
La facciata dell’ospedaletto e la chiesa della precettoria a S.Antonio di Ranverso (Buttigliera)
a cura di BRUNA BERTOLO
La storia dell’umanità è costellata di epidemie, spesso di tale portata da aver decimato intere popolazioni e nazioni, modificando anche il corso delle guerre e delle conquiste. Epidemie devastanti dovute in gran parte agli addensamenti di popolazioni in cui gli agenti infettivi trovavano rapida e facile diffusione. Le guerre stesse e poi gli spostamenti delle popolazioni contribuirono spesso ad accrescere le malattie virali eruttive, fra le civilizzazioni contigue dell’Eurasia. Il concetto stesso di “malattia” era dominato da misteri e superstizioni, come ben ha evidenziato l’antropologo Massimo Centini nell’articolo pubblicato lo scorso venerdì su “Luna Nuova” con specifico riferimento alla peste. Ma, spesso, bastavano malattie che oggi non costituiscono più pericolo di mortalità per la società contemporanea a decimare le popolazioni. I medici erano pochi, impossibilitati a raggiungere il mondo contadino con le loro cure, comunque scadenti, basate spesso sulla stregoneria. Nel mondo contadino c’era una specie di selezione naturale e una lotta per la vita, che passava attraverso la qualità e la quantità del cibo…
