Formella a stampo

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La decorazione in cotto in esame richiama le formelle (per le quali si propone il riferimento orizzontale 0300185274) che decorano la cornice esterna, che corre sottogronda, e lo spazio tra i capitelli d’imposta delle volte del presbiterio. Tale decorazione, opera della medesima bottega, crea un legame tra esterno e interno ed è caratterizzata dalle linee sinuose e dai motivi vegetali cari al gusto tardogotico. La disposizione in verticale, entro una sottile cornice rilevata, delle tre formelle sul lato destro è forse da ricondurre ad una mostra che profilava un’apertura della parete della chiesa che dava sul convento. Rappresenta una delle poche testimonianze della fabbrica della chiesa quattrocentesca che è pesantemente rimaneggiata nel secolo XVIII, per i lavori di riorientamento che si concludono nel 1757 con la consacrazione del nuovo altare maggiore. L’edificazione della chiesa è da collocare tra il 1444, quando i nobili Gambara donano ai minori osservanti l’appezzamento di terreno per costruirvi il loro convento, e il 1497, data della consacrazione dell’altare maggiore della chiesa (come attesta l’iscrizione della lapide inserita nell’attuale altare settecentesco)

Descrizione: Il rilievo della formella comprende una forma a vaso con base poligonale a diverse facce, decorate da rosette, e sottostanti piedini sferici. Segue una strozzatura che separa una superficie decorata a foglie lanceolate da un’ornamentazione superiore a lunghe baccellature. Al corpo cilindrico soprastante con modanatura, serie centrale di rosette, modanatura superiore a foglie lanceolate, segue a sua volta un’altra base che doveva confluire in un’ ulteriore strozzatura. La presente decorazione doveva costituire la base di una candelabra il cui rilevo proseguiva nei conci disposti superiormente in successione verticale

Notizie storico-critiche: Il frammento, proveniente dalla Chiesa di San Francesco in Mantova è senz’altro riconducibile al complesso in rilievo di una candelabra che doveva costituire il decoro ornamentale di un portale o di altro elemento architettonico. La forma della decorazione è del tutto analoga a quella di due altri frammenti depositati a Palazzo Ducale. E’ da ricordare che a Mantova la cultura mantegnesca contribuì sensibilmente alla diffusione di questo modulo ornamentale che divenne uno dei più tipici ed utilizzati del linguaggio decorativo rinascimentale. Il motivo della base quadrangolare con i piedini sferici si ritrova in vari complessi decorativi di importanti edifici mantovani del secondo Quattrocento: si considerino ad esempio le transenne della Chiesa di San Sebastiano o il cornicione in cotto del palazzo al n. 22 di Via Mazzini. Sempre lo stesso motivo si ritrova anche alla base di una candelabra che decora uno degli splendidi plinti marmorei di una collezione conservata in Palazzo Ducale. Presente nell’Inventario Generale come “frammento di terracotta con scolpita la base di un vaso-fregio ornamentale di edificio gotico del sec. XIV”, il pezzo pare invece più tardo, ascrivibile dunque alla seconda metà del secolo XV o all’inizio del XVI.
Entrato a far parte delle collezioni del Museo Civico dopo il 1867, il frammento venne collocato nella sala E, dove venne registrato con il numero 82.
La frammentarietà del pezzo portò ad un fraintendimento nel riconoscimento del soggetto del rilievo, che venne quindi descritto come “Frammento in terracotta con impresso uno dei Sacri Vasi, dimezzato”.
Otre ad un pezzo analogo – inv. 11893 – anch’esso proveniente dal Museo Civico, si sengala la presenza in Palazzo Ducale di due rilievi in tutto affini al presente (invv. 11892 e 11895), che non sembrano tuttavia essere di proprietà comunale.
Nel 1915 il rilievo, con il resto delle collezioni Civiche, passò al Palazzo Ducale.
Consegnato in deposito dal Comune di Mantova al Museo di Palazzo Ducale il 17 marzo 1915.