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La Schatzkammer di Massimiliano I d’Austria
Joëlle RochasMassimiliano I, rispondendo al soprannome romantico di “ultimo cavaliere”, fondò nel 1517 una Schatzkammer degna del suo brio.
Questo articolo appare nel catalogo della mostra “De soie et d’ailleurs”
presentato al Museo di Saint-Antoine l’Abbaye dal 9 luglio all’8 ottobre 2017.
Massimiliano Ipronto soccorso, Arciduca d’Austria e Sacro Romano Imperatore
Massimiliano d’Asburgo nacque a sud di Vienna, a Wiener Neustadt nel 1459, in cui in seguito fondò la sua Schatzkammer. Regnò su tutti i territori ereditati dalla Casa d’Asburgo: Austria, Tirolo e la Contea di Gorice (ora Bosnia-Erzegovina). Il suo matrimonio nel 1477 con Maria di Borgogna, unica erede di Carlo il Temerario, aggiunse alla sua corona gran parte degli stati borgognoni – i Paesi Bassi borgognoni, contea di Borgogna – ma lo portò anche in conflitto con la Francia, che mantenne l’eredità degli audaci il Ducato di Borgogna e Piccardia. Eletto imperatore nel 1493, Massimiliano regnò fino al 1519 su uno spazio imperiale delimitato dalla fine del Xe secolo e che confina con la Schelda, la Mosa, la Saona e il Rodano a ovest, il Mare del Nord e il Baltico a nord, l’Oder, i Carpazi e le Alpi a est, il Mediterraneo e l’Adriatico a sud, e comprende tutto il Nord Italia. La dinastia di Massimiliano si irradierà sull’Europa fino al 1919.
Suo figlio Filippo sposò Giovanna di Castiglia, estendendo così il dominio asburgico sulla Spagna. Suo nipote Carlo V, futuro rivale di Francesco Ipronto soccorso e nato da un matrimonio tra l’erede dell’Austria Filippo il Bello e la figlia dei Re Cattolici di Spagna, sarà a capo di un enorme impero. Sua figlia Margherita, inizialmente fidanzata con il futuro re di Francia Carlo VIII, vedrà annullato il suo matrimonio – il secondo pomo della discordia tra Massimiliano e la Francia – per poi sposare successivamente l’erede alla corona di Spagna e, di nuovo vedovo a vent’anni, Filippo di Savoia. Come possiamo vedere, la politica matrimoniale di Massimiliano è vantaggiosa per l’Austria e susciterà queste parole di Corvino, re d’Ungheria:
Gli altri vanno in guerra dove tu, Austria felice, fai un matrimonio. Venere ti dà i regni che altri strappano da Marte[1].
Vedovo a sua volta, Massimiliano sposò la duchessa Anna di Bretagna nel 1490, ma il re di Francia Carlo VIII, temendo di essere catturato in una tenaglia ad est e ad ovest dagli Asburgo invase la Bretagna e fece annullare il matrimonio. Massimiliano non cesserà quindi di manifestarsi sulle terre del Re di Francia, distribuendo ad alcune donazioni, manifestando ad altri i suoi favori, lasciando così che la sua mano aleggi sul Regno di Francia.
Massimiliano d’Austria e l’aquila bicipite dello stemma dell’Ordine di Sant’Antonio nel Delfinato
Massimiliano diede nel 1502 all’Ordine Ospedaliero di Sant’Antonio, il cui capo dell’ordine abbaziale si trova in Francia, nei viennesi vicino a Lione, il diritto di aggiungere al Tau del suo stemma l’aquila bicipite del vessillo del Sacro Romano Impero[2]. L’Ordine Ospedaliero di Sant’Antonio le cui case e precettori si irradiano in Europa dall’Abbazia di Sant’Antonio a Viennois è un ordine particolarmente presente nei paesi germanici: Issenheim in Alsazia, Memmingen in Baviera, Innsbruck in Tirolo. Fu dalla sua città di Innsbruck che Massimiliano concesse questo diritto all’Ordine il 3 gennaio 1502:
Vogliamo onorare l’ordine di Sant’Antonio nella sua interezza con gli emblemi e lo stemma della nobiltà, affinché, tra tutti gli altri ordini istituiti dal Sacro Romano Impero e non solo, possa essere riconosciuto dalla memoria di questo marchio d’onore… e che tutti capiscono che questa distinzione gli è stata assegnata da noi stessi. Vogliamo quindi, e per decreto imperiale, nella pienezza del nostro potere, governare e provvedere affinché, d’ora in poi, questo ordine possa portare ed esporre, senza contraddizione e impedimento di nessuno, i seguenti emblemi e stemmi:
Uno scudo d’oro con un’aquila nera, con le ali sbucciate, recante sul collo una corona d’oro a forma di collana, da cui pende uno scudo anch’lui d’oro, posto sul petto dell’aquila caricato con la lettera T di azzurro. [3]
Antifonario di Saint-Antoine-l’Abbaye (Isère),
XVII secolo Fonte: collezione iconografica del Museo di Saint-Antoine-l’Abbaye e con l’autorizzazione del Sindaco di Saint-Antoine-l’abbaye che ringraziamo.
La concessione dell’imperatore era giustificata dalla sua gratitudine all’Ordine per le cure fornite dagli Ospitalieri di Sant’Antonio ai malati affetti dal “Fuoco di Sant’Antonio”, detto anche “Mal des Ardents”, un flagello endemico dovuto alla segale cornuta. Ma possiamo anche vedere nell’aquila bicipite degli Asburgo sullo stemma dell’Ordine il marchio dell’imperatore sulle terre del Re di Francia…
Altare maggiore di Saint-Antoine-l’Abbaye (Isère), seconda
metà del XVII secolo Fonte: collezione iconografica del Museo di Saint-Antoine-l’Abbaye e con l’autorizzazione del Sindaco di Saint-Antoine-l’abbaye che ringraziamo.
Questa aquila è ancora visibile presso l’abbazia di Saint-Antoine nel Delfinato sull’altare maggiore e sul frontespolo del Noviziato, la sopravvivenza finale in Francia di Massimiliano d’Asburgo la cui famiglia regnò sull’Austria fino al 1919 e la cui aquila bicipite rimarrà l’emblema dell’Austria fino al 1938.
Massimiliano, l’ultimo cavaliere
Massimiliano ha una personalità romantica che gli è valsa il soprannome di “l’ultimo cavaliere”. Il suo temperamento è allo stesso tempo prodigo, mistico e cavalleresco. Ama St. George e i tornei. Incarna l’ideale del cavaliere, come inteso dalla tradizione cavalleresca borgognona. Ma Massimiliano è anche un uomo del Rinascimento. Viene chiamato “il primo artigliere” perché è il primo ad utilizzare tecniche moderne nell’arte della guerra come l’artiglieria e ad applicarle anche alla fanteria. A metà strada tra il Medioevo e il Rinascimento, ha una concezione moderna e pionieristica dell’arte di amministrare i suoi territori. Si preparò per tutta la vita a diventare imperatore.
Massimiliano fu anche studioso e mecenate: fu il protettore del pittore Albrecht Dürer (1471-1528) e di umanisti come Ulrich von Hutten (1488-1523). Egli stesso è autore di poesie e coautore di libri[4]. Nel suo lavoro, si mette in scena e racconta le fasi principali della sua vita di imperatore. Aumentò notevolmente le collezioni contenute nella biblioteca di suo padre, l’imperatore Federico III: il numero di opere contenute in questa biblioteca iniziale è stimato in 150 e il numero di manoscritti e stampe di cui lo ha aumentato. Dal suo matrimonio con Maria di Borgogna ereditò anche una ricca biblioteca le cui opere di autori classici lo avrebbero fortemente influenzato[5].
Ama l’arte e la letteratura[6]. Era interessato alla scienza (in seguito storia naturale, ma anche alle scienze occulte), alla scoperta del Nuovo Mondo e, per ovvie ragioni di strategia, alle mappe. La maggior parte della sua biblioteca era a Innsbruck, l’altra parte era a Wiener Neustadt.
Il suo biografo in Austria, il professor Hermann Wiesflecker, diede dettagli sugli interessi di Massimiliano: all’imperatore piacevano i riferimenti all’antichità, le pietre preziose, le monete, le scoperte scientifiche, i geroglifici[7].
L’imperatore capì che poteva usare le arti per scopi politici e la Porta Trionfale e le tavole ad acquerello che aveva disegnato nei laboratori di Dürer per la sua Processione Trionfale servirono come propaganda. Sullo schizzo di una porta che non sarà mai completamente scolpita, lo vediamo, come Cesare, sfilare su un carro[8].
La Schatzkammer o Camera del Tesoro di Massimiliano Ipronto soccorso
Tra le primissime camere d’arte in Europa ci sono quelle del re di Francia Carlo V (1337-1380) e del duca di Berry (1340-1416), quelle dei Medici in Italia dal 1389 al 1570 e Isabella d’Este (1474-1539), quelle dei principi tedeschi a nord delle Alpi o dei primi Asburgo – Rodolfo IV il Fondatore (1339-1365) che fondò anche l’Università di Vienna in Austria, o imperatore Federico III (1452-1486), padre di Massimiliano. Datata intorno al 1517-1518, la Camera del Tesoro di Massimiliano li segue[9].
Si trovava a Wiener Neuestadt a sud di Vienna, dove nacque Massimiliano. Fu anche chiamato Schatzgewölbe dell’imperatore, che significa “la volta del tesoro”, in tedesco Gewölbe che significa “volta”. Aveva quindi la stessa forma dell’originale camera delle meraviglie dei principi di Dresda in Sassonia.
Una xilografia ad acquerello di Albrecht Altdorfer, datata 1517-1518 e che illustra le diverse scene della vita dell’imperatore, mostra questa volta dove Massimiliano espose i suoi tesori. Riconosciamo statue, esemplari di oreficeria, vasi, piatti, oggetti religiosi, un rivestimento d’altare, libri e scrigni preziosi aperti su un contenuto che non vediamo ma che indoviniamo: monete e pietre preziose[10].
L’imperatore morì nel 1519. Non è sepolto a Innsbruck, dove fece costruire il suo mausoleo, ma nella sua città natale di Wiener Neustadt a sud di Vienna. Riposa nella cappella di San Giorgio del suo eremo.
NOTE
[1] Bella gerant alii, tu felix Austria, nube
Nam quae Mars aliis dat tibi regna Venus.
Testo originale citato in: M. PERONNET, Il XVIe secolo: 1493-1620, Parigi, Hachette Supérieur, 2013 (Storia).
[2] Chiamata “Abbazia di Saint-Antoine en Viennois” nel Medioevo, l’abbazia prenderà il nome di “Abbazia di Saint-Antoine en Dauphiné” nel corso della storia.
[3] “Massimiliano […] totum sancti Antonii ordinem nobilitatis insignibus et armis decorare voluimus, quibus inter caeteros christianae religionis ordines per sacrum Romanum imperium et ubique locorum constitutos jugis memoria passim dignosceretur … et quilibet intelligeret a nobis fuisse ea praerogativa decoratum. Volumus igitur et hoc imperiali nostro decreto, de caesarea nostrae potestatis plenitudine, praesentium tenore statuimus et decernimus ut posthac ordo ipse infrascripta insignia et arma, videlicet. […]. Texte original, in A. MISCHLEWSKI, Un ordre hospitalier au Moyen-Age : les chanoines regular de Saint-Antoine-en-Viennois, PUG, 1995, p. 175-176 (La Pierre et l’Ecrit).
[4] Tra le sue opere, possiamo menzionare i seguenti titoli: Freydal, Theuerdank o Weisskunig. In H. NOFLATSCHER, Massimiliano 1. (1486/93-1519), Osfildern, J. Thorbecke, 2003, pp. 351-360.
[5] Österreichische Nationalbibliothek [Biblioteca nazionale austriaca], avviso “1500 – Kaiser Maximilian I.”.
[6] M. MUTSCHLECHNER, “Maximilian 1., der letzte Ritter”, in Die Welt der Habsburger, sito austriaco dedicato alla Casa d’Asburgo, (http://www.habsburger.netonline, pagine consultate il 31 agosto 2015).
[7] H. WIESFLECKER, “Maximilian, der Kunstfreund und Künstler, Hofkultur und Kulturpolitik”, in Maximilian 1., Vienna [Austria], Colonia, Weimar, Böhlau, 1986, 5° capitolo.
[8] Lo schizzo è del pittore tedesco Albrecht Altdorfer (1488-1538). In D.-R. MOSER, «Die Ehrenpforte für Kaiser Maximilian I.», Triumphbögen und Ehrenpforten : eine Skizze, in FS J.A. Schmoll genannt Eisenwerth (2005).
[9] “Die frühesten Kunstkammern”, online sul sito austriaco Kunstkammer.at (pagina consultata il 31 agosto 2015).
[10] G. BESSLER, “Vormoderne städtische Sammlungen: Erinnerung und Identifikation”, in Stadt in der Geschichte, Osfildern, J. Thorbecke, p. 308 (online, pagina consultata il 28 agosto 2015).
Fatte nella stessa epoca e
dallo stesso artista sono pure
le figure di santi e le scene
della vita di S. Biagio esistenti
· ulle pareti e sulla volta della
cappella in testa alla navata sud.
Contro il fianco a mezzogiorno della chiesa è rimasto
conservato, e fu restaurato ultimamente dalla Soprintendenza
dei Monumenti, uno dei lati del
chiostro costrutto da Giovanni
Montchenu, come lo dimostra
lo stemma nella chiave di volta
della scala di comunicazione al piano superiore del chiostro
stesso, stemma che si vede riprodotto in tutte le costruzioni
fatte da quell’insigne abate e che è di rosso alla banda scanalata d’argento, caricata in capo di un’aquila (l’azzurro (questa
posta in banda), ed accompagnata da due tau d’azzurro.
Questo stemma figura pure nell’affresco di autore ignoto
dipinto su una parete dell’orato~io riservato di quell’insigne
abate, dove egli è ritrattato inginocchiato ed in adorazione
del Cristo in croce fra la Madonna, San Michele, San Giovanni e San Sebastiano.
Lo stesso Montchenu fece eseguire la graziosa facciata della
porta d’ingresso al recinto che sta dinnanzi all’ospedaletto
per la cura degli ammalati del fuoco sacro e che è situato a
breve distanza dal monastero e dalla chiesa.