La questua

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ANTROPOLOGIA DELLA FESTAcap. 1 LA FESTA IMPERVERSA, LA FESTA PERVERSALA CAPSULA DEL TEMPO: A boston, pochi anni fa, è stata ritrovata una capsula del tempo risalente al 1975; questa capsula era nascosta all’interno di un blocco di pietra di uno dei più antichi edifici pubblici della città. conteneva alcune pagine di giornali e una collezione di 23 monete, una medaglia e una piastra d’argento. Una capsula del tempo è un contenitore che conserva oggetti e informazioni destinate ad essere ritrovati in un’epoca futura: è un modo per preservare il tempo, imprigionare il presente a favore delle generazioni future. La quotidianità diventa quindi memoria storica; molte capsule temporali vengono preparate da singole persone ma tante altre sono deposte durante cerimonie di inaugurazione di edifici o in occasione di eventi importanti per la comunità. Il contenuto delle capsule, che può riguardare oggetti personali, della quotidianità, dell’epoca.. è di difficile salvaguardia.supponiamo, per esempio, che un nostro antenato di 100 anni fa abbia inserito in una capsula temporale una festa. Se apriamo la capsula oggi. questa festa non è più attiva ma possiamo riconoscere degli elementi presenti in altri eventi contemporanei; possiamo anche notare che è rimasto solo il nome della festa ma non l’apparato cerimoniale; la festa viene tuttora celebrata come ‘tradizionale’. La festa possiede una forza conservatrice e rigenerativa: muta di volta in volta anche quando viene celebrata esattamente come era in origine. La festa coniuga tradizione e innovazione, mescola in maniera creativa passato e presente, inserendo nuovi valori su vecchi modelli attribuendo nuovi significati a simboli del passato.In questo modo, però, la festa non può più essere considerata tradizionale, poiché essa si riplasma in una rinnovata dimensione. Tutte le feste si alimentano di tradizione e quelle prive di tradizione si adoperano per trovarla… o la inventano se necessario.distinzione tra feste del passato(tradizionali) e feste attuali(nuove): le feste nuove sono quelle feste che apparentemente risultano prive di radici storiche e religiose, animano la città e sono per lo più considerate commerciali, consumistiche, create per soddisfare le richieste dei consumatori. Nelle feste nuove vediamo coinvolti: socialità, identità, innovazione e tradizione. Nella società di oggi, le feste sono diventate strumento di marketing territoriale in grado di richiamare numerosi visitatori. La festa sia essa tradizionale o nuova si configura come un luogo di aggregazione e incontro caratterizzato da una forte vivacità sociale. Le feste contemporanee sono soprattutto quelle che si organizzano per promuovere il territorio, feste legate ai temi sociali, riqualificazione urbana.GLI STUDI ITALIANI: Il fenomeno della riproposta e reinvenzione della festa ha indotto gli antropologi a considerare la festa come momento di costruzione delle identità locali. Vecchi elementi sono rielaborati mentre nuovi elementi vengono introdotti. Esistono anche le feste ‘profane’ non legate alla religione, per esempio le feste sportive o politiche, le ricorrenze storiche ecc…La festa è un evento centrale dal punto di vista del contatto e dialogo tra le culture, è un importante momento di incontro. Ernesto De Martino riteneva che il rituale fosse una procedura attraverso cui si conservava l’identità dal rischio di d’integrazione. Tra i numerosi studi italiani sulla festa si segnalano:BRAVO -> Si rifiutava di concepire il folklore come un universo chiuso e immobile, contadino e tradizionale in cui non rientrano innovazioni né mutamenti. La festa può essere analizzata da una molteplicità di aspetti: è un metodo di interazione sociale, incontro, organizzazione di attività di gruppo e svolge azione mediatrice tra passato e presente di una comunità. TRADIZIONI E NEOTRADIZIONI: Il concetto tradizione è molto complesso: non è il passato che produce il presente ma è il presente che modella il suo passato. La tradizione si configura come un punto di vista, un modo di intendere e valutare il passato. Tradizione e modernità sono complementari: non si possono considerare due poli distinti e con proprie caratteristiche. La tradizione quindi può essere considerata un prodotto del presente in cui permane il passato. La tradizione è il linguaggio con cui il presente ci parla di se, con cui le comunità si promuovono. Possiamo dividerle in 3 categorie:- tradizioni che simboleggiano l’appartenenza ad un gruppo.-tradizioni che fondano un’istituzione, uno status.-tradizioni che inculcano valori, credenze, regole comportamentali.TUTTE LE FESTE SONO FESTE: Nel nostro paese si moltiplicano quegli eventi e cerimonie di ispirazione contadina, locale, rurale e si inventano anche feste di commemorazioni storiche che includono banchetti, musica ecc.Negli anni 70 hanno cominciato ad essere riproposte le feste cosiddette ”scomparse”. La festa riproposta si caratterizza come momento creativo: è il rapporto dialettico dei suoi attori con l’esterno che permette di interpretare il rito più liberamente e riempirlo di nuovi significati. Accanto alle feste strettamente legate alla tradizione, compaiono le feste nuove, legate al business turistico: feste perlopiù inventate ma non per questo meno autentiche delle tradizionali: ogni festa, infatti, è vera. Le feste nuove presentano le stesse caratteristiche di quelle tradizionali come:-periodicità calendariale-ritualizzazione dei comportamenti-connessione con un evento religioso o laicoÈ un evento sociale attivo e vitale che si adatta ai diversi contesti storici e sociali ed è strettamente connessa ai fenomeni di cambiamento economico e sociale. La festa cresce, si trasforma, si contamina…vive… si nutre della tradizione.NUOVE OCCASIONI DI SOCIALITA’: Negli ultimi anni si sono sviluppate nuove modalità di interazione originali, stimolate dalla voglia di fare comunità come il FLASH MOB -> si tratta di una performance collettiva, una forma di aggregazione improvvisa di breve durata che non ha nessuno scopo politico, né di protesta è solo un divertimento.Il flash mob è stato declinato in vari modi: Frozen flash mob si resta immobili fino al segnale di fine evento; Bubble flash mob si porta con sé uno strumento per produrre le bolle; massive mob in cui ognuno compie un’azione diversa come cantare, ballare, suonareCAPITOLO 2 – LA QUESTUALa componente di creatività della festa, sia essa contadina, del passato o locale, genera una ritualità su modelli tradizionali. Grazie all’impegno di giovani, i promotori hanno avviato una ricerca raccogliendo testimonianze materiali ed orali sul territorio. Il risultato porta a feste curate; alcuni gruppi spontanei del Piemonte hanno riproposto la ‘Questua delle uova’ = cantè j’euv che consiste in canti primaverili in passato totalmente spontanei, non pilotati (ora invece sono organizzati annualmente come una grande recita del bel passato contadino). Cantè j’euv è la questua quaresimale delle uova che apparteneva a quei rituali del calendario contadino connessi alle cerimonie primaverili di propiziazione del raccolto. Il rito in origine prevedeva che al calare della sera un rumoroso gruppo di giovani cantori, uno dei quali vestito da fraticello elemosiniere, peregrinasse di cascina in cascina a chiedere le uova in cambio di una canzone che auspicava fortune domestiche. La controprestazione riguardava uova ed altri alimenti che sarebbero poi utilizzati per allestire un pranzo collettivo il lunedì dell’angelo. Questo gruppetto di ragazzi portava con se vari strumenti musicali, il Questa pagina non è visibile nell’anteprimaNon perderti parti importanti!SCARICAQuesta pagina non è visibile nell’anteprimaNon perderti parti importanti!SCARICAAnche se la morte, portatrice di disordine e squilibrio incuteva paura, i defunti erano considerati una presenza estremamente importante e con loro i vivi mantenevano un’alleanza e una comunicazione mettendo in atto usanze come lasciare cibi, bevande e letti pronti per le loro visite. I defunti ricambiavano queste attenzioni offrendo ai vivi protezione. Fino a poco tempo fa nelle campagne piemontesi si diceva che non si doveva uscire di casa la notte di ognissanti perché i morti sfilavano in processione nelle vie del paese e non si doveva intralciare il passaggio. Si recitava il rosario e prima di andare a dormire si disponevano i cibi sul tavolo per i morti che sarebbero tornati nella loro dimora. al mattino si liberavano i letti presto per lasciar riposare le anime. Si usava poi consumare determinati cibi per es. legumi e dolci ma soprattutto castagne. Le castagne erano il cibo della sopravvivenza e la tradizione di offrirle ai morti era molto diffusa in Italia ma anche in spagna e Francia. In conclusione, ai defunti venivano fatte queste offerte alimentari perché i vivi, cibandosi degli alimenti destinati ai morti, avrebbero la possibilità di entrare in contatto con loro, acquistandone forza e virtù. Secondo De Martino, l’usanza di offrire cibo ai morti era un mezzo per rinnovarne la loro memoria. HALLOWEEN vede come protagonisti zombie, streghe e mostri. Prevede la questua notturna di comitive di bambini vestiti da fantasmi, mostri e vampiri che suonano i campanelli per avere dolci domandano ‘trick or treat?’, se non ricompensati attuano sanzioni (svuotare pattumiera in giardino, rovesciare vasi di fiori, lanciare uova). Halloween è una festa europea che da anni ha conquistato anche il nostro paese. Inizialmente si festeggiava nelle abitazioni private, oggi vengono create manifestazioni per le vie cittadine, grandi parate, rievocazioni storiche e cortei ‘mostruosi’. BASTA CHE SIA SOCIAL..: L’espressione sharing economy definisce un modello economico basato su un insieme di pratiche di scambio e condivisione di beni materiali, servizi, conoscenze che vuole proporsi come un metodo alternativo al consumismo classico.. riducendo l’impatto che questo provoca sull’ambiente. La condivisione, quindi, il dono e lo scambio si possono riscontrare anche in città. La città viene vista come un centro di corruzione, isolamento e degradazione, ma in realtà vuole celebrare la campagna come ambiente onesto e integro. possiamo dunque dire che la città offre momenti di aggregazione e socializzazione; è un luogo di cambiamento, produzione e scambio di beni materiali idee e progetti. Gli spazi pubblici della città sono una risorsa: è qui che si organizzano eventi come il maxi-aperitivo e il flash mob o la notte bianca. La città è una forma di vita e di pensiero e comprende una serie di relazioni che coinvolgono chi la abita. è una dimensione socioculturale. il termine ‘spazio’ rimanda a due dimensioni: spaziale=fisica e sociale=relazioni sociali.È negli spazi pubblici che la gente vive la città: devono essere accoglienti e flessibili; le piazze e le vie sono spazi di relazione, punti di socializzazione e di sviluppo della comunità, luoghi di scambio e incontro. La crisi energetica degli anni ’70 ha creato profonde mutazioni economiche e sociali, facendo si che si accumulassero spazi abbandonati come scuole, uffici e fabbriche. Esempi di rielaborazione di spazi abbandonati sono le Case di Quartiere e le social street. Le case di quartiere sono spazi pubblici riqualificati grazie al supporto di istituzioni pubbliche, fondazioni bancarie che organizzano attività, creano svaghi e offrono servizi. La città di Torino presenta la casa di quartiere di San Salvario che è un laboratorio per la progettazione e realizzazione di attività sociali e culturali che coinvolge associazioni, cittadini, operatori culturali. È uno spazio aperto e multiculturale, luogo di incrocio, incontro e scambio di attività e persone. Questa casa comprende una caffetteria, un ufficio co-working, una banca del tempo, una sala riunioni, un orto; inoltre è possibile frequentare laboratori artistici corsi di danza, di musica, Anche se la morte, portatrice di disordine e squilibrio incuteva paura, i defunti erano considerati una presenza estremamente importante e con loro i vivi mantenevano un’alleanza e una comunicazione mettendo in atto usanze come lasciare cibi, bevande e letti pronti per le loro visite. I defunti ricambiavano queste attenzioni offrendo ai vivi protezione. Fino a poco tempo fa nelle campagne piemontesi si diceva che non si doveva uscire di casa la notte di ognissanti perché i morti sfilavano in processione nelle vie del paese e non si doveva intralciare il passaggio. Si recitava il rosario e prima di andare a dormire si disponevano i cibi sul tavolo per i morti che sarebbero tornati nella loro dimora. al mattino si liberavano i letti presto per lasciar riposare le anime. Si usava poi consumare determinati cibi per es. legumi e dolci ma soprattutto castagne. Le castagne erano il cibo della sopravvivenza e la tradizione di offrirle ai morti era molto diffusa in Italia ma anche in spagna e Francia. In conclusione, ai defunti venivano fatte queste offerte alimentari perché i vivi, cibandosi degli alimenti destinati ai morti, avrebbero la possibilità di entrare in contatto con loro, acquistandone forza e virtù. Secondo De Martino, l’usanza di offrire cibo ai morti era un mezzo per rinnovarne la loro memoria. HALLOWEEN vede come protagonisti zombie, streghe e mostri. Prevede la questua notturna di comitive di bambini vestiti da fantasmi, mostri e vampiri che suonano i campanelli per avere dolci domandano ‘trick or treat?’, se non ricompensati attuano sanzioni (svuotare pattumiera in giardino, rovesciare vasi di fiori, lanciare uova). Halloween è una festa europea che da anni ha conquistato anche il nostro paese. Inizialmente si festeggiava nelle abitazioni private, oggi vengono create manifestazioni per le vie cittadine, grandi parate, rievocazioni storiche e cortei ‘mostruosi’. BASTA CHE SIA SOCIAL..: L’espressione sharing economy definisce un modello economico basato su un insieme di pratiche di scambio e condivisione di beni materiali, servizi, conoscenze che vuole proporsi come un metodo alternativo al consumismo classico.. riducendo l’impatto che questo provoca sull’ambiente. La condivisione, quindi, il dono e lo scambio si possono riscontrare anche in città. La città viene vista come un centro di corruzione, isolamento e degradazione, ma in realtà vuole celebrare la campagna come ambiente onesto e integro. possiamo dunque dire che la città offre momenti di aggregazione e socializzazione; è un luogo di cambiamento, produzione e scambio di beni materiali idee e progetti. Gli spazi pubblici della città sono una risorsa: è qui che si organizzano eventi come il maxi-aperitivo e il flash mob o la notte bianca. La città è una forma di vita e di pensiero e comprende una serie di relazioni che coinvolgono chi la abita. è una dimensione socioculturale. il termine ‘spazio’ rimanda a due dimensioni: spaziale=fisica e sociale=relazioni sociali.È negli spazi pubblici che la gente vive la città: devono essere accoglienti e flessibili; le piazze e le vie sono spazi di relazione, punti di socializzazione e di sviluppo della comunità, luoghi di scambio e incontro. La crisi energetica degli anni ’70 ha creato profonde mutazioni economiche e sociali, facendo si che si accumulassero spazi abbandonati come scuole, uffici e fabbriche. Esempi di rielaborazione di spazi abbandonati sono le Case di Quartiere e le social street. Le case di quartiere sono spazi pubblici riqualificati grazie al supporto di istituzioni pubbliche, fondazioni bancarie che organizzano attività, creano svaghi e offrono servizi. La città di Torino presenta la casa di quartiere di San Salvario che è un laboratorio per la progettazione e realizzazione di attività sociali e culturali che coinvolge associazioni, cittadini, operatori culturali. È uno spazio aperto e multiculturale, luogo di incrocio, incontro e scambio di attività e persone. Questa casa comprende una caffetteria, un ufficio co-working, una banca del tempo, una sala riunioni, un orto; inoltre è possibile frequentare laboratori artistici corsi di danza, di musica, Questa pagina non è visibile nell’anteprimaNon perderti parti importanti!SCARICAcanto, lingua, informatica. La casa di quartiere è un modello efficace di sviluppo locale e di rigenerazione sociale urbana che promuove cultura del benessere, del bene comune e della socialità. La Social Street invece è una strada dove i cittadini si supportano e si aiutano a vicenda, condividendo esperienze e conoscenze, organizzando mostre fotografiche, abbelliscono strade con fioriere create con materiali di recupero. Questo modello dei sociali street è stato esportato all’estero, attualmente vi sono 430 social street nel mondo di cui fanno parte 60.000 persone. PERCHE’ TANTO SUCCESSO? Tramite questi modelli ci si incontra, si parla, ci si confronta e si progetta. I nostri ritmi di vita sottraggono ore preziose alle relazioni sociali e siamo costantemente alla ricerca di ciò che ci fa risparmiare tempo… per cosa? Perché vogliamo entrare in sintonia con una città che desideriamo smart. Una città intelligente può anche essere quella che permette agli abitanti di riscoprire l’importanza delle relazioni sociali, dello stare insieme da cui nascono idee, iniziative, ricchezza culturale ecc. es. Barcellona: nella città di Born, per ridurre i costi della spesa hanno deciso di coltivare pomodori, zucchine e patate con lo scopo di recuperare un’area verde destinata al cemento e l’hanno trasformata in un orto collettivo.es. Parigi: un economista francese ha proposto il progetto ‘lulu dans ma rue’ una sorta di portierato di quartiere: un chiosco dove i residenti vi si recano per risolvere problemi pratici; il portinaio della strada troverà la soluzione valorizzando il vicinato. Lulu è un servizio vero e proprio in quanto si paga in anticipo. La social street però si differenzia da queste iniziative perché vive della spontaneità della gente e si basa sulla gratuità; è un fenomeno di innovazione sociale: certamente possono essere meno efficienti dei servizi più strutturati ma si basano sulla spontaneità. L’ideologia dei sociali street si basa sui concetti di sostegno e mutuo soccorso; questa tendenza alla solidarietà e condivisione ha radici profonde nel nostro passato: nell’800 erano diffuse le società di mutuo soccorso che, oltre alla principale funzione del mutuo aiuto in caso di disoccupazione o malattia, si impegnavano in iniziative culturali e pratiche formative. Questa economia del mutuo soccorso (quindi scambio di beni e servizi, favori..) rientra nella POP ECONOMY – popular economy – una strategia per sopravvivere alla crisi economica, economia della condivisione (non più capitalismo individuale ma collettivo); si è ritornati al baratto, allo scambio, al riciclo e al rii-uso. Sui social, la condivisione (sharing) è sempre più diffusa: vi si trovano pagine dedicate allo scambio di oggetti che non usiamo più ‘te lo regalo se vieni a prendertelo’. La Pop Economy si applica a vari prodotti: car.sharing, food-sharing, baby-sitting-sharing, book-sharing.. tutti mirati all’abbattimento dei costi e riduzione di sprechi. Lo slogan della social street è ‘ dal virtuale al reale al virtuoso’. Per poter esistere, la social street, ha bisogno di una fondazione virtuale ma sono ancora tanti i membri che non hanno accesso a facebook, sia per motivi di età sia per la poca dimestichezza con la rete ecc. Il passaggio dalla realtà virtuale a quella reale è fondamentale per la social street: uno degli stimoli all’incontro è sicuramente la curiosità di vedere di persona cosa succede nella propria via. Il passaggio virtuale/reale non è immediato come sembra in quanto la social street non presenta confini ben definiti…è una variabile in continua evoluzione. Un elemento che può generare difficoltà è la mancanza di fiducia tra i membri quando si organizza un evento che comporta un onere economico: non tutti i membri si conoscono per cui possono crearsi delle situazioni non facili da gestire. Negli ultimi anni si è diffuso un modello di città perennemente attiva, aperta 24/24 le cui risorse sono accessibili a tutti. Si vivono la notte e gli spazi pubblici, specialmente con l’allestimento notturno di aree che tendenzialmente sono destinate alla fruizione diurna e in questi spazi si instaura tradizione ed innovazione. Quindi la città suggerisce un ritmo spazio/temporale accelerato, di novità ma mantenendo comunque le pratiche tradizionali. CAPITOLO 3 – STORIA, REVIVAL ETNICO, IDENTITA’PROTESI CULTURALI: Nel 1950, Dorson, ha elaborato il termine di FAKELORE = Folklore, inventato e presentato come autentico. Cosi facendo, Dorson, ha anticipato un atteggiamento anti-ritualista che denunciava la fragilità e l’infondatezza dei rituali, intesi come forme vuote sostenute dalla tradizione. Anche Hobsbawn e Ranger la pensavano alla stessa maniera. Hobsbawn cercava di demolire il concetto di ‘tradizione’ attraverso alla nozione di ‘invenzione’ sottolineando la natura intenzionale e costruita delle feste e cerimonie. Egli riconosceva, però, l’esistenza di ”tradizioni non inventate’, vero folklore, mentre nella tradizione c’è sempre dell’invenzione: la riproposta della tradizione stessa implica un processo di invenzione -> nuovi linguaggi si sovrappongono a vecchie pratiche rituali. Esempi di produttori Fakelore sono i fratelli Grimm, che avrebbero abbellito e manipolato le fonti orali delle fiabe.L’espressione ‘tradizione inventata’ comprende sia le tradizioni effettivamente inventate, sia le pratiche consolidatesi in modo meno ricostruibile; Una festa presenta una propria dimensione storica; l’ambito della ritualità invece è dinamico poiché percorso da cambiamenti, innovazioni, variazioni. Coloro che decidono di rivitalizzare una festa si impegnano in una ricerca (antropologica, storica, musicale..) raccogliendo testimonianze orali e materiali dagli abitanti del paese. Il risultato sono feste curate. Nella riproposta c’è quindi costruzione: si possono usare elemento di cultura del passato per avviare ‘nuove’ tradizioni (legami tra vecchio e nuovo).L’interazione del vecchio con il nuovo permette di osservare fenomeni come il Revival: rivitalizzazione di una festa.CELTI, CELTISMO, CELTOMANIA: I Celti sono una civiltà molto antica, il cui nome è conosciuto in tutta l’area a nord delle Alpi. Le loro origini ancora oggi risultano essere poco chiare: questa civiltà sembra essere nata dall’unione di 2 popolazioni: si sostiene che verso la fine del III millennio un popolo conosciuto per le sue asce da battaglia si spostò, attraverso i Carpazi, dalle steppe russe all’Europa centrale, proprio mentre alcuni mercanti appartenenti alla cultura baeker iniziavano ad esplorare la stessa regione. Gli storici collocano l’inizio della civiltà celtica intorno al 1000 AC con la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’età del ferro: I celti in quest’epoca si distinsero per la grande abilità nella lavorazione del ferro; si arricchirono grazie al commercio, fondarono insediamenti lungo le vie fluviali controllando cosi le principali vie commerciali e conquistarono nuovi territori. Le migrazioni e le unioni con civiltà locali favorì la formazione di gruppi variegati. Sembra che l’area geografica dei primi insediamenti celtici fu l’Europa centrale dove si diffuse la cultura dei ”campi di urne”-> prese il nome dalla modalità di sepoltura adottata, cioè la necropoli ad incinerazione (le ossa polverizzate dei defunti venivano raccolte in urne). Il declino di questa civiltà fu segnato dalla conquista dei romani e poi dalla diffusione del cristianesimo. I celti sono definiti ”fondatori della prima Europa” in virtù dell’espansione territoriale di cui furono protagonisti. Il ritorno allo spirito celtico si ebbe quando nel XII sec si diffuse la conoscenza dei racconti celtici in Francia e Germania: molti poeti presentarono nuove versioni dei racconti epici di corte dei celti. Il Celtismo prese avvio dai lavori di intellettuali compiuti su antichi manoscritti del Galles, incoraggiati dal poeta McPherson che pubblicò la raccolta di antichi canti gaelici da lui tradotti, attribuendoli a Ossian, un antico poeta celtico. I ”canti di Ossian” erano un falso storico di cui l’autore era l’artefice, ma nonostante ciò, questi canti stimolarono lo studio delle tradizioni popolari della nazione. Il celtismo ha investito anche il mercato discografico: alcuni gruppi fanno ‘rock celtico’ mentre altri usano l’arpa e la cornamusa (legati alla

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Questa pagina non è visibile nell’anteprimaNon perderti parti importanti!SCARICAcomunità dell’Occitania nel nostro paese sono state precoci: negli anni 80 nacquero associazioni che interagiscono e collaborano con un’ampia gamma di istituzioni locali. Tra le molteplici feste occitane troviamo le ‘baìo’, due in particolare. La baìo di sampeyre corrisponde al carnevale alpino. È interpretato con la rievocazione della cacciata dei saraceni che avrebbero invaso la zona intorno all’anno mille. Si articola in piu giornate e conta 300 personaggi. Quella di Castelmagno si celebra in ricorrenza del santo patrono. I componenti scortano la statua del santo durante la processione verso l’edificio sacro, sotto i cui portici compiono i tradizionali 9 giri del santuario (in passato: ogni giro l’abbaìo dà da bere e qualcuno lascia un’offerta con cui ci si pagava le spese). CAPITOLO 4 – FENOMENI DI COSTUMETRAVESTIRSI: Il travestimento specialmente per quanto riguarda la festa di Halloween, è una componente che noi italiani abbiamo enfatizzato maggiormente. Per festeggiare in qualche locale è d’obbligo un costume e il colore che non può mancare è il nero: cappelli neri, abiti neri, mantelli e pantaloni neri. Accanto ai costumi tradizionali (strega, zombie, mostro) troviamo mostri importati soprattutto dal mercato cinematografico e fumetti. I travestimenti attualmente in voga sono quelli dei serial killer. Halloween deriva dalla cerimonia celtica di Samain, celebrata tra il 31 e il 1° novembre, era la festa sacra che segnava l’inizio dell’anno nuovo (terminava la stagione calda). Samain era la notte in cui le porte dell’aldilà si schiudevano e gli spiriti dei morti tornavano sulla terra per mostrarsi, comunicare coi vivi e divertirsi facendo scherzi alle spalle dei vivi. I celti temevano che i defunti tentassero di entrare nei corpi dei vivi per assicurarsi l’immortalità; i vivi allora si camuffavano da streghe o fantasmi per ingannarli. Oggi, gesti, simboli, azioni rituali, hanno perso significato originario ma ne hanno acquistato altri a livello di interazione sociale. questa festa spesso viene etichettata come una carnevalata americana. Halloween e carnevale celebrano entrambe l’inizio di una stagione e prevedono il mascheramento. CARNEVALE -> fenomeno complesso e simbolico. È la festa popolare per eccellenza che segnava il passaggio dall’inverno alla primavera e l’inizio della nuova annata agraria. E’ una festa propiziatoria della fertilità della terra, ma per generare una nuova pianta, il seme deve trascorrere un certo periodo di tempo sotto terra; là, nel buio, stanno le divinità sotterranee, i demoni. quindi il carnevale celebrava la rinascita ma aveva allo stesso tempo radici negli inferi. L’elemento che più caratterizza il carnevale è il travestimento: le maschere in passato rappresentavano gli spiriti dei morti che ritornavano. Il cristianesimo abolì poi l’uso di maschere poiché la maschera andava a coprire l’apparenza autentica, per cui dietro al falso vi era la presenza del diavolo. Le autorità ecclesiastiche quindi ritenevano il mascheramento come un allontanamento dall’immagine divina. Entrambe le celebrazioni in passato il vincolo tra i vivi e morti, la continuità della vita contro la morte. I GIOCHI DI RUOLO: Il travestimento a scopo rituale riguarda diverse cerimonie che prevedono in genere rievocazioni in costume. Ultimamente è notevolmente cresciuto il numero delle feste a carattere storico (cortei, rievocazioni medioevali ecc). L’organizzazione di tale festa comporta l’allestimento di scenari, confezione di costumi ecc. molte associazioni ed enti locali si impegnano per creare questo evento storico (considerato un elemento di crescita culturale). Si tratta di un passato reinventato, ricreato. fino a pochi anni fa gli antropologi non avevano dato molta importanza alle feste storiche forse per la loro ripetitività o per la loro natura artefatta = inautentiche.Il rapporto tra festa e storia ci porta a parlare di ”ritualizzazione della storia”, ovvero un uso della storia a fini turistici; in Italia in comunità dell’Occitania nel nostro paese sono state precoci: negli anni 80 nacquero associazioni che interagiscono e collaborano con un’ampia gamma di istituzioni locali. Tra le molteplici feste occitane troviamo le ‘baìo’, due in particolare. La baìo di sampeyre corrisponde al carnevale alpino. È interpretato con la rievocazione della cacciata dei saraceni che avrebbero invaso la zona intorno all’anno mille. Si articola in piu giornate e conta 300 personaggi. Quella di Castelmagno si celebra in ricorrenza del santo patrono. I componenti scortano la statua del santo durante la processione verso l’edificio sacro, sotto i cui portici compiono i tradizionali 9 giri del santuario (in passato: ogni giro l’abbaìo dà da bere e qualcuno lascia un’offerta con cui ci si pagava le spese). CAPITOLO 4 – FENOMENI DI COSTUMETRAVESTIRSI: Il travestimento specialmente per quanto riguarda la festa di Halloween, è una componente che noi italiani abbiamo enfatizzato maggiormente. Per festeggiare in qualche locale è d’obbligo un costume e il colore che non può mancare è il nero: cappelli neri, abiti neri, mantelli e pantaloni neri. Accanto ai costumi tradizionali (strega, zombie, mostro) troviamo mostri importati soprattutto dal mercato cinematografico e fumetti. I travestimenti attualmente in voga sono quelli dei serial killer. Halloween deriva dalla cerimonia celtica di Samain, celebrata tra il 31 e il 1° novembre, era la festa sacra che segnava l’inizio dell’anno nuovo (terminava la stagione calda). Samain era la notte in cui le porte dell’aldilà si schiudevano e gli spiriti dei morti tornavano sulla terra per mostrarsi, comunicare coi vivi e divertirsi facendo scherzi alle spalle dei vivi. I celti temevano che i defunti tentassero di entrare nei corpi dei vivi per assicurarsi l’immortalità; i vivi allora si camuffavano da streghe o fantasmi per ingannarli. Oggi, gesti, simboli, azioni rituali, hanno perso significato originario ma ne hanno acquistato altri a livello di interazione sociale. questa festa spesso viene etichettata come una carnevalata americana. Halloween e carnevale celebrano entrambe l’inizio di una stagione e prevedono il mascheramento. CARNEVALE -> fenomeno complesso e simbolico. È la festa popolare per eccellenza che segnava il passaggio dall’inverno alla primavera e l’inizio della nuova annata agraria. E’ una festa propiziatoria della fertilità della terra, ma per generare una nuova pianta, il seme deve trascorrere un certo periodo di tempo sotto terra; là, nel buio, stanno le divinità sotterranee, i demoni. quindi il carnevale celebrava la rinascita ma aveva allo stesso tempo radici negli inferi. L’elemento che più caratterizza il carnevale è il travestimento: le maschere in passato rappresentavano gli spiriti dei morti che ritornavano. Il cristianesimo abolì poi l’uso di maschere poiché la maschera andava a coprire l’apparenza autentica, per cui dietro al falso vi era la presenza del diavolo. Le autorità ecclesiastiche quindi ritenevano il mascheramento come un allontanamento dall’immagine divina. Entrambe le celebrazioni in passato il vincolo tra i vivi e morti, la continuità della vita contro la morte. I GIOCHI DI RUOLO: Il travestimento a scopo rituale riguarda diverse cerimonie che prevedono in genere rievocazioni in costume. Ultimamente è notevolmente cresciuto il numero delle feste a carattere storico (cortei, rievocazioni medioevali ecc). L’organizzazione di tale festa comporta l’allestimento di scenari, confezione di costumi ecc. molte associazioni ed enti locali si impegnano per creare questo evento storico (considerato un elemento di crescita culturale). Si tratta di un passato reinventato, ricreato. fino a pochi anni fa gli antropologi non avevano dato molta importanza alle feste storiche forse per la loro ripetitività o per la loro natura artefatta = inautentiche.Il rapporto tra festa e storia ci porta a parlare di ”ritualizzazione della storia”, ovvero un uso della storia a fini turistici; in Italia in Questa pagina non è visibile nell’anteprimaNon perderti parti importanti!SCARICAparticolare si è registrato un aumento di queste rievocazioni e cortei storici: Canelli = trasformato in villaggio 600esco rievoca l’evento delle guerre x la successione del ducato di Monferrato e conta 4000figuranti.Le rievocazioni storiche sono volte alla promozione e valorizzazione del territorio; rappresentano un’opportunità turistica/culturale, consentendo alla comunità di mantenere in vita le tradizioni storiche e presentare ai visitatori affascinanti ricostruzioni di fatti realmente accaduti. Raduno Multi epocale di Gruppi Storici -> iniziativa del Piemonte, che ha luogo nella città di Alessandria a ottobre. Rievoca la storia medievale del Monferrato x promuovere il territorio. Un altro modo per ricostruire la storia è farlo attraverso la Danza di società: gruppi e associazioni che propongono balli storici soprattutto dell’800, tenuti in palazzi d’epoca e teatri. I partecipanti vestono un abito da cerimonia curato e cucito a mano e danzano i balli storici borghesi.La storia si può rappresentare anche attraverso Giochi di Ruolo: -giochi di ruolo da tavolo: a cui si riunisce un gruppo di persone armati di carte, dadi, matite..-dal vivo: giocatori in costume che replicano coreografie marziali.- videogiochi di ruolo: uno o più giocatori (connessi anche a internet)Il modello di rievocazione più copiato include costumi, sfilata storica e competizione. Ogni partecipante, in costume, interpreta il ruolo di un personaggio in un mondo immaginario e le azioni vengono realmente eseguite (a differenza del gioco). Le partite si svolgono all’aperto in boschi o presso rovine e durano ore o a volte giorni; non prevedono un pubblico.. sono destinate solo ai partecipanti.La rievocazione storica si fonda su dati storici reali e il suo obiettivo è far conoscere il patrimonio storico della comunità. (il fine del gioco di ruolo è puramente ludico).SOFT-AIR -> pratica che simula azioni tattiche e strategiche di combattimento dei reparti speciali americani e inglese in ambienti urbani o boschivi tra fazioni opposte che devono realizzare il maggior punteggio = stimolo prettamente di tipo sociale.IL COSPLAY: Fenomeno recente di travestimento. Alcuni sostengono sia nato negli stati uniti durante le prime convention sulla fantascienza; altri invece lo collocano in Giappone.prima di analizzare il cosplay è opportuno descrivere il ‘fandom’ ovvero l’universo manga e anime. I manga sono delle immagini libere quelle che tutti noi conosciamo come fumetti. Le anime invece sono le animazioni e i cartoni animati tratti dai manga. All’interno dei Fandom si colloca la pratica dei Cosplay (costume-play) che consiste nel travestirsi da personaggi tratti da storie di fantasia dei manga stessi durante particolari eventi.I manga, in Giappone, sono considerati un mezzo artistico ed espressivo pari alla letteratura e cinema. (la differenza tra fumetto occidentale e nipponico è che l’occidentale predilige il sentimento ai disegni). Un coslpay molto diffuso è il CROSSPLAY: una donna deve interpretare un personaggio maschile e viceversa. Il costume può essere confezionato dallo stesso cosplayer o cucito a mano. Ci sono 2 tipi di cosplayer: quello che cerca di riprodurre il personaggio in modo dettagliato e chi invece si traveste solo per divertirsi e socializzare senza dare molta importanza ai dettagli. La prima fiera del fumetto in Italia è stata organizzata nel 1965 a Bordighera (sede del salone dell’umorismo) per poi passare a Lucca.La pratica del Cosplay ha una dimensione rituale che comprende il travestimento e la partecipazione a veri concorsi in fiera. Si può definire un rito di passaggio poiché presenta 3 fasi.CAPITOLO 5 – CON-FUSIONE: TRA VECCHIO E NUOVOCONSUMARE LA CULTURA: La festa non è solo istituzione dinamica che segue i cambiamenti socioculturali della società ma copre un ruolo privilegiato nelle politiche di sviluppo del territorio e di promozione turistica. Il suo dinamismo porta anche, a volte, a registrare la temporanea sospensione della festa e la sua successiva riproposta. Tendiamo ad associare la festa alla società rurale, a processi legati al passato, in realtà essa vive anche nelle città. Negli ultimi anni ha assunto sempre più importanza un marketing legato alla cultura e alle tradizioni: a quei beni che non hanno una presenza fissa sul territorio, ma prendono vita in determinate occasioni. Ne sono esempio i canti, musica, espressioni, saperi, danze, feste e cerimonie. Uno degli obiettivi del marketing culturale è fare in modo che i consumatori riconoscano in un solo elemento/prodotto l’intero patrimonio del territorio; si tratta quindi di vendere cultura e tradizioni: le feste sembrano promuovere i prodotti tipici del luogo, artigianato, visite nei musei ed eventi culinari. Ma non solo: si tratta di vendere e promuovere un’immagine, l’immagine dei protagonisti della festa. ”la festa è un mercato e produce lavoro” -> molte cerimonie propongono banchetti e animazione con artisti di strada e quindi si richiede l’impiego di personale;Una risorsa culturale può divenire prodotto turistico. il WTO (world tourism organisation) definisce il turismo culturale come l’insieme di tutte le forme di mobilità che soddisfano il bisogno umano di diversità tendente ad incrementare la conoscenza, l’esperienza e l’incontro. Per diventare un’attrattiva, però, i beni culturali devono essere valorizzati e resi fruibili ad una varietà di utenti: lo si può fare attraverso una campagna di comunicazione che richiede un investimento in termini di risorse finanziarie ed umane; Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per i piccoli centri che conservano le proprie tradizioni dando vita al turismo culturale legato agli interessi personali dei visitatori. Si può partecipare al turismo culturale in modo attivo o passivo: -passivamente → i fruitori della performance non intervengono ma si limitano a osservare.-attivamente → vi è il diretto coinvolgimento dei fruitori, i quali costruiscono essi stessi la loro esperienza. Smith parla di ‘marketing delle tradizioni’ dicendo che si tratta di un processo messo in atto da specifici attori (quali mediatori, imprenditori, broker) con lo scopo di rivitalizzare una tradizione e renderla più appetibile per il mercato turistico. La rivitalizzazione della tradizione comprende anche un processo di spettacolarizzazione delle tradizioni: si mettono in scena momenti della vita comunitaria e del lavoro contadino/artigianale ed attività domestiche. Oggi, i promotori locali (pro loco, associazioni locali) sono affiancati da compagnie teatrali, gruppi storici, associazioni culturali che organizzano rievocazioni storiche e animazioni con personaggi appartenenti all’immaginario popolare (artisti di strada, suonatori ambulanti ecc.) = AZIONE DI PROMOZIONE DELLA CONOSCENZA STORICA E CULTURALE. Questa attività stimola la comunità stessa a prendere coscienza del proprio patrimonio e quindi, riappropriarsene emotivamente anche senza partecipare alla messa in scena.TRA INTEGRAZIONE NELLA CONTEMPORANEITA’ E RADICAMENTO NEL PATRIMONIO LOCALE:Un esempio di fenomeno di tradizione locale alpina che si promuove attraverso le tecnologie recenti è la ”bataille des reines” ovvero la battaglia delle regine. Questa cerimonia si disputa in Valle d’Aosta e in Piemonte ed è legato ad un comportamento istintivo delle bovine: una lotta tra mucche il cui obiettivo NON è eliminare l’avversaria ma ottenerne la sottomissione. Possiamo distinguere 2 tipi di battaglie: Spontanee → animali della stessa specie che devono convivere nello stesso territorio; Organizzate (dall’uomo) → programmate per favorire l’allevamento e per migliorare la razza e garantire la salvaguardia delle mucche. La battaglia delle regine, oggi, sembra essere lo strumento usato dalla comunità per promuovere i prodotti tipici ed il territorio. Coniuga tradizione e innovazione mescolando passato e presente, attribuendo nuovi significati a simboli del passato. Questo fenomeno può essere associato alla

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Questa pagina non è visibile nell’anteprimaNon perderti parti importanti!SCARICAaccomuna ormai le più importanti feste dell’anno. Il festivo contemporaneo del nostro paese presenta diversi tipi e modelli di festa:-persistenza, continuità con il passato comunitario e con la tradizione;-la rievocazione storica-promozione di prodotti locali-abbinamento con mostre di attrezzi contadini e mestieri-esaltazione di una particolare figura-intenzione commemorativain molti paesi abbandonati, la festa riproposta spesso produce un temporaneo aggregarsi della comunità. Continuare a celebrare queste feste permette alla comunità di costruirsi anche per un breve periodo; si viene infatti a creare un momento di socializzazione e solidarietà. Desiderio di mantenere in vita un’identità del proprio paese attraverso la ripetizione di tradizioni. accomuna ormai le più importanti feste dell’anno. Il festivo contemporaneo del nostro paese presenta diversi tipi e modelli di festa:-persistenza, continuità con il passato comunitario e con la tradizione;-la rievocazione storica-promozione di prodotti locali-abbinamento con mostre di attrezzi contadini e mestieri-esaltazione di una particolare figura-intenzione commemorativain molti paesi abbandonati, la festa riproposta spesso produce un temporaneo aggregarsi della comunità. Continuare a celebrare queste feste permette alla comunità di costruirsi anche per un breve periodo; si viene infatti a creare un momento di socializzazione e solidarietà. Desiderio di mantenere in vita un’identità del proprio paese attraverso la ripetizione di tradizioni. Scarica il documento completoPotrai riscaricarlo gratuitamente da qualsiasi dispositivoSCARICA15 / 15INGRANDISCIPrepara al meglio i tuoi esami