- Tenuta le 4 pizzure- a Novoli come dire: punte – pizzi/ Una rara struttura in stile Gotico / ammeru lu mmarde a Novoli erano forse i Lombardi?
Salentoviaggi.it
- Comuni Lecce
- Cosa visitare a Novoli
- Villa Quattru Pizzure
Cosa visitare a Novoli
Villa Quattru Pizzure
Il notevole edificio rappresenta uno dei migliori esempi di architettura di campagna in cui i canoni dell’edilizia rurale vengono indirizzati verso il gusto per l’eclettismo, la sorpresa, la bellezza e la ricercatezza, in un missaggio di stili che avrebbero trovato larga diffusione in quasi tutti i centri del Salento. La denominazione della villa deriva dalle quattro torre angolari che come punte, pizzi appunto, si slanciano verso l’alto. Il continuo rimando a torri o merlature, edifici e fabbricati che riprendono motivi cari all’architettura militaresca testimonia come la villa di campagna discenda sostanzialmente dal castello, allorché i ricchi vassalli facevano costruire nei propri feudi delle fortezze simbolo del loro potere. Nel corso del XIX sec., pertanto, nelle campagne del Salento si assiste ad un fenomeno che altre regioni d’Italia, in particolare la Lombardia, stavano già conoscendo da tempo, ossia la rielaborazione di elementi legati alla tradizione difensiva e militare, ma in chiave decorativa. La torretta angolare o la garitta sono, di fatto, elementi privi di ogni funzione e proprio per questo impiegati per motivi di carattere esclusivamente stilistico, tanto da potersi ascrivere a quello stile definito Eclettico che avrebbe caratterizzato di sé tanta parte della produzione architettonica tra Otto e Novecento. L’edificio è caratterizzato da una pianta quadrangolare e si articola su due piani collegati internamente da ampie scale. Le facciate sono caratterizzate da ampi affacci sulle campagne e sui rigogliosi giardini circostanti. Il piano inferiore è caratterizzato da un ampio portale d ingresso che si conclude in un’alta cuspide con piccolo rosone a quattro raggi centrale, secondo un motivo molto caro alla tradizione del Tardo Gotico dell’Italia Settentrionale. Ai lati semplici finestre quadrate concludono la parte bassa della facciata. Le facciate laterali del piano inferiore presentano ampi ingressi cuspidati che immettevano nei locali del piano terreno. Torniamo in facciata, dove una delicata cornice a motivi geometrici divide i due piani dell’edificio. Il piano superiore presenta tre notevoli finestre a trifora, in cui gli spazi sono intervallati da esili e raffinati pilastrini. Un parapetto a rombi che inquadrano piccoli rosoni di forma quadrangolare concludono l’edificio. Ai lati ecco impostarsi quattro esili torri che si concludono con alti pennacchi, richiamando motivi decorativi cari più alla tradizione costruttiva nordica che locale. Nel corso del tempo, per evitare crolli o cedimenti, il piano inferiore ha registrato delle aggiunte per rinforzare in particolare gli angoli dell’edificio. La forma piuttosto originale e”fuori luogo” dell’edificio, se paragonato alle vicine ville della Cupa e le stesse vicende costruttive hanno dato vita a leggende legate all’apparizione nottetempo dell’ultimo proprietario che, non essendo riuscito a portare a compimento la costruzione dell’opera, si sarebbe impegnato affinché nessuno riuscisse a portare a termine l’impresa da lui iniziata, terrorizzando chi abitava la sua villa. Altre leggende e racconti popolari (i “cunti” della tradizione contadina) sono sorti probabilmente per tenere lontani i curiosi da quanti utilizzavano la villa abbandonata per loschi traffici e contrabbando.
rilevatore Ersilio Teifreto