La Chiesa di San BiagioL’antichità della Chiesa di San biagio,che è nata con la contrada,è attestata prima ancora che dai protocolli notarili,da un documento singolare:l’iscrizione ancora ben leggibile che fascia la campana maggiore firmata da Lotterio da Piosa. “Ad Honorem Domini nostri Jesu Christi et Beati Blasii,martiris Christi: Anno Domini MCCLIII Lotterius psanus Fecit” ( Ad onore del Signore nostro Gesu Cristo e del Beato Biagio,martire di Cristo:anno 1253 Lotterio da Pisa fece). L’altra campana più piccola,ancora più antica,reca un’iscrizione che neanche il Leoncini riuscì a leggere.Il documento scritto più antico che ne fa cenno è un atto notarile,rogato da ser Ioanuccio Falcone del 2 marzo 1291,dove si attesta che la chiesa era collegiata ed aveva un priore ed alcuni canonici.Il leoncini nella sua “Fabbrica Ortana” ce ne fa una descrizione piuttosto sommaria;essa è ,dice, “molto antiqua et nobile,si per il vano di essa,si anco per il pavimento fatto alla mosaica et per le piazze,giardino et torre et chiostro che la circondavano”.L’attività della Chiesa e delle abitazioni ad essa addossate,subiscono una svolta radicale nel 1352.Un atto notarile del 13 Settembre di quell’anno ci informa che la Chiesa e le case circostanti erano state date in commenda all’ospedale Romano di Santo Spirito in Saxia.Per ben comprendere che cosa questo significhi ,occorre chiarire il significato di “commenda” e di “precettoria”.La commenda era un istituto giuridico per ilò quale una chiesa secolare con i suoi beni immobili veniva affidata (dal latino commendare) al Superiore di un Ordine religioso o cavalleresco.La precettoria era invece una specie di collegio nel quiale si addestravano i giovani di un Ordine religioso o cavalleresvco a conseguire i fini stabiliti dallo statuto. In origine la commenda di cui parliamo e che poi prese il nome di Santo Spirito, era un ospizio-scuola fondato nel secolo VIII da un sovrano anglosassone , per i pellegrini che venivano a Roma;appunto perchè destinato algi anglosassoni,dalla località in cui l’ospizio sorgeva, fu così detto “Ospizio in Saxia “ cioè Sassonia.Nel 1198 Papa Innocenzo III trasformò la commenda dell’ospizio scuola in Saxia in un ospedale per gli inbfermi ed i bambini abbandonati e ne affidò la cura all’Ordine francese delgi Ospedalieri di S. Spirito ,e da allora l’ospizio così trasformato prese il nome di Ospedale di Santo Spirito in Saxia.Evidentemente l’ospedale aveva conservato anche la Precettoria;il Papa ,infatti,stabilì che tutti gli ospedali che quest’ordine religioso avesse in seguito fondato dipendessero dal Precettore di Roma,che diveniva così anche generale dell’Ordine.Noi non sappiamo come e perchè anche San Biagio,con tutti i locali ed i beni annessi,sia stato assegnato a far parte della Commenda e poi della Precettoria di S.Spirito in Saxia, nè sappiamo se sia stato anch’esso una delle opere di assistenza ai malati eretta dall’Ordine degli Ospedalieri di Santo Spirito e quindi soggetto alla giurisdizione del Precettore generale,oppure sia stato una precettoria,cioè, come abbiamo detto,un collegio-scuola che preparava i giovani dell’Ordine alle funzioni ospedaliere.Un atto notarile del 20 Novembre 1396,rogato a Roma,dice soltanto che S.Biagio era “membro di detto Ospedale” e in quell’anno si dice che frate Pietro da Orte,allora precettore generale,nella sua qualifica,assegnava in affitto una casa di proprietà della chiesa di San Biagio,in contrada Olivola,al cittadino ortano Ludovico Angelo Chiricozzi.Da’ltra parte poichè il Leoncini,in nessuna parte della sua voluminosa opera,riporta che a S.Biagio vi sia mai stato un ospedale,si può ritenere con sufficiente certezza, che in quella zona attorno alla Chiesa,per le caratteristiche che ancora conserva, con i locali addossati nella finacata sinoistrabe nell’abside della Chiesa,era stata eretta una Precettoria,per addestrare i giovani a conseguire i fini statuari dell’Ordine.Questa funzione durò,forse, fino agli inizi del 600.Nel 1613,infatti, le cose cambiarono,forse perchè questi compiti erano ormai da tempo esauriti.L’Ordine di Santo Spirito chiuse la precettoria e affidò la Chiesa di San Biagio con i suoi beni alla Congregazione dell’Annunziata,con la condizione che a ricordo della propria permanenza a Orte venisse collocata sopra il portale d’ingresso della chiesa la croce di Lorena,stemma del proprio ospedale, ed in alto sopra l’altare,la colomba raggiante,ad ali aperte aq capo steso,simbolo dello Spirito Santo,e che nella festa della Pentecoste di ogni anno portasse due libbre di cera lavorata al detto ospedale di S.Spirito,”pro recognitione dominii”.La congregazione dell’Annunziata era stata eretta in Orte nel 1604 da Frate Eliseo,eremita della Chiesa delle Trinità sotto la rupe.Nel prendere possesso della chiesa di San Biagio,la Congregazione,cui venne in seguito affidata anche la Chiesa della SS. Trinità,fece eseguire subito alcuni lavori per adattarla alle p0roprie esigenze spirituali;rifece l’altare maggiore, “resarcì” dice il Leoncini, il campanile romanico,forse pericolante ed in questa occasione il maestro Alessandro Morini “rifece il ceppo con i suoi ferramenti”;volle verificare il peso della campana maggiore e trovò che pesava 350 libbre,conservò intatte le strutture de3lla chiesa romanica ma rivestì tutt’intorno la pareti interne con un coro di legno.Oltre che la devozione alla Madonna e a San Biagio,la Congregazione si propose di tener desto nell’animo degli ortani anche il culto dei morti,con una iniziativa che rimase profondamente radicata nelle tradizioni della nostra città: la celebrazione di una Santa Messa periodica per tutti i cittadini defunti ,nella Chiesa di San Biagio.Fu così che la Congregazione Dell’Annunziata prese anche il nome della Compagnia del Suffragio.Giovedì 14 Marzo 1754 alle ore 6 della sera accadde un fatto che diede uno scossone al tranquillo svolgersi della congregazione.Per richiesta della Contessa Alberti,si celebrava in San Biagio la novena di San Giuseppe.Era una serata fredda e Angela Francesca Retti,detta anche Checcona Ortana,era venuta in mano con uno scaldino di terracotta in mano.Durante la funzione lo scaldino si rovesciò sul tavolo di seggi che circondavano le pareti e ,all’improvviso,dice il verbale della giornata,si accese un terribile fuoco nella Chiesa verso l’entrata maggiore che “in un subito incendiossi tutta”.Andò distrutto il soffitto,l’altare Maggiore con il quadro della Madonna Annunziata e San Biagio,gli ornamenti e la suppellettile preziosa ,e cosa ancor più dolorosa,l’antico ricchissimo archivio.
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