“Se si viene nel Salento, – scriveva Cesare Brandi – si finisce per farci una corsa nella nostalgia del Sud più spinto, e quasi sentore della costa africana, nostalgia del mare, delle buone trattorie sul mare, e di quel vino rosé autentico e generoso, non falsificabile”.

 

Dicembre a passo lento, in Salento!

ATTENZIONE: il viaggio ha subito una variazione di date rispetto al catalogo cartaceo, per permettere ai camminatori interessati a questo cammino, di poter esprimere anche il proprio voto per l’importante quesito referendario costituzionale del 4 dicembre.

Una settimana di cammino nel tiepido clima salentino, dove a dicembre i prati sono fioriti e si cammina spesso in maglietta. Cammino con dislivelli molto modesti, in parte vicino al mare, affacciati sulle magnifiche scogliere da cui si vede l’Est, la Grecia e l’Albania, in parte nell’entroterra, tra oliveti, terrazzamenti, macchia mediterranea, muretti a secco e segni dell’uomo.

Partiremo a camminare da Torre Sant’Andrea, e sarà costa fino a Otranto, cittadella fortificata carica di storia. Poi sarà ancora costa, la più a oriente d’Italia, le torri a protezione dai saraceni, i segni dei recenti sbarchi migranti, l’incontro con le capre joniche dalle lunghe orecchie, e nell’interno arrivo e notte in una tenuta dedicata alla biodinamica e alla filosofia steineriana (Fondazione Le Costantine).
Poi si sale su una piccola montagna di rocce che diventano anche dolmen e menhir (ne vedremo due esempi magici), e dall’altopiano sembra un altro mondo. Dal mare di Santa Cesarea alla cittadina di Castro, dove farsi affabulare dalle suggestioni di Cesare Brandi.

A Tricase, per vie tra muretti a secco, tra boschi di quercia vallonea, l’albero dalle grandi ghiande simbolo di questa parte di Puglia. E poi giù, sempre verso sud, fino a quando la penisola si stringe, e i mari diventano due, uno a Est e uno a Ovest, Adriatico e Jonio. Si stringe fino a diventare un punto, il nostro punto di arrivo, la fine della terra, “finibus terrae” il capo di Leuca, il faro, e il Santuario che ci ricorda che questa via era anche meta di un antico pellegrinaggio, ora in via di recupero.

È un viaggio speciale, questo in Salento, a ritmi lenti, di quei viaggi che ti rimangono dentro. In dicembre il posto migliore in cui farsi viandanti.
Assaporando la terra salentina anche grazie ai suoi sapori, che sapori!

“Se si viene nel Salento, – scriveva Cesare Brandi – si finisce per farci una corsa nella nostalgia del Sud più spinto, e quasi sentore della costa africana, nostalgia del mare, delle buone trattorie sul mare, e di quel vino rosé autentico e generoso, non falsificabile”.