Torre della Bicoca
Scritto da Invalsusa
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La Torre detta di Buttigliera (441 m di quota), attribuibile al XV secolo, allineata a vista col Castello di Rivoli e quello di Avigliana, faceva parte del complesso di fortificazioni e segnalazioni della Valle di Susa. Il riferimento Napoleonico del 1799 al “fanale della Bicocca” ne mostra l’uso antico di segnale notturno, mentre, sul finire dell’Ottocento, dopo l’installazione sull’altura di S. Grato di Rivoli del Telegrafo ottico dell’Abate Chappe, la stessa venne inserita nella linea Torino-Lyone-Parigi.
La Bicoca o Torre Bicocca, detta anche Torre di Buttigliera, che si innalza tra Buttigliera e Ferriere per un’altezza di circa 13 mt, su una propaggine della Collina Morenica a 411mt di altitudine, fu probabilmente costruita nella seconda metà del 1400. Però il primo riscontro storico risale al 1619, quando “furono affisse su di essa le armi ducali”, in occasione della presa di possesso del feudo di Buttigliera da parte del Conte Giovanni Carron.
Questa torre, a vista con le altre torri e castelli medievali della Bassa Valle di Susa, situati ad Avigliana, Villardora, Almese, Caselette e Rivoli, costituiva certamente un sistema di fortificazioni e segnalazioni militari, nei tempi bui, quando la Valle era frequente teatro di disordini ed invasioni.
Il Fanale della Bicocca ieri
Molto interessante è il riferimento Napoleonico al “fanale della Bicocca”, espressione che ne conferma l’utilizzazione per segnalazioni notturne e la relativa testimonianza riportata da R.Dosio nel suo studio su Segusium, per la quale lo stesso ha potuto rilevare da una cartolina la struttura del focolare che si ergeva in cima alla torre.
A testimonianza delle turbolenze di quei secoli stanno le ossa di cavalli che a volte emergono dal suolo lavorato non lontano dalla torre, e la presenza di due località, i cui toponimi dialettali gettano un’ombra inquietante su questo luogo: la prima è “Pera Mala”, ossia pietra cattiva, la seconda è “Ruinaas”, “rovinaccia”, dal lat. RUERE, “rovinare”. Se questo non bastasse, a valle, il Ponte Sanchino, u Sanchin, denominazione forse derivata da San Quinto, rievoca il leggendario brigantaggio che vi si praticava d’attorno, come viene tramandato dal racconto del mercante Giuseppe, che ne subì la violenza.
Sul finire dell’Ottocento, dopo l’installazione sull’altura di S.Grato di Rivoli del Telegrafo ottico dell’Abate Chappe, la Torre fu probabilmente inserita nella linea di trasmissione Torino-Lyon-