Mostra delle acque Rivoli bealera Ranverso

La Bealera alla Casa del Conte Verde

http://www.pagina.to.it/actionphp/thumb.output.php?src=PAGINA_09%2FRIVOLI_attualita%2FRivoli_acque_logo.jpg&wmax=200&hmax=200&quality=80&bgcol=FFFFFF&type=2&sid=9c286b0ad3197ce21aa25b1518bbe9bePresentazione affollatissima venerdì 24 aprile al Conte Verde, della mostra “Rivoli d’acque” e del bel catalogo interamente dedicata ad un’opera di grande valore storico che cambiò profondamente il corso degli eventi economici della realtà rivolese: la bealera. Molti gli interventi nel corso della presentazione, condotta dal professor Pier Aldo Bona, uno degli autori del volume, e responsabile del laboratorio della scuola media di Villarbasse che, nell’ambito del progetto “Davide”, ha realizzato alcuni degli eccezionali modellini di mulino esposti. Una mostra che racconta il percorso dell’acqua della bealera che, nel lontanissimo 1310, quasi 700 anni fa, i rivolesi ottennero per irrigare i loro campi. Un’opera fondamentale che ha accompagnato la città e la sua economia nel corso di questi 700 anni, identificandone prima l’anima agricola-contadina e poi quella industriale. Ad intervenire, accanto al sindaco Guido Tallone e all’assessore alla cultura Giuseppe Misuraca, molti dei collaboratori del progetto “bealera” che, in modo diverso, hanno contribuito a questo evento. Ricerche d’archivio, fotografie, interviste: un’analisi a 360° per l’opera idraulica più longeva della città che ha coinvolto la sezione rivolese del Cai, il Consorzio della Bealera, (affidato a Clemente Topino), l’Archivio Storico della città, la Soprintendenza Archivistica per il Piemonte, il Politecnico di Torino, in particolare la professoressa Laura Guardamagna che ha curato anche il progetto di allestimento della mostra. In esposizione numerosi disegni e progetti appartenenti al Fondo della Bealera, che è stato interamente risistemato grazie alla responsabile dell’Archivio Storico di Rivoli, Cristina Bertolino, e ai suoi collaboratori, tra i quali la dottoressa Paola Bonzanino. Intervenuti anche Dario Marcatto, autore di una ricerca che segue la bealera tra sei e settecento, e Dimitri Brunetti che affrontò il problema della risistemazione dell’Archivio storico della città nel suo trasferimento nella nuova sede di corso Francia. Un lavoro corale che ha impegnato fortemente anche il Cai rivolese sul tema dell’acqua, come ha ricordato Claudio Usseglio che ne è l’attuale presidente, e che ha spinto il fotografo Dario Lanzardo a compiere un vero percorso fotografico lungo le sponde della Bealera, seguendone il percorso, da Sant’Ambrogio ad Avigliana a Buttigliera a Sant’Antonio di Ranverso ad Alpignano, fino a Rivoli, ai Tetti Neirotti. Un ottimo catalogo, Blu edizioni, con l’inserimento delle riproduzioni colorate dei progetti della bealera, delle trascrizioni degli antichi documenti da parte di Andrea Calzolari e delle fotografie di oggi scattate da quel mago dell’immaginario e del reale che è Dario Lanzardo e naturalmente dei testi di ricerca realizzati per l’occasione. Un progetto partito alcuni anni fa, fortemente voluto da Edoardo Zanone Poma, dirigente responsabile del settore cultura e da Giuseppe Misuraca, e che ora si è realizzato, accompagnato dunque anche dalla possibilità per gli studiosi di attingere al Fondo Bealera risistemato da Cristina Bertolino e Paola Bonzanino.