La cascata di fuoco in galleria
La Fòcara anni 70 a Novoli
Infatti il fuoco della Fòcara di Novoli, è un elioemblema universale, è l'elemento fondamentale di numerosi rituali natalizi europei ed extraeuropei. Il mito racconta che Mithra stringeva sempre in mano una torcia, che rappresentava la luce e il calore che egli effondeva sul mondo.
La data della nascita di Cristo è sconosciuta. Neppure i Vangeli la segnalano con precisione, anzi Luca allude a circostanze che fanno pensare ad un periodo diverso da quello invernale. Solo nel IV secolo si consolida la tradizione di festeggiare la Natività il 25 dicembre (VIII Kalendas Januarias). Questo giorno, in realtà, è una data convenzionale, scelta in ragione di passaggi ciclici stagionali e frutto d'un processo sincretico. Il Natale, infatti, ha radici precristiane. La festa della Natività di Gesù ha origine dall'antichissima celebrazione pagana in onore di Mithra (figlio del Sole e Sole egli stesso), che trovava svolgimento nella data inneggiante al Dies Natalis Solis Invicti (giorno della nascita del sole invitto) che cadeva appena dopo il solstizio d'inverno, quando l'astro fulgente, dopo il massimo declino, aveva da poco ripreso la sua ascesa celeste. Tale momento "critico", che si verifica sul finire di dicembre, è quello in cui si comincia a percepire concretamente l'eliorinascenza stagionale.
Il sacro giorno della [ri]nascita del Dio Sole aveva valore magico, propiziatorio e simbolico, poiché la Stella Invitta rappresentava sia la luce da contrapporre alle tenebre delle lunghe notti invernali sia il calore che doveva scaldare le fredde giornate cheimerine. Il Cristianesimo è riuscito a trasferire a sé tali pratiche religiose, modificando la "nascita del sole" con la "nascita di Cristo", e la "luce solare" con la "luce divina del Figlio di Dio". Il sincretismo si compì lentamente, finché la notte tra il 24 e il 25 dicembre, cioè la nox postsolstiziale che coincideva con l'occasione in cui ormai da secoli si festeggiava una luminosa genesi astrale, divenne anche la notte della nascita del nostro Dio.
Se è vero che il Natale discende da antiche cerimonie dedicate al Dio Sole, non deve stupire che, nonostante siano trascorsi molti secoli, gli antichi significati siano sopravvissuti. Infatti il fuoco della Fòcara di Novoli, un elioemblema universale, è l'elemento fondamentale di numerosi rituali natalizi europei ed extraeuropei. Il mito racconta che Mithra stringeva sempre in mano una torcia, che rappresentava la luce e il calore che egli effondeva sul mondo.
Da tempo immemorabile i contadini di tutta Europa e non solo usano accendere falò, i cosi detti fuochi di gioia. Non è neanche raro che in questi fuochi si ardano fantocci o che si finga di ardervi una persona viva. Le date per l’accensione di questi falò è molto varia, essi coincidono spesso con feste celtiche, ma non solo.
Il solstizio è il giorno culminante del percorso del sole che si trova nel punto più alto del suo cammino. Nel solstizio d’inverno era usanza accender falò..ovviamente per l’uomo primitivo era ovvio accender fuochi in terra in corrispondenza di quei giorni ove il calore del sole inizia ad aumentare o a diminuire.Tale usanza è ancora ricordata nella tradizione del Ciocco di natale, ove, in ogni casa, si accendeva il così detto ceppo di natale
Ora, però , ci chiediamo il perchè di questi rituali, quale era il loro significato.
Le spiegazioni che gli antropologi danno sono essenzialmente due, anche se per noi la verità sta come sempre "in Medio". Infatti da una parte si è pensato che tali riti si basassero su una magia imitativa del ciclo solare, ma d’altra parte non tutte le feste del fuoco sono associate al sole, ma spesso hanno solo una funzione purificatrice.
A favore della teoria solare vi sono spesso le date in cui tali fuochi venivano accesi, esse coincidono spesso con il solstizio d’inverno o quello d’estate, cioè con date fondamentali del "culto solare".
A favore della teoria della purificazione, il fatto che in nessuna tradizione tali feste sono legate al sole ma alla purificazione, inoltre il concetto di fuoco come emanazione solare non è di intuibile semplicità per il primitivo. Nel caso delle feste del fuoco il popolo batte sull’aspetto distruttivo dello stesso, continuamente viene detto che il fuoco serve a bruciare e allontanare le streghe..quindi il male. Questo è facilmente espresso nel bruciare l’effigie di una strega nel fuoco, il fantomatico fantoccio. Se il falò è dunque un’arma contro le streghe, la stessa spiegazione deve esser data alla ruota fiammeggiante…
Ma così resta ancora una domanda da porci, il significato del fantoccio bruciato nel fuoco. La spiegazione delle effigie stregonesche non è applicabile in tutti i casi, infatti. In questi casi sembrerebbe che l’effigie rappresenti lo spirito erboreo. Il fatto che lo spirito arboreo debba morir nel fuoco ha un certo senso, infatti la luce e il calore sono necessari ai vegetali per crescere, in altre parole lo spirito arboreo brucia nel sole assicurando così all’intera vegetazione calore e luce.