Cappella di Sant’Antonio Abate – TREPUZZI La piccola chiesa di San’Antonio Abate, risalente al XVII secolo, presenta un modesto prospetto, corredato da un ridotto campanile a vela, fornito di campana nel 1622, che reca l’iscrizione incisa: VERBUM LAETUM EST (“il suono è lieto”. L’interno presenta un’aula rettangolare di piccole dimensioni voltata a spigolo; un solo altare al quale fa da sfondo un pregevole dipinto murale con l’effige di Sant’Antonio, con gli attributi che lo identificano. Lateralmente appaiono la Madonna chinata e l'Arcangelo Gabriele, mentre in alto è raffigurato il Padre Eterno su una nuvola circondato da figure angeliche e la colomba dello Spirito Santo. notizie storiche: La prima menzione della chiesa risale alla visita pastorale del vescovo Luigi Pappacoda nel 1640. La chiesa fu edificata per dedizione di Francesco Longo e dei suoi fratelli. In origine la chiesa apparteneva all’Ordine costantiniano, del quale rimane l’emblema sulla porta di ingresso. 8 km Il percorso dalla chiesa di Sant’Antonio Abate a Trepuzzi alla chiesa di Sant’Antonio Abate a Novoli, che attraversa campagne ed uliveti, è un’ipotesi di ricostruzione della “Via Francigena del Sud”, antico tracciato seguito dai pellegrino per raggiungere Gerusalemme da Roma, attraverso il porto di Otranto. Dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate prendo via Dante Alighieri e proseguo dritto fino ad arrivare all’incrocio con la SS 16. Svolto a sinistra e subito a destra in via Nicolò Paganini e alla fine della strada a sinistra in viale Europa. Proseguo per circa 700 m fino a che incontro, sulla destra, una piccola strada sterrata. Proseguo lungo la strada fino all’incrocio con la SS 7. Svolto a destra e prendo subito a sinistra un’altra stradina in mezzo alla campagna che porta verso Sud. Alla fine della strada giro a sinistra, poi a destra e di nuovo alla fine della strada a destra. Alla fine della strada, in corrispondenza dell’incrocio, prendo a sinistra via Cupa e proseguo dritto. V. Azienda Agrituristica – Maneggio “La fata bianca” a Novoli Via Cupa – Novoli Tel. 328.6770740, giancarlocalvelli@gmail.com Aperto tutti i giorni mattino 8:00 – 12:00 pomeriggio, 14:30 – 17 VI. Visite guidate a Novoli Proloco Novoli: Via Roma 14/A 3207640413, 328 1694538, www.proloconovoli.it B. Agriturismo La fata bianca – NOVOLI La struttura, di recente ristrutturazione, ospita un agriturismo con disponibilità di alloggi, immersi nella campagna novolese. Via Cupa – Novoli 450 m Proseguo dritto fino ad arrivare nel centro abitato. All’incrocio con via Lecce giro a destra e arrivo nella Piazza Principale dove incontro la Chiesa Madre di Sant’Andrea Apostolo. 11. Chiesa di Sant’Andrea Apostolo – NOVOLI Ubicata in Piazza Aldo Moro, la chiesa Madre di Novoli è conosciuta con il nome di “Santa Maria de Nove”. L'edificio presenta una facciata rinascimentale a due ordini raccordati da volute laterali sormontate da angeli ed è scandita da lesene. Il portale d'ingresso è racchiuso tra due colonne corinzie con capitelli su cui è scolpita l'aquila ad ali spiegate, motivo che riprende lo stemma dei Mattei, ed è sovrastato da una cornice all'intero della quale è situata la statua della Vergine tra due angeli. Sopra la statua della Madonna è poi presente un finestrone mistilineo. Sulla sinistra della facciata, infine, in posizione arretrata, si erge il campanile innalzato nella seconda metà del Settecento, la cui trabeazione è interrotta, così come altri campanili del territorio salentino. Internamente la struttura della chiesa si presenta a croce latina con un'unica navata a due campate sormontate da volte ed un transetto, raccordati tra loro con una cupola centrale. Si possono ammirare gli altari in pietra leccese, tra cui si ricordano l’altare dedicato a Gesù Crocifisso, quello della Madonna del Rosario, della Madonna del Carmine e quello dedicato all’Addolorata. La chiesa conserva inoltre diverse opere d'arte, come le tele del XVIII secolo, un altorilievo in cartapesta raffigurante il Battesimo di Cristo, il fonte battesimale e la statua lignea del Cristo morto. notizie storiche: La chiesa parrocchiale, che nei registri parrocchiali viene sempre indicata come chiesa matrice o parrocchiale "Terrae Sanctae Mariae de Novis", è dedicata a Sant'Andrea Apostolo e fu eretta nella seconda metà del 1500, quando a Novoli si avvertì il bisogno di erigere un luogo di culto più grande ed accogliente della Chiesa dell'Immacolata. La chiesa attuale viene edificata nel secondo Settecento, su quella preesistente risalente al XVI secolo, e ampliata a più riprese nel 1833 fino agli anni Sessanta del Novecento. 120 m Prendendo vico Mazzotti troviamo la Cappella dell’Immacolata. 12. Cappella dell’Immacolata – NOVOLI La cappella presenta una semplice facciata a capanna, sulla quale spicca un campanile a vela sormontato da una piccola croce. Sul portale rettangolare poggiano due mensole che reggono il rosone; su di esso è inciso il monogramma di Maria Vergine. L’interno, a navata unica con copertura a volta a crociera, comprende un’abside semicircolare, separata dall’aula da una balaustra in marmo bicromo, che conserva un importantissimo affresco bizantino dei primi decenni del XIV secolo, un icona della Vergine Odegitricia rinvenuta nella Cappella della Mater Dei (come veniva chiamata anticamente) nel 1865, immagine tra l’altro raffigurata per alcuni periodi di tempo sullo stemma cittadino. L’affresco, collocato cronologicamente nei primi decenni del XIV secolo, rappresenta la Madonna con il Bambino con ai lati i monogrammi in lingua greca MP e OY ai lati del volto di Maria, e IC e XC a destra della figura del Bambino (il sovrintendente, architetto Riccardo Mola, lo definì “di pregevole valore”). Resti di un altro affresco bizantino, con la Vergine ed un angelo, probabilmente raffiguravano l’Annunciazione. Secondo l’interpretazione iconografica e teologica, tali immagini rappresenterebbero la “Madonna del Risorto”, detta “della Cutùra” nel dialetto locale. La venerazione della Vergine con questo titolo è diffusa anche in altre località salentine dove era praticato il culto greco-bizantino. Infine la chiesa conserva, sulle pareti del presbiterio, altri quattro affreschi, del 1618. Anticamente essa era dotata di coemeterium sotterraneo, cioè un sepolcro che custodiva i corpi dei monaci. Notizie storiche: La cappella è la più antica chiesa di Novoli nonché la prima chiesa parrocchiale, in quanto tale prima della costruzione della chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo. 350 m Tornando in piazza, voltiamo a destra in via Sant’Antonio e proseguiamo dritto fino a giungere alla Chiesa di Sant’Antonio Abate. 13. Chiesa di Sant’Antonio Abate – NOVOLI La facciata della chiesa, preceduta da una scalinata con annesso piazzale, presenta uno stile neoclassico scandito da quattro paraste con capitelli dorici sovrastate da un timpano triangolare nel mezzo del quale è presente un orologio donato nel 1930 dal rettore Don Carlo Pellegrino. La porta d'ingresso mostra i battenti in bronzo istoriati dai Fratelli Lani, così come gli ingressi delle due navate laterali che sono più basse ed arretrate. Sul lato sinistro, in posizione arretrata rispetto alla facciata, infine, vi è l'alto campanile edificato nel 1937 dall'architetto Cino Mazzotta che riprendere, nella massima semplicità, le linee architettoniche della facciata. L'interno, al quale si accede da un portale riparato da un piccolo tamburo in legno al di sopra del quale è posto l'organo e la cantoria, è costituito da una navata centrale e da due navate laterali con tre altari per parte. Gli altari, tutti in marmo, sono dedicati a San Luigi, alla Madonna di Pompei, al SS. Crocifisso (sul lato destro), ai Santi Medici, a Santa Lucia e alla Madonna Addolorata (sul lato sinistro). Le due navate si prolungano in due cappelle dedicate a Sant'Antonio Abate e al SS. Sacramento. La navata centrale è illuminata da sei finestroni con vetri policromi martellati, sostenuti da telai in ferro. Sul transetto risponde una cupola circolare con otto finestroni nel tiburio e otto finestrini nella lanterna, che danno luce all'edificio. notizie storiche: Il corpo originarie della chiesa è anteriore al 1640, anno in cui fu demolita l'angusta fabbrica precedente, per erigerne una nuova grazie alle offerte dei fedeli novolesi;. Tale notizia si ricava dagli archivi della Prima Visita Pastorale di Mons. Luigi Pappacoda, il quale nella ricognizione canonica del 18 maggio 1640 registra la chiesa dedicata al santo Patrono di Novoli come un "olim sacellum, nunc ampliatum" (piccolo tempietto). La nuova chiesa (che poi risulta essere l'attuale, soggetta a parecchie modifiche ed ingrandimenti, oltre che ad opere di restauro negli ultimi anni) fu aperta al pubblico culto nel 1662. Lo stato attuale risale ad un periodo compreso a fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX: l'impianto a tre navate, per esempio, il coro innalzato su disegno di Vincenzo Politi, l'altare del Crocefisso, l'altare maggiore in marmo (fatto arrivare da Napoli dal duca Felice Carignani) e la statua in cartapesta di Sant'Antonio Abate (collocata nell'omonima nicchia all'interno del cappellone in fondo alla navata sinistra) sono frutto dei lavori di modifica conclusi nel 1885. La chiesa divenne parrocchiale il 26 febbraio 1931. 2,4 Km Tornando indietro in via Sant’Antonio e proseguendo all’interno del centro storico per Villa Convento è possibile ammirare la tipica struttura urbanistica costituita da palazzi, e chiese e le tipiche case a corte. Usciamo da Novoli verso Villa Convento, proseguendo in direzione Lecce. Villa Convento – NOVOLI Antico feudo di Nubilo o Novule o Noole, ospita nel XVI un convento dei Padri Domenicani e l’annessa Chiesa di Sant’Onofrio, voluti dal feudatario Filippo I Mattei. A causa della presenza di questo convento, l'antico casale di Nubilo (o Novule) inizia ad essere chiamato Sant'Onofrio (dal nome del santo cui era titolata la chiesa) oppure Convento (Cumentu), denominazione rimasta tuttora. Il toponimo Novoli (Nòvule, Nòule) finisce invece per identificare il vicino casale di Santa Maria de Novi. 3,3 Km Arrivati a Villa Convento prendiamo la Provinciale per Monteroni, trovando un paesaggio che sembra narrarci la presenza e la storia dell’uomo in queste terre, dove nelle grandi cave che fiancheggiano la strada, ormai da secoli in disuso, troviamo uliveti reimpiantati ville, masserie. A causa di un’interruzione della strada proprio sul costone di una cava dobbiamo svoltare in una strada sterrata a sinistra, proseguire fino a un bivio e voltare qui a destra. Procedendo a rilento a causa del dissesto della strada sbuchiamo in corrispondenza dell’edicola del Crocefisso, comunemente nota come “pozzo del Crocefisso”.