biblio Italo ruffino

Bibliografia Monsignor Italo Rufffino

 

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Per bibliografia (dal greco βιβλ?ον biblìon, "libro", e γρ?φω gràpho, "scrivere", benché i greci non abbiano mai combinato tali termini nel senso odierno[1]) enumerativa (o sistematica) si può intendere:

  • l'elenco di libri, saggi, riviste, articoli su un particolare argomento o su uno specifico autore;

  • l'elenco di pubblicazioni usate e citate nella stesura specialmente di un saggio, di un articolo, di un libro;

  • la scienza che studia la catalogazione sistematica dei libri[2].

Da ricordare che la bibliografia definita analitica (o critica), altrimenti detta bibliologia, si occupa invece degli aspetti fisici dei singoli libri (caratteri, impaginazione, carta, ecc.)[3]

                                                                        

 

 

 

 

 

 

 

 

              

Una donna russa intenta a catalogare la  bibliografia di Italo Ruffino

  • Bibliografia corrente: concerne tutte le novità (per quanto riguarda sia i libri che i giornali);

  • Bibliografia retrospettiva: raccoglie tutto quello che è stato pubblicato in un arco di tempo definito, antecedente l'annata (o le annate) coperte dalla bibliografia corrente;

  • Bibliografia personale: elenco di opere e pubblicazioni di un determinato autore (di carattere generale oppure limitate ad un arco di tempo specifico);

  • Bibliografia scelta: propone una selezione della letteratura disponibile su di un autore allo scopo di presentare quelle più qualificate ad illustrarlo;

  • Bibliografia specializzata o tematica: elenco di libri e documenti che riguardano una determinata disciplina (per es., la letteratura classica[4], la medicina[5], ecc.) oppure un determinato soggetto (per es., le opere anonime[6][7], quelle su Dante[8], o sui romanzi cavallereschi[9], o gli incunaboli[10], eccetera);

  • Bibliografia generale: elenchi di pubblicazioni che trattano ogni genere di argomenti. Sono incluse, fra le bibliografie generali, anche le Bibliografie nazionali in quanto, sebbene limitate da criteri di tipo linguistico o politico, riguardano tutta la produzione libraria di una nazione, indipendentemente dal soggetto o dalle discipline. Le bibliografie nazionali sono distinte in:

    • Bibliografie nazionali correnti: registrano le pubblicazioni contemporanee; per es., per l'Italia, la Bibliografia nazionale italiana (BNI) edita dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze dal 1958[11];

    • Bibliografie nazionali retrospettive: registrano le pubblicazioni di un periodo passato, più o meno remoto, rispetto al periodo della compilazione dell'elenco. Esempi di bibliografia nazionale retrospettive, per l'Italia, è il Catalogo generale della libreria italiana, compilato da Arrigo Plinio Pagliaini, per conto dell'Associazione italiana editori, a partire dal 1901, e distinto per autori e per soggetti.

  • Bibliografie di bibliografie, elenchi riportanti opere di bibliografia, dove un ricercatore può trovare indicazioni sull'esistenza di un repertorio bibliografico sul determinato soggetto di interesse. Ne sono esempi noti i repertori degli italiani Branca[12], Ottino e Fumagalli[13], del tedesco Petzholdt[14], del francese Stein[15] dell'inglese di origine polacca Besterman[16].

Storia della bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del termine[modifica | modifica wikitesto]

Il termine bibliografia venne impiegato per la prima volta nel 1633 da Gabriel Naudé col valore di descrizione di libri nella sua Bibliographia politica[17]; in tempi precedenti, questo significato era infatti tradizionalmente inscritto nel termine bibliotheca (inteso come descrizione ma anche come raccolta fisica di libri). Nel XVII secolo, la proposta dello scrittore e bibliotecario parigino trovò conferma nella Bibliographia parisina e nella Bibliographia gallica di Louis Jacob[18].

La diffusione del commercio e dell'antiquariato, nel XVIII secolo favorì la precisazione dei significati del termine: secondo un'esigenza determinata dalla rarità di alcune copie stampate, la bibliografia da disciplina destinata alla descrizione esatta dei libri, delle edizioni e dei luoghi di stampa, divenne una vera e propria scienza che considera il libro, nella sua entità fisica, come un preciso oggetto di studio. Nel XIX secolo, lo sviluppo tecnologico delle tecniche di stampa favorì la crescita della produzione editoriale, che ebbe profonde ricadute nello sviluppo della bibliografia, nei significati del termine e nelle teorie di definizione secondo differenti tradizioni culturali.

La citazione bibliografica[modifica | modifica wikitesto]

Note tipografiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Nota tipografica.

Un elemento della citazione bibliografica è costituito dalle cosiddette note tipografiche. Esse comprendono, in ordine fisso:

  1. luogo di edizione dell'opera;

  2. l'editore dell'opera;

  3. la data di pubblicazione dell'opera.

Si trovano quasi sempre dopo l'autore ed il titolo dell'opera presa in esame. In questo caso si parla di descrizione bibliografica: short-title (cioè a titolo breve: autore, titolo e note tipografiche).

Compilazione della bibliografia[19][modifica | modifica wikitesto]

Quella che segue è una delle possibili modalità di compilazione di una voce bibliografica, particolarmente diffusa in Italia. I dati in grassetto non vanno mai omessi perché essenziali all'identificazione del testo:

  • Libri:

Nome e cognome autore/coautore, titolo opera, numero edizione, luogo edizione, casa editrice (collana), anno;

  • Articoli di quotidiani e periodici:

Nome e cognome autore/coautore, titolo articolo, «testata giornalistica», luogo edizione, casa editrice, volume, numero, data di pubblicazione (giorno/mese/anno), numero di pagina iniziale e finale;

  • Capitoli di libri, saggi in opere collettive ecc.:

Nome e cognome autore/coautore (anno), "titolo saggio", titolo dell'opera collettiva, nome e cognome coautore, numero edizione, luogo edizione, casa editrice, numero del volume, numero della pagina iniziale e finale.