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Racconto di mio nonno Quarta Vincenzo contadino fore la patula Novoli
Il culto per Sant’Antonio Abate a Novoli è storicamente provato e si diffuse in Occidente nel V secolo.
Perchè non pensare che Novoli d’altronde geograficamente molto vicina all’Impero d’Oriente, possa avere accettato il culto per il Santo del fuoco fin dal primo momento?
Non si è mai capito perchè “li paesani te Noule” venivano ngiurati “scuri te faccia”.
C’erano forse dei riferimenti con popolazioni Egiziane dove nacque il Santo?
Di certo sappiamo che i fedeli pregavano Sant’Antonio Abate del fuoco per ottenere una grazia, proclamandolo il Santo del fuoco “primo cittadino Novolese”.
Anche la Fòcara si inchina al suo passaggio in processione.
Mio nonno mi raccontava che la statua del Santo eremita era bellissima ubicata nel santuario di Novoli dedicato a Sant’Antonio Abate la devozione era tale che gli abitanti di Novoli un paese limitrofo alla città di Lecce costruiscono la maestosa Fòcara alta 27 metri diametro 20 metri, nonno mi raccontava che una notte delle persone entrarono nel santuario del Santo e rubarono per invidia la statua per condurla nel loro paese, ma la statua miracolosamente si fece molto pesante da non potere più essere smossa se non in senso inverso i miserabili atterriti abbandonarono il prezioso carico sulle scale del sagrato. La mattina seguente al furto sacrilego alcuni abitanti di Novoli recandosi in chiesa per pregare si accorsero dell’accaduto cantarono ad alta voce al miracolo, da allora la statua fu custodita in un teca, e molti fedeli portarono gioielli per impreziosire ancora di più la Statua del Santo patrono, oggi quell’usanza di portare gioielli a Novoli non c’è più.
autore Ersilio Teifreto classe 47 nipote di Quarta Vincenzo
