Articulu Siculu Salentinu/ Grazzie pe la thratuzzione! Qualche anno addietro si registrò persino la presenza di alcuni inviati di “National Geographic”. Storia Secondo uno studioso tedesco, il Rohlfs, il nome del paese viene dal latino “novale”, che significa “campo non arato”. Invero, nei documenti antichi il paese è citato sempre come “Sancta Maria de Novis”.

       

Discussioni:Noule (artìculu 'n salentinu)

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Grazie agli amici siciliani per l'ospitalità. Il dialetto in cui la pagina è scritta è proprio quello di Novoli (Lecce). Come richiesto, di seguito riporto la traduzione. User:79.2.251.143

 

  • Caru anònimu, semu nuatri (l'amici siciliani) ca arringraziamu a tia pi lu beddu artìculu Noule (artìculu 'n salentinu) e, pricisannu ca nun si n'òspiti, ma si a la tò casa, ti nvitamu a cuntinuari a cullabburari cu nuatri nta stu pruggettu.

W lu Salentu, W la Calàbbria, W la Sicilia – W la lingua Siciliana. Salutamu!–Santu 16:18, 24 nuv 2007 (UTC)

 

  • Caru salentinu, la tua parlata ete mutu beddhra. Grazzie tantu pe st'artìculu beddhru! Salutamu! —Sarvaturi 03:48, 25 nuv 2007 (UTC)

 

Traduzione in italiano[cancia la surgenti]

Novoli

Abitanti e geografia. Novoli è un paese del Salento, in cui risiedono 8.473 persone. Dista undici chilometri da Lecce, con la quale divide anche una frazione, Villa Convento. Gli altri paesi con cui confina sono: Campi Salentina, Trepuzzi, Surbo, Arnesano, Carmiano, Veglie e Salice Salentino. Novoli sorge a ridosso di un modesto rilievo (serra), localmente chiamata "Monte te l'Autu" (Monte dell'Alto). Si tratta di una sezione della Serra di Sant'Elia, l'altura che, partendo da Cellino San Marco, attraversa i territori di Squinzano, Campi Salentina, Novoli, Trepuzzi, per giungere fino alle porte di Lecce. Fatta eccezione per Monte te l'Autu, il territorio di Novoli risulta completamente pianeggiante. I novolesi sono soprannominati "ufani" ("spocchiosi") dagli abitanti dei paesi limitrofi, a motivo dell'alta considerazione di sé li caratterizza.

Sant'Antonio Abate Novoli è famosa per la festa di Sant'Antonio Abate, patrono di Novoli, del fuoco e degli animali. Sant'Antonio fu il primo monaco a condurre vita eremitica (lett. "che se ne andò nel deserto"), ed è perciò un santo molto importante per la Chiesa. I novolesi gli sono molto legati, ed ogni anno, il 16, 17 e 18 di gennaio lo festeggiano degnamente. Il pomeriggio del 16 gennaio, vigilia della festa, dopo che la statua del Santo è stata condotta in processione per le vie del paese, viene accesa la "Fòcara", una enorme catasta di legna (in particolare, tralci di vite): può superare i venti metri di altezza e, nelle giuste condizioni di vento, continua a bruciare tutta la notte ed il giorno successivo. In molti, di ogni età, contribuiscono ad innalzare la "Fòcara", come forma di devozione al Santo. Sebbene la tradizione della festa sia antica, e da sempre in quei giorni si siano riversati a Novoli in tantissimi dai paesi limitrofi, negli ultimi anni la festa è salita agli onori delle cronache, tanto che, la sera della vigilia, giungono numerose troupe televisive a riprendere l'evento dell'accensione. Qualche anno addietro si registrò persino la presenza di alcuni inviati di "National Geographic".

Storia Secondo uno studioso tedesco, il Rohlfs, il nome del paese viene dal latino "novale", che significa "campo non arato". Invero, nei documenti antichi il paese è citato sempre come "Sancta Maria de Novis". Sebbene gli archeologi abbiano rivenuto, nel territorio di Novoli, vestigia attestanti la presenza umana sin da epoche preistoriche, le prime notizie storicamente documentate risalgono appena al XVI secolo, quando i Mattei acquistarono il feudo di Novoli, che mantenne fino al XIX secolo. In epoche anteriori, è certa la presenza bizantina, circostanza dimostrata dal fatto che il culto di Sant'Antonio, di provenienza orientale, non poté essere introdotto in queste zone che da essi.

Condizione economica e sociale Un tempo (tra gli anni Sessanta e Novanta del XX secolo) il paese era pieno di venditori a domicilio ("marcanti"), che percorrevano tutta l'Italia commerciando tessuti (specie corredi). Negli ultimi quindici anni, molti di essi si sono ritrovati in difficoltà economiche. Novoli era famosa anche per gli insegnanti (prima dell'avvento dell'istruzione pubblica obbligatoria, in molti vi convenivano da tutti i paesi del circondario per ricevere un'istruzione) e per i numerosi sacerdoti. Quei tempi sono passati, ed oggi Novoli è un paese in stagnazione, che offre poche prospettive a chi vi risiede. Si può dire che Novoli è un "paese-satellite" di Lecce. Molti, specialmente giovani (quelli che non sono emigrati) studiano, lavorano e trascorrono il loro tempo libero a Lecce, e si può dire che vengano a Novoli solo per mangiare e per dormire.

Dialetto Il dialetto di Novoli è un dialetto salentino, appartenente alla famiglia siciliana. Somiglia notevolmente a quello di Lecce. Le maggiori differenze fonetiche tra i due sono: – -i- (Novoli) in luogo di -e- (Lecce) in posizione atona (per esempio, "lliticatu" per "lletecatu", italiano "litigato"); – -jj- (Novoli) in luogo di -gghi- (Lecce) (per esempio, "fijju" per "figghiu", italiano "figlio"); – -ue- (Novoli) in luogo di -e- (Lecce) (per esempiu, "suezzu" per "sezzu", italiano "della stessa misura").

User:79.2.251.143

 

  • Grazzie pe la thratuzzione! Salutamu! —Sarvaturi 03:50, 25 nuv 2007 (UTC)

Novoli & Sicilia[cancia la surgenti]

Sono un novolese che adora la Sicilia (l'ho girata in lungo e in largo, da Messina a Sciacca, da Mothia a Marzamemi, passando da Palermo e Caltagirone) e mi ha fatto piacere trovare una pagina wiki in siciliano ed ancora più piacere scoprire che i siciliani ci sentano cugini, come in effetti veramente siamo. Coi miei amici e colleghi siciliani si parla ognuno nel proprio dialetto e raramente c'è stato bisogno di traduttori, senza poi dire che quello che forse è considerato tra i più noti cantanti "siciliani", e parlo di Domenico Modugno, era nato sì a Polignano a Mare (e quindi "Puglia") ma mai e poi mai sarebbe riuscito a cantare canzoni in siciliano (più o meno decente) se non fosse vissuto sin da piccolo a San Pietro Vernotico ("Salento", Brindisi per l'Amministrazione Nazionale). Ancor di più mi ha sorpreso un articolo in salentino sul mio paese, che ho gradito (bella la parte sulla situazione di "decadenza" attuale di un paese che fino agli anni '50-'60 era tra i più floridi della zona; ma questa è realtà, purtroppo di tanti paesi e di tante zone, e ve lo dice uno che vive fuori per lavoro …). Mi sono permesso di integrare qualcosa, nella sezione Shtoria, relativamente alle presenze Bizantine e Longobarde nella zona. Ben più spazio servirebbe in proposito, ma credo che non sia questo il posto e la maniera di approfondimenti poi troppo tecnici. Grazie per l'idea a continuate – o meglio – continuiamo così. Salutoni, Giuseppe63

P.S. Mi verrebbe di tradurvi il post (ho sbagliato a non scrivere direttamente in salentino, sangu te la miseria!), ma non ho tempo purtroppo! Mi accontento di quello che ho scritto nell'articolo, per ora. Alla prossima. Nne sintimu.