Amico di Ersilio/Parla Luca Poma portavoce nazionale dell’associazione Giù le mani dai bambini ONLUS, la principale associazione italiana per la farmacovigilanza pediatrica. Qual è la situazione in Italia?

Luca Poma si batte per i bambini

Psicofarmaci – In Italia, 800.000 bimbi nel mirino delle case farmaceutiche

Ago 28, 2016

Salute – si stima che 800 mila bambini in Italia siano sottoposti a cure con gli psicofarmaci

 

Psicofarmaci ai bambini: negli USA sono 11 milioni i bambini in terapia per sindromi del comportamento. In Francia, il 12% ha già assunto almeno uno psicofarmaco prima di cominciare le elementari, in Germania vengono stampati opuscoli dove si invitano i genitori a somministrare psicofarmaci ai figli

 

13 MAGGIO 2016

di Luca Scandroglio

Parla Luca Poma portavoce nazionale dell’associazione Giù le mani dai bambini ONLUS, la principale associazione italiana per la farmacovigilanza pediatrica.

Qual è la situazione in Italia?

Un sondaggio rivela che il 97 per cento dei genitori italiani non ritiene lo psicofarmaco una soluzione adeguata ai problemi comportamentali dei bambini. Tuttavia, si stima che fino a 800.000 bambini italiani siano già nel target delle case farmaceutiche e considerati potenziali ‘malati di mente’.

Quali sono i rischi?

In realtà non sono ancora ben noti i profili di rischio. I principali studi scientifici non godono di sufficiente divulgazione e i moduli informativi, predisposti dal Ministero e destinati alle famiglie prima che vengano iniziate tali terapie, si sono rivelati decisamente lacunosi.

Quali sono le alternative?

Non esiste un piano pedagogico nazionale né ci sono risorse sufficienti per terapie alternative, come la Psicoterapia e la psicologia clinica. Ai genitori che devono affrontare i disturbi comportamentali del figlio, il più delle volte, non viene offerta alcuna alternativa, precludendo il loro diritto alla libertà di scelta terapeutica attraverso una condotta fortemente lesiva del diritto alla salute dell’infanzia.

Quali sono le sindromi che vengono trattate con questi farmaci?

La più famosa di tutte è senza dubbio l’ADHD (sindrome da deficit di attenzione). Tuttavia, sono molti i pareri autorevoli del tutto discordanti con l’ idea comunemente accettata relativa a questa sindrome; in molti dubitano dei metodi diagnostici utilizzati, come il prof. Massimo Giannantonio Ordinario di Psichiatria dell’università di Chieti e il prof. Agostino Pirella, Ordinario di Storia della Psichiatria dell’Università di Torino:

“…QUESTE DIAGNOSI VENGONO PERFEZIONATE INDIPENDENTEMENTE DALL’AMBIENTE, QUINDI SI ATTRIBUISCE AL BAMBINO UNA SOFFERENZA ‘SRADICATA’ DALLE SUE RADICI SOCIALI, E QUESTO È UN GRAVE ERRORE. INOLTRE LA DIAGNOSI È DECISAMENTE PERICOLOSA, PERCHÉ LA TERAPIA A BASE DI PSICOFARMACI GENERA PREOCCUPANTI EFFETTI COLLATERALI, SENZA CONSIDERARE LE IMPLICAZIONI DEL DIRE CON TALE LEGGEREZZA AD UN PICCOLO BAMBINO DI 7/8 ANNI ‘TU SEI UN MALATO DI MENTE”

o come William Carey, Professore di Pediatria Clinica dell’Università della Pennsylvania e primario del reparto di Pediatria Comportamentale dell’Ospedale di Philadelphia che sostiene:

“…I QUESTIONARI CHE VENGONO UTILIZZATI PER DIAGNOSTICARE QUESTI DISAGI DELL’INFANZIA SONO ALTAMENTE SOGGETTIVI ED IMPRESSIONISTICI. LE DIFFERENZE D’ESPERIENZA, TOLLERANZA E DI STATO EMOTIVO DELL’INTERVISTATORE E DEL BAMBINO INTERVISTATO NON VENGONO TENUTE IN ALCUN CONTO, E NONOSTANTE QUESTA VAGHEZZA, E NONOSTANTE IL FATTO CHE LE SCALE DI VALUTAZIONE UTILIZZATE NON SODDISFINO I CRITERI PSICOMETRICI DI BASE, I SOSTENITORI DI QUESTO APPROCCIO PRETENDONO CHE QUESTI QUESTIONARI FORNISCANO UNA DIAGNOSI ACCURATA, MA COSÌ NON È, E NON SARÀ LA SOLA ISTITUZIONE DI UN REGISTRO PER IL MONITORAGGIO DELLE SOMMINISTRAZIONI CHE RISOLVERÀ LA QUESTIONE”

Cosa sta facendo la vostra associazione?

La nostra associazione sta promuovendo una sana azione di lobby (termine questa volta usato in senso positivo e che deriva dal nome dell’anticamera del parlamento inglese, ndr), verso il Ministero della Salute e il Parlamento, mettendo ‘in rete’ tutte le associazioni simili, facendo formazione mirata e gratuita a pediatri, medici di base e insegnanti, distribuendo gratuitamente centinaia di migliaia di pubblicazioni scientifiche: non esistono armi migliori per vincere questa battaglia.

Chi sono i vostri principali antagonisti?

Le Big Pharma sono sicuramente in prima posizione. Basti pensare che in Germania è stato distribuito un opuscolo incidentalmente marchiato con il nome della prima produttrice di psicofarmaci per bambini al mondo, destinato agli stessi bambini: bello, con fumetti a colori, spiega al bambino come l’assunzione dello psicofarmaco sia la sola soluzione valida per essere accettato dai compagni, apprezzato dagli insegnanti e ricevere l’amore di mamma è papà.

Marketing degli psicofarmaci, come se fossero iPhones?

Peggio. Come se fossero macchinine telecomandate. La verità è che questi bambini molto spesso non sono malati. Stanno spingendo verso un appiattimento del comportamento, dove ciò che può essere un fastidio viene considerata una patologia e curata come tale, spesso per scarsità di tempo e all’insegna della più spietata e machiavellica mercificazione del paziente, spesso anche con superficialità.

Le soluzioni del buon senso latitano, gli interessi commerciali no. Di recente la FDA (Food and Drug Administration) ha più volte denunciato il rischio di induzione al suicidio per adolescenti in cura con certe classi di antidepressivi. La sua corrispettiva Europea, l’EMEA, che non dipende dalla direzione generale della sanità bensì dalla direzione generale dell’industria, ha invece abbassato la soglia di prescrivibilità del Prozac ai bambini di 8 anni. Trovato il disagio, inventata la cura, possibilmente redditizia.

Ulteriori informazioni sulla Campagna sociale “Giù le Mani dai Bambini” sono reperibili sul portale www.giulemanidaibambini.org.