articolo tratto dal Metropolis di GIOVEDÌ 7 OTTOBRE 2010
S. Antonio Abate.
L’iniziativa promossa
dall’associazione culturale Art&Joy,
da oggi al 10 ottobre
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Una delegazione partirà per Arles,
dove sono conservate le spoglie di Sant’Antonio Abate
S. A. Abate. Una delegazione dell’Associazione Art & Joy accompagnata dall’onorevole Gioacchino Alfano si recherà ad Arles, in Francia, dal 7 al 10 ottobre. In particolare, visiterà la cattedrale di Saint-Trophime dove sono custodite le reliquie del santo patrono, San’Antonio Abate. Sant’Antonio Abate, o meglio Sant’Antuono cosi comunemente chiamato nel’Italia Meridionale per distinguerlo da Sant’Antonio da Padova, visse dal251 d.c. al 357 d.C., eremita egiziano e fondatore del monachesimo cristiano. Le sue reliquie furono portate in francia nell’XI secolo dal nobile francese Jocelin de Cheateau Neuf, che le aveva ricevute in dono dall’imperatore di Costantinopoli, e non hanno mai abbandonato la Francia fino al 2006 quando, in occassione del giubileo antoniano, sotto approvazione del pontefice papa Giovanni Paolo II, furono portate in Italia, prima a Novoli in provincia di Lecce e poi a Ischia. Ma perchè l’associazione Art & Joy pensato di lanciare quest’iniziativa? “Da sempre riteniamo che conoscere bene il nostro passato serva ad affrontare meglio il nostro futuro – spiegano dall’associazione – un motto all’apparenza scontato, utilizzato già da molti (male a volte), ma che indica un percorso utile e quanto mai attuale.
Conoscere la nostra storia, le nostre radici, i padri fondatori della nostra civiltà, chi l’ha ispirata e chi ha dato un contributo materiale alla sua formazione è una tappa fondamentale per ogni cittadino che voglia avere un contatto più diretto e più armonioso con la propria terra, un rapporto di comprensione con chi ha contribuito a fondare quella storia e quelle tradizioni, un potente strumento di analisi sociale utile a conoscere meglio le persone con cui ci si relaziona quotidianamente. Nel nostro percorso di giovani esploratori delle nostre radici, il primo e fondamentale passo è stato conoscere la vita del nostro Santo Patrono, perché è a Lui che si riconducono le principali tradizioni popolari e religiose che ci appartengono, a Lui che dobbiamo la nascita della contrada “Sant’Antuono” intorno al secolo XII. In secondo luogo si è ritenuto importante muovere verso la Francia per far visita alla città che ne custodisce le reliquie da oltre 500 anni, per avere maggiori informazioni sulle reliquiestesse, quali sono le condizioni da realizzare affinchè queste possano spostarsi in pellegrinaggio verso altri comuni, per capire se ci sono altri culti, tradizioni, credenze (uffi ciali e popolari) che ruotano intorno a Sant’Antonio Abate. Per poter intervistare autorità sociali e religiose, cittadini, visitare i luoghi in cui nacque e si sviluppò l’ordine degli Antoniani. Sarà indispensabile procedere alla redazione di un documentario con foto, video e testimonianze. E sarà ancora più importante diffonderlo tra i nostri amici concittadini. L’associazione si propone, attraverso l’ausilio dei nostri parroci, di portare lì una preghiera da parte di tutti gli abatesi al fi ne di sostenere con la “Parola” da lui tanto predicata, il simulacro del Santo Patrono”.
Ciro Perino