Accade anche nellimpersonale Milano la prima città Italiana che seguendo lesempio della Focara di Novoli , da diversi anni ha ripristinato usanze ancestrali accendendo i falò in diversi punti della Metropoli e cascine dellinterland nel giorno 17 gennaio per la festa di SantAntonio Abate, manca la processione per i Devoti, ma gli organizzatori ci stanno lavorando. Invece la gigantesca Fòcara costruita a Novoli in devozione a SantAntonio Abate del Fuoco Protettore della piccola cittadina Salentina brucia per 3 giorni.

 

 Accade anche nell'impersonale Milano  la prima città Italiana che seguendo l'esempio della Focara di Novoli , da diversi anni ha ripristinato usanze ancestrali accendendo i  falò  in diversi punti della Metropoli e cascine dell'interland nel giorno 17 gennaio per la festa di Sant'Antonio Abate, manca la processione per i Devoti, ma gli organizzatori ci stanno lavorando. Invece la gigantesca  Fòcara  costruita a Novoli   in devozione a Sant'Antonio Abate del Fuoco Protettore della piccola cittadina Salentina brucia per 3 giorni.

 

Nel territorio circostante Milano i falò si accendono in prossimità del 17 gennaio, ricorrenza di S. Antonio abate, da cui la festa prende il nome popolare di "Falò di S. Antonio". Il fuoco costituisce uno degli attributi iconografici legati alla figura di Sant'Antonio, al punto che ad alcune patologie caratterizzate da esantemi cutanei viene dato ancora oggi il nome "Fuoco di S. Antonio". La tradizione dei falò è tuttora viva persino in alcuni parchi pubblici di Milano: nel Parco delle Cave e nel Boscoincittà si accompagna abitualmente a canti popolari, danze e alla degustazione di vin brulé. Da secoli, presso Linterno[4] e numerose altre cascine[5] dell'ovest milanese, fa parte della tradizione il trarre auspici dal movimento della "barba" del santo, ovvero dalla fine sospensione di materiale incandescente che i contadini producono smuovendo con forche da fieno la brace del falò quando la fiamma viva del materiale combustibile si è spenta