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«La fòcara è patrimonio culturale» Chiesto a Rutelli il riconoscimento
Nuovo Quotidiano Lecce, 26/01/2007
Iniziativa del sindaco di Novoli al ministero dei Beni culturali
"La fòcara di Novoli sia riconosciuta patrimonio culturale vivente del nostro Paese". E' quanto ha proposto il sindaco di Novoli, Oscar Marzo Vetrugno, che nei prossimi giorni chiederà al ministero dei Beni Culturali il riconoscimento di "patrimonio culturale vivente italiano" del tradizionale falò di Novoli che ogni anno viene acceso il 16 gennaio in onore di Sant'Antonio Abate, E' questo il prossimo passo del percorso intrapreso dall'Amministrazione comunale per valorizzare la secolare tradizione novolese che ogni anno attira migliaia di persone per assistere al grande evento dell'accensione.
La richiesta del sindaco Marzo Vetrugno nasce in seguito all'azione decisa dal Ministero dei Beni Culturali di valorizzare le tradizioni popolari del nostro Paese. Un'operazione in linea con l'azione delI'Unesco, presentata nei giorni scorsi dal ministro Rutelli. Come ha spiegato il ministro, attraverso un Comitato scientifico sarà possibile selezionare ogni anno 15-20 manifestazioni che rappresentano delle "eccellenze nelle nostre tradizioni, per segnalarle, promuoverle e sostenerle".
Il sindaco di Novoli Oscar Marzo Vetrugno si impegna ad attivare ogni azione e competenza affinchè fra questi eventi possa esserci anche la fòcara novolese che ormai, grazie anche al grande apporto dei media locali e nazionali, ha varcato i confini dell'Italia. Va ricordato che in questo senso l'amministrazione novolese da tempo è impegnata insieme ai partner istituzionali per sostenere un nuovo progetto di valorizzazione delle risorse tradizionali locali. Un progetto a cui hanno aderito Regione Puglia, Provincia di Lecce, Unione dei Comuni del Nord Salente, Parco del Negroamaro, Università del Salente, Istituto Comprensivo di Novoli, Parrocchia Sant'Antonio Abate, Comitato Festa, Pro Loco di Novoli, Coldiretti e Fai . "La tradizione – ha commentato il sindaco – se non è documentata da una ricerca culturale che ne evidenzia l'appartenenza storica ad una comunità e ne sostanzia la tutela attiva, rischia di collocarsi in un ambito territoriale asfittico. Il bene culturale deve avere in quanto tale un valore che va oltre i confini e deve essere conosciuto e riconosciuto universalmente. E' questo "impegno con il quale sì vuole assicurare il passaggio di consegne alle nuove generazioni del patrimonio storico-culturale delle nostra comunità.
Rilevatore E.Teifreto
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