Ordine dei Canonici Regolari di SantAntonio di Vienne, trasformandosi così da militare-ospitaliero in un ordine strettamente religioso con funzioni ospitaliere.In Italia la prima precettoria fu quella di [Abbazia di SantAntonio Abate di Ranverso (Buttigliera Alta)|SantAntonio di Ranverso

ESPANSIONE

L'Ordine fu molto ben strutturato: dalla casa madre, dove il maestro era divenuto Gran Maestro, dipendevano le case figlie, rette da un precettore (donde il nome di precettoria)[10].

Le prime nacquero sulle grandi vie dei pellegrinaggi medievali, ma presto si diffusero capillarmente un po' dappertutto. In esse l'architettura prevedeva sempre una chiesa, con annesso ospedale e cascinali per l'allevamento dei suini; le decorazioni erano dense di riferimenti al culto antoniano: il colore rosso delle dipinture dei muri, che richiamava le fiamme (ma anche il sangue delle ferite ed il vino consacrato in cui le reliquie venivano immerse), il simbolo del tau impresso ovunque; nelle chiese gotiche le ghimberghe in cotto rosso che, in omaggio al gusto gotico, rappresentavano anche le fiamme del fuoco (i malati per entrare in chiesa e guarire dovevano passare simbolicamente entro le fiamme purificatrici).

Anche le precettorie non erano solo luoghi di cura, ma anche hospitia per i pellegrini, spesso cinti da mura e fortificati a difesa contro i briganti.

Nei secoli XII e XIII l'Ordine crebbe assai velocemente, e precettorie con annessi ospedali e allevamenti di maialini furono fondate in tutta Europa ed anche – in piena epoca delle Crociate – nelle terre di Oltremare: Germania, Italia, Spagna, Inghilterra, Scozia, Ungheria, Lorena, Savoia, Piemonte, Cipro, Peloponneso, Eubea, Grecia, San Giovanni d'Acri, Costantinopoli, Etiopia[11]; nella sola Francia agli inizi del Duecento si contavano circa duemila ospedali[12].

Abbazia di Sant'Antonio Abate di Ranverso, Stadera per la pesa dei maiali

In Italia la prima precettoria fu quella di [Abbazia di Sant'Antonio Abate di Ranverso (Buttigliera Alta)|Sant'Antonio di Ranverso]] in val Susa (Piemonte), ma subito ne sorsero altre a Roma, Sarno, Barletta, Bari; e nel 1253 gli Antoniani di Vienne costituirono una vera e propria unità medica mobile che doveva seguire ovunque la corte papale.

Nello stesso tempo sorsero e cominciarono inevitabilmente ad acuirsi i contrasti con l'abbazia di Montmajur. Già nel 1254 gli Antoniani convocarono un proprio Capitolo Generale, denunciando così di ritenersi non un priorato dipendete dai benedettini, ma un istituto religioso autonomo.

Verso la fine del XIII secolo divenne Gran Maestro Aimone de Montigny, il quale si mise in aperta opposizione con i Benedettini quando l'abate Etienne, dopo avergli concesso pro bono pacis il possesso della chiesa di Saint Antoine, glielo revocò in favore di un discendente di Jocelin, Graton de Chateau Neuf, benedettino di nobile lignaggio.

Lo scontro diventò aperto: il fratello di Graton, Ainard, prese le armi contro gli Antoniani, i quali chiesero a loro volta sostegno difensivo al conte di Puy-Richard: alla fine la questione fu risolta per mezzo di una pace sottoscritta nel 1297 nella vicina città di Romans-sur-Isère grazie ai buoni uffici di Umberto I de la Tour-du-Pin, Delfino del Viennois: Ainard vendette ad Aimone i diritti sulla terra e sull'Abbazia, in cambio di una somma (quinze mille livres) e di un vitalizio per Graton (trois cens livres).

Grazie all'appoggio di papa Bonifacio VIII, il 10 giugno dello stesso anno il monastero divenne Abbazia e il gran Maestro di conseguenza divenne abate; il papa trasformò i monaci di Vienne in un ordine religiosodi canonici regolari retti dalla regola di sant'Agostino e concesse loro le esenzioni dalla giurisdizione del vescovo[13]. Il Capitolo generale del 1298 approvò la nuova Regola, redasse il primo statuto e cambiò il proprio nome in Ordine dei Canonici Regolari di Sant'Antonio di Vienne, trasformandosi così da militare-ospitaliero in un ordine strettamente religioso con funzioni ospitaliere.

Di fatto l'Ordine, svicolatosi dai Benedettini, divenne un ordine religioso dipendente da Roma: entro pochi anni (1312) tutte le precettorie accolsero la nuova Regola.

Il Trecento fu il secolo d'oro per la fioritura dell'Ordine, che fondò centinaia e centinaia di precettorie in tutta Europa ed acquisì privilegi, donazioni e il priorato su parecchie abbazie. La fortuna economica lo rese anche oggetto di critiche e satira: ricordiamo infatti l'asprezza di Dante nel Paradiso: Di questo ingrassa il porco sant' Antonio[14] e l'arguzia degli sberleffi di Boccaccio nel ritratto di frate Cipolla, questuante furbo e ciarliero[15].

Per tutto il Quattrocento e fino alla metà del Cinquecento l'Ordine proseguì la sua solida attività, come attestato dalle cronache del tempo: nel 1534 per le stampe di un editore lionese fu compilato perfino un compendio di Storie Antoniane[16].

Declino e fine

Statua di Sant'Antonio abatechiesa di Sant'Eligio a Ripa

Dalla seconda meta del Cinquecento le sorti cambiarono, dapprima per una serie di assalti alle floride precettorie francesi, sia per rapina sia per motivi religiosi (erano gli anni della guerra con gli Ugonotti).

Tuttavia la crisi dell'Ordine era dovuta a ragioni più profonde ed interne:

  • gli ordini ospitalieri sul modello degli Antoniani di Vienne erano nati numerosi, e nel XVII secolo i loro ospedali cominciarono ad essere accorpati, per una più razionale distribuzione delle forze e anche a volte per ragioni politiche;
  • non secondarie furono anche le condizioni di vita in Europa: l'ultima grande peste generale fu quella del 1630, dopo la quale il flagello non scomparve ma divenne più limitato nel territorio; le colture migliorarono, e molte epidemie di origine alimentare si attenuarono (anche se alcuni storici ritengono che, per esempio, all'accensione della scintilla della Rivoluzione Francese non fu estranea una ennesima epidemia di ergotismo[17])
  • la crescita dell'Ordine aveva portato scontri di potere; annosi processi coinvolsero l'abbazia in liti contro i vicini ma anche contro altri monasteri o contro gli stessi appartenenti all'Ordine, e ciò ne aveva inevitabilmente minato le fondamenta, portando ad una vera e propria decadenza.

Dai documenti del Fondo dell'Ordine di Sant'Antonio in Viennois si ricava che il 1774 fu un anno cruciale: l'Ordine perse molte delle sue proprietà e delle rendite di cui godeva, ed il Capitolo Generale fu costretto a deliberare l'unione con l'Ordine di Malta[18], ordine con la stessa vocazione ospitaliera.

Statua di Sant'Antonio abatechiesa di San Severo

L'abolizione ufficiale venne con la bolla Rerum humanarum condicio emessa il 17 dicembre 1776 da Papa Pio VI; cessarono le decime pagate al re di Francia, e monaci e beni passarono all'Ordine di Malta.

Analoga sorte toccò alle precettorie sparse fuori dal territorio francese; quasi tutte passarono all'Ordine di Malta. In particolare in Italia, dove la situazione geopolitica era molto suddivisa, i passaggi furono più variegati. Nel Regno di Napoli il beneficiario fu il borbonico Ordine Costantiniano di San Giorgio. Nel resto della penisola, i monaci passarono all'Ordine di Malta, mentre i beni furono donati talvolta a quest'ultimo talvolta ad altri Ordini presenti sul territorio e legati ai Signori locali (vedi il caso per esempio di Sant'Antonio di Ranverso, dove i diritti di proprietà sui beni mobili e immobili passarono all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (attuale Ordine Mauriziano), molto vicino alla famiglia Savoia.