Nel Salento i carnevale si organizzava con un festino in casa, liberando lo spazio dai pochi mobili per fare spazio alla coppie

Il carnevale nel Salento ha origini antichissime e nella tradizione cattolica si festeggia prima dell'inizio della quaresima. Carnevale dal latino " carmen levare " tradotto in " carne-vale o carnasciale ", anticamente indicava il banchetto di abolizione della carne e si teneva prima dell'inizio della Quaresima, periodo di astinenza e digiuno. Il Carnevale ha inizio il 17 gennaio con la "focara di Sant'Antonio te lu fuecu" te Noule dove si raccolgono 100.000 fascine di vite, per costruire e  alimentare la "Fòcara" (che sarebbe un grande falò), ed intorno ad essa per 3 giorni si canta e si balla al ritmo frenetico della pizzica, antica danza di origini salentine per propiziare un anno di raccolto buono e abbondante, dopo la chiusura della festa diverse famiglie di Novoli si organizzavano per il carnevale  dando la disponibilità agli amici di allestire un festino nella propria casa liberando lo spazio della stanza più grande per fare entrare le maschere, balli, coriandoli, tanti confetti e poi a occhi bendati a turno si provava a  rompere la pignata con la sorpresa dentro. 

Ma cos'è questa "Pignata di Novoli"?  = Pentolaccia

La tradizione della pentolaccia, più o meno sentita in diverse parti d’Italia, ha  origini antiche; risale infatti al Medioevo, quando veniva celebrata il giovedì di mezza Quaresima. Molti associano questa tradizione alla cultura messicana anche se in realtà arrivò dalla Cina grazie a Marco Polo e si diffuse in tutte le regioni italiane e poi in Spagna dove la prima domenica di Quaresima viene detta domingo de piñata.
Questo rito ha diverse spiegazioni. Qualcuno lo considera di buon augurio per l’anno nuovo vista la vicinanza con l’equinozio di primavera (un tempo l’anno iniziava in date diverse tra cui il 25 marzo); altri  lo vedono come un invito ad astenersi dai peccati di gola durante il successivo periodo.
In Puglia a metà della Quaresima c’era l’usanza di riunirsi in campagna e rompere un vaso di creta che era stato riempito di frutta secca, noci, lupini, e altri prodotti della terra, cioccolato e caramelle. Gli adulti, bendati, dovevano rompere il recipiente; al termine si consumava una focaccia ripiena di verdura, cipolla e pesce, i taralli e accompagnare il tutto con un bicchiere di buon vino. Nel Salento a Novol la pignata (cioè la pentolaccia) si svolgeva a cavallo tra Carnevale e la Quaresima ed era riempita con caramelle e confetti e veniva appesa al soffitto insieme ad altre che contenevano carbone e cenere; i bambini dovevano romperla e prendere quanti più dolci potevano.
In Basilicata ci si riuniva la prima domenica di Quaresima, detta carnevalicchio, per confrontarsi nel gioco della pignata, la pentola di argilla che si usava per cuocere i fagioli e che in questo caso era riempita di dolci. In alcune zone c’era anche un ballo di Quaresima e la pentola veniva appesa nella sala; qui dame e cavalieri facevano a turno per cercare di romperla: era quindi una festa più da adulti. La stessa cosa accadeva nei salotti delle famiglie napoletane.
La pentolaccia, solitamente di cartone o di cartapesta colorata, viene riempita di coriandoli e dolci. Di norma viene appesa a un albero o al soffitto, nel caso di una festa al chiuso, e a turno si cerca di colpirla per far cadere il contenuto. 

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