Ma perché i Cappellani di quella Cappella di SantAntonio Abate del fuoco a Ceglie erano di Novoli provincia di Lecce? Non mi è stato possibile saperlo.

La prima Chiesa Italiana dedicata a Sant'Antonio Abate

Con atto del notaio Tommaso Lamarina, datato 12 aprile 1683, riporta l’inventario dei beni immobili di proprietà della Cappella di Sant’Antonio di Vienna situata dentro la Terra dei Ceglie. Beneficiario di detti beni (Grància o Beneficio) era il clerico Giuseppe Oltavy della Terra di Turris Paludarum (odierna Torrepaduli, prov. di Lecce), diocesi di Ugento. In seguito, nel 1748, quel Beneficio veniva goduto, invece, dal Cappellano rev. Don Giuseppe Manfredi di Scorrano (LE), il quale fu investito dal Cardinale Francesco Pignatelli, arcivescovo di Napoli (Napoli 6.2.1652 – ivi 5.12.1734). Fu arcivescovo di Taranto dal 27.9.1683, Nunzio apostolico in Polonia fino al 1703). Ma perché i Cappellani di quella Cappella erano della provincia di Lecce? Non mi è stato possibile saperlo.

CEGLIE E LA MESSAPIA
di Pasquale Elia

Come ho già scritto in altra mia ricerca la nostra città di CEGLIE e altre con lo stesso nome della nostra sparse per l’Europa, furono certamente fondate da popolazioni di origine Illirica. L’Illiria o Illirico, in latino Illiricum era una antica regione che nel periodo di massima espansione occupava la parte occidentale della penisola balcanica, dal Danubio all’Epiro, verso la costa sud orientale del Mare Adriatico. Era abitata dagli Illiri, antica popolazione avente lingua indoeuropea L’Illiria fu anche una antica provincia della Repubblica romana che all’inizio del periodo imperiale fu suddivisa nella regione augustea della Regio X, Venetia et Histria. Ad est del fiume Adige iniziava l’Illiricum oltre alle due nuove province di Pannonia e Dalmazia. Gli Illiri ebbero rapporti commerciali e conflitti con i loro vicini. A Sud e lungo le coste del Mare Adriatico, gli Illiri subirono l’influenza dei greci, che vi fondarono delle postazioni commerciali..

MESSAPIA è il territorio abitato dai Messapi corrispondente alle attuali province di Brindisi, Taranto e Lecce che, anticamente, fu chiamato Calabria.I Calabri erano uno dei due gruppi cui si divideva l’antico popolo dei Messapi stanziato nell’attuale penisola Salentina. I Calabri verso il Mare Adriatico e i Sallentini verso lo Ionio. Dopo la conquista romana del Salento (3° sec. a. C.), il loro nome prevalse e la penisola fu denominata Calabria, nome che nel 7° sec. si estese alla terza regione augustea comprendente la Lucania e il Bruttium. I Bruzi erano un piccolo popolo di stirpe italica che abitarono la quasi totalità dell’odierna Calabria che in epoche successive fu la parte meridionale della Regio III augustea Lucania e Brutti.

“La regione Calabria o Messapia, che confinava colla Sallentina (regione) dalla linea tratta da Idrunto a Manduria dal lato occidentale, e settentrionale avea l’Adriatico, e dall’occidentale era separata dalla Peucezia da una linea tratta da Brindisi alla regione Tarentina” (Antica Topografia Istorica del Regno di Napoli dell’Abate Domenico Romanelli).
“Tutta quella parte della nostra penisola boreale che dal lato del mare Adriatico toccava Brindisi, e dall’opposto arrivava alla regione Tarentina non con altro nome fu da’ Greci scrittori appellata che di Messapia……….narrando l’arrivo de’ Cretesi in questo lido, e la città di Hyria da lor fabbricata, aggiunse, che cambiando il natio nome da Cretesi fossero divenuti Giapigi-Messapj: pro Cretensibus Iapiges Messapioe evasisse. Da questo passo non solo restiamo convinti che tutto questo tratto entrasse nella regione Giapigia, ma dappiù, che una parte della Giapigia, fosse detta Messapica, dove i Cretesi fondarono per loro dimora….Non va alcun dubbio che questo tratto della penisola, secondo le addotte testimonianze, e per altro, che dovremo produrre, fosse una parte della Giapigia, col nome di Messapia da’ Greci appellata. (Antica Topografia Istorica del Regno di Napoli dell’Abate Domenico Romanelli).

Il nome Messapia, secondo l’opinione di alcuni studiosi deriva dal caldeo “Messap” con il significato di “vento”, poiché questa parte dell’Italia era più spesso devastata dai venti. “I caldei furono un popolo semita abitante la parte meridionale della Mesopotamia la cui esistenza è attestata fin da IX sec. a. C.” (Muhammad Dandamayev, Chaldeans, in Enciclopedia Iranica). “Quale esser possa l’etimologia di questo vocabolo, o se derivi da Messapo uno de’ favolosi condottieri de’ Greci, come afferma Strabone, e poi Plinio, o se possa dedursi dalla voce orientale “Messap” cioè “vento” non è dato sapere aggiunge lo scrivente. Secondo altri studiosi invece Messapo, eponimo dei Messapi,“uno de’ favolosi condottieri greci”, scrive l’Abate Domenico Romanelli, un’altra tradizione invece l’eponimo dei Messapi sarebbe “un eroe illirico”. Messapo era figlio di Nettuno, principe di Beozia (regione storica della Grecia), eccellente allevatore e addestratore di cavalli, il quale si pose sotto le bandiere di Turno contro i troiani ed in quella guerra si distinse per brillanti ed eroiche gesta.

L’origine dei Messapi è incerta, probabilmente si deve a flussi migratori mai dimostrati di origine illirica o egeo-anatolica giunti in Puglia alle soglie dell’età del ferro intorno al IX sec. a. C. L’ipotesi illirica, oggi la più accettata dagli studiosi è supportata soprattutto da considerazioni di tipo linguistico 
I Messapi, antica popolazione, Illirica per alcuni, od Anatolica per altri, combattiva ed indipendente della Puglia, stanziata assieme ai Calabri e Sallentini nella Penisola Salentina (antica Calabria), sono collocati nell’Italia Meridionale ed il re era proprio lui, Messapo, il quale secondo Strabone dalla Beozia (antica regione della Grecia) raggiunse la Puglia ed in particolare il Salento. Anatolia storicamente nota con il nome di Asia Minore è geograficamente corrispondente alla parte più a ovest dell’Asia occidentale. In parte è ciò che oggi è la maggior parte della Turchia.

I Messapi, dunque, potrebbero essere una antica popolazione emigrata dall’Illiria all’inizio del Primo millennio a. C. La documentazione archeologica mostra l’esistenza, già alla fine del 9° sec. a. C. di rapporti con il mondo greco attestati dal rinvenimento di ceramiche medio geometriche corinzie, cui si affiancano nell’8° sec. a.C. 
I Messapi utilizzavano per le loro iscrizioni un alfabeto greco, più propriamente laconico (sottogruppo linguistico dialettale del greco classico parlato in Beozia), importato certamente dai greci di Taranto. Una dedica in lingua messapica rinvenuta a Ceglie Messapica: Iscrizione votiva in Messapico: “Ana Aprodita Lahona Theotoridda Hipaka Theotoridda Th Aotoras Keosorrihi Biliva”. La stessa iscrizione tradotta in italiano: “Alla dea Afrodite Lahona da parte di Theotoridda e di Hipaka Theodoridda figlia di Thaotor Keosorres”.

Alla luce di quanto sopra esposto, la nostra Ceglia fu sicuramente fondata da popolazione illirica durante le grandi migrazioni, mentre la Messapia deve essere considerata di assoluta origine greca. MESSAPO, infatti, era “ principe dell’antica regione greca Beozia” e “uno dei favolosi condottieri greci” scrive l’Abate Domenico Romanelli.
A riprova di quanto sopra esposto, ovvero, Ceglie di origine illirica, troviamo altre città con questo nome proprio in quei territori che all’epoca furono occupati dalle popolazioni illiriche. Infatti, in Slovenia, esistono altre due città con il nome di Celje, di cui una proprio identica alla nostra “Ceglie”; è una località del Comune di Villa del Nevoso, Comune autonomo fino al 1924 della provincia di Fiume, poi, nel 1924, fu annesso al Comune di Primano (Pola) e nel 1947 annesso alla Iugoslavia. In Croazia esiste altra Celie, in Serbia addirittura tre con quel nome, sempre in Serbia un lago artificiale con il nome Celje, un Monastero vicino alla città Serba di Valjevo chiamato Celje. 
La Regina di Ungheria e Boemia, Barbara, nata a Celje nel 1392, morì a Melnik nel 1451, fu Imperatrice del Sacro Romano Impero e alla sua morte fu sepolta nella Cattedrale di Praga.

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