Laura Fenelli TorNovoliI canonici regolari di sant’Antonio e l’uso delle fonti: gli affreschi di Pistoia e Pescia L’agiografia e la devozione: Ranverso, Novoli, Montalcino, Issenheim, DALL’ICONOGRAFIA ALL’AGIOGRAFIA: ATTRIBUTI E MIRACOLI Le immagini di culto: si

 

 

 Libro di Laura Fenelli dalle stelle alle stalle

Laura Fenelli. SANT’ANTONIO ABATE. PAROLE, RELIQUIE, IMMAGINI.   Tesi di Dottorato in Storia Medievale (ciclo XIX), Università di Bologna Tutor: prof. M. Montanari. Esame finale: giugno 2007. commissione giudicatrice: prof. M. Bacci (Università di Siena), A. Benvenuti (Università di Firenze), prof. M. Montanari (Università di Bologna), R. Fedriga (Università di Bologna) 
 
INTRODUZIONE: RICERCHE, METODI, PROBLEMI.  LE PAROLE: IL CORPUS AGIOGRAFICO ANTONIANO  La prima biografia di Antonio: la Vita Antonii  La Vita Pauli e il topos dell’incontro tra eremiti  La leggenda di Patras: Antonio, Frontonio, Front de Perigueux  Antonio e Alfonso Buen Hombre: una leggenda orientale?  La prima traslazione: la leggenda di Teofilo  La Vita Antonii e la sua diffusione in ambiente domenicano  Jocelino e la traslazione delle reliquie in Delfinato  L’ignis sacer e i canonici regolari di sant’Antonio  La sistematizzazione delle leggende antoniane: le circostanze della composizione dei due libri illustrati sulla vita di sant’Antonio  La struttura dei libri illustrati: un’agiografia per immagini  Pierre de Lanoy: un volgarizzamento complesso  La tradizione francese dei libri a stampa  Aymar Falco e il giudizio sul corpus agiografico  Sant’Antonio all’inferno: le orazioni lombardo-abruzzesi  
 
DALL’AGIOGRAFIA ALLE IMMAGINI: I CICLI ILLUSTRANTI LA VITA DI SANT’ANTONIO ABATE  Antonio, Paolo, Onofrio e Pafnuzio: le Tebaidi  Antonio e Paolo: dalla Tebaide alla leggenda agiografica  Antonio e Paolo: dalla Tebaide alla leggenda agiografica  La leggenda agiografica antoniana: alcune osservazioni preliminari su cicli frammentari  La tentazione della lussuria: un’iconografia senza agiografia?  Un corpus agiografico per immagini: il caso di cinque altari  I canonici regolari di sant’Antonio e l’uso delle fonti: gli affreschi di Pistoia e Pescia  L’agiografia e la devozione: Ranverso, Novoli, Montalcino, Issenheim, Clans  

 DALL’ICONOGRAFIA ALL’AGIOGRAFIA: ATTRIBUTI E MIRACOLI  Le immagini di culto: significato e diffusione degli attributi  Interpretazioni e risemantizzazione degli attributi  Sant’Antonio vendicatore con il fuoco: testi e immagini  
 
BIBLIOGRAFIA  Fonti  Studi  Referenze fotografiche 
 
La tesi di dottorato in Storia medievale dal titolo “Sant’Antonio Abate. Parole, reliquie, immagini”, svolta presso il dipartimento di Paleografia e Medivistica dell’Università di Bologna, sotto la supervisione del professor Massimo Montanari, analizza la figura di sant’Antonio abate tra X e XVI secolo. Partendo da due presupposti fondamentali – l’unitarietà del corpus agiografico antoniano e il ruolo avuto dai canonici nel diffonderne il culto – lo studio si configura come percorso di testi e immagini, cercando di approfondire sia le fonti scritte, i loro reciproci rapporti e i legami con altri racconti agiografici, sia le raffigurazioni, nel loro duplice configurarsi in cicli narrativi e immagini di culto. Particolare attenzione è dedicata all’ampliamento, nei secoli, del dossier agiografico del santo, a partire dalle prime biografie di IV secolo fino alle leggende di XV e XVI secolo che raccontano un santo molto diverso dall’eremita vissuto nel deserto egiziano tra 250 e 356. Accanto ai testi e alle loro modificazioni, elemento centrale è rivestito dalle reliquie, che si insericono, accanto alle immagini, in una materialità del culto che è fatta di traslazioni, taumaturgia, miracoli.  La ricerca non ha la pretesa di essere un censimento completo delle occorrenze dell’immagine di sant’Antonio Abate, ma si è scelto, pur cercando di fornire un catalogo esaustivo, di lavorare per tipologie, soprattutto nell’affrontare i cicli agiografici, analizzando prima alcuni temi che  si prestavano a ricerche trasversali, con l’utilizzo di un materiale molto diverso per zona di produzione, contesto figurativo, materialità, stile, poi studiando nel dettaglio tra i numerosissimi cicli agiografici dedicati al santo eremita in Italia, in Francia, in Spagna e in Germania, sei altari e cinque cicli affrescati che, messi in relazione con molteplici altri esempi, rappresentassero un campione significativo. Nell’analisi, senza trascurare di fornire la bibliografia più aggiornata su problemi prettamente storico-artistici, si è cercato di privilegiare i problemi di storia delle immagini focalizzando l’attenzione sui contesti, sulla percezione e la visione che i fedeli avevano delle opere, sulla committenza e le sue esigenze e sugli aspetti propriamente iconografici, dalla scelta degli episodi da rappresentare al significato di alcuni dettagli.  
Raccogliendo il materiale testuale e figurativo su sant’Antonio abate, la ricerca si è andata configurando anche come un’esplorazione metodologica, provando a ribaltare il tradizionale rapporto tra parola scritta e opera figurativa. Da un lato, infatti, sono i cicli agiografici, che dipendono strettamente dai testi e da loro derivano, dall’altro sono invece le immagini di culto, con il santo accompagnato dagli attributi, dove il tau, il fuoco, il maiale raccontano una vicenda che non procede dai testi, ma che è destinata a mettere in circolazione nuove leggende, in cui l’eremita ricompare associato a questi elementi. I documenti figurativi, dunque, non solo come mezzo che vive e circola accanto ai testi, ma come fonte che li precede e li genera, in un continua circolarità tra mezzi comunicativi, tra parola scritta e immagine. 
 
  PROFILO Laura Fenelli (Parma, 1980) si è laureata in Lettere Moderne nel 2003 presso l’Università di Bologna con una tesi in storia dell’Arte Medievale dal titolo: “Sant’Antonio Abate. storia leggenda iconografia” seguita dai prof. Massimo Ferretti e Massimo Montanari.  Le sue ricerche iniziali – pubblicate presso il Cisam nel 2007 – si sono concentrate sulla storia dei canonici regolari di sant’Antonio Abate, analizzando in particolare gli aspetti sociali, economici e assistenziali della vita dell’ordine (pellegrinaggio medievale a Saint-Antoine, privilegi di questua, allevamento del maiale, terapie messe in atto negli ospedali antoniani per la cura dei malati di “fuoco di sant’Antonio”).  La tesi di dottorato, discussa nel giugno 2007 presso il dipartimento di Paleografia e Medievistica dell’Università di Bologna ha analizzato la figura di sant’Antonio Abate attraverso un intreccio di fonti diverse: i testi agiografici, le leggende tardo medievali, il patrimonio folklorico, ma soprattutto le testimonianze iconografiche.  Nella primavera del 2006 ha trascorso un periodo di ricerca di tre mesi e mezzo a Parigi presso l’École des hautes Études en Sciences sociales, sotto la supervisione del prof. J.C. Schmitt. Attualmente è borsista Marco Polo (Incentivo per la formazione all’estero dei giovani ricercatori) a presso l’Institut für Kunstwissenschaft und Ästhetik (Berlin, Universität der Künste), sotto la direzione della prof. dr. Tanja Michalsky. Le sue ricerche attuali si concentrano sul tema delle immagini miracolose tra Oriente e Occidente nel Basso Medioevo. 
 
Pubblicazioni:  Porci per la città. Statuti urbani e privilegi papali per la circolazione dei maiali di sant’Antonio in Laboratorio sulle fonti di archivio. Ricerche su società e istituzioni a Bologna nel tardo Trecento,a 
cura di A. Campanini, R. Rinaldi, Quadernone del Dipartimento di Paleografia e Medievistica, Ricerche e Strumenti, Bologna, 2005. 
 
Il tau, il fuoco e il maiale. I canonici regolari di sant’Antonio Abate tra assistenza e devozione, Spoleto, 2006. 
 
Un manoscritto bolognese del primo Trecento: testi e immagini per la costruzione dell’iconografia di un santo, in El Trecento en obra, Atti del convegno internazionale di studi, Barcellona, 2-6 maggio 2007 (data di pubblicazione prevista: gennaio 2008). 

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