LA STADERA DI RANVERSO TEMPO DI RICERCA di Ersilio Teifreto / Il toponimo del Borgo di Sant’Antonio Abate di Ranverso coincide al Santo Eremita Egiziano da cui erano nati i cavalieri cristiani Antoniani , un luogo speciale con viali, una graziosa piazzetta e una Chiesa.

LA STADERA DI RANVERSO TEMPO DI RICERCA di Ersilio Teifreto

Il toponimo del  Borgo di Sant’Antonio Abate di Ranverso coincide al  Santo Eremita Egiziano da cui  erano nati i cavalieri cristiani Antoniani , un  luogo speciale con viali, una graziosa piazzetta e una Chiesa, la sua posizione si trova nella Collina Morenica lungo la strada Via Francigena ,tra Rivoli ,Buttigliera Alta e Rosta nei secoli passati fu  una comoda zona di passaggio per i traffici commerciali, e molto trafficata dai Pellegrini che si recavano a Roma, ideale per organizzarvi fiere; nel concentrico della Precettoria di Ranverso di Sant’Antonio  Abate era stato costruito pure l'Ospedale che dava cure e assistenze  ai pellegrini che desideravano guarire dal «fuoco di Sant'Antonio». A testimoniare la vivacità della zona, “Rescritto di inibizione di Sua Altezza Reale alla Comunità di Buttigliera, ed al Podestà, e Uomini dello stesso luogo di molestare quelli di Rivoli, ed altri che in occasione di feste, o fiere a Sant’Antonio di Ranverso si portano a tenere cabaretti, o vender vino al minuto vicino al Campanile . La Stadera visibile a Ranverso non era solo di uso privato all’Ordine del Mauriziano, ma era un  peso pubblico utilizzabile da tutti i paesi limitrofi, dai ricordi dei nativi nella zona ricordano solo la concessione a Giuseppe Merlo nel 1892, per “l’impianto di peso pubblico sulla strada comunale ce conduceva  a Rivoli ‘, malgrado debbano passare poi circa quindici anni per l’acquisto del “peso di ponte a bilico costruita dalla Ditta  Caprile Luigi’ di Torino(1907-1908): e pensare che le “Tavole di ragguaglio degli antichi pesi e misure’ erano pronte dal 1849! Il peso pubblico fu dotato di regolamento solo nel 1921, anno a cui risale l’affitto di Giuseppe Miotto, per passare poi nel 1925-1926 a Francesco Bonavia.

Anche  la maggior parte dei Rostesi tradizionalmente la impegnarono per le loro attività agricole, in queglia nni è esistito un tessuto sociale molto vivace e articolato, dedito all’artigianato e al commercio. Tra gli anni Trenta e Quaranta del XX secolo i documenti sono particolarmente generosi di nomi: tra gli artigiani si distinguono il meccanico Alessandro Gilli, la sarta Maria Rossi Andreoli (1941), il fabbro Girodo che nel 1945 aprì un laboratorio in aggiunta a quello già esistente di Edoardo Gilli. Nello stesso periodo doveva essere piuttosto diffuso l’esercizio del commercio ambulante, considerato l’alto numero di licenze rilasciate, ad esempio, ai carrettieri Francesco e Davide Gilli (1936), al venditore di formaggi Secondo Simone (1937), al cenciaiuolo e rivenditore di cose usate Giuseppe Damiano (1945)

ricerca di Ersilio Teifreto del Blog ToriNovoli