Il grande Charlie Shaplin parla del nostro Castallanetano Rodolfo Valentino lui che con il suo sguardo incantava le donne.

veramente Rodolfo Valentino?
Ecco la biografia curata da Roberto Parisi

Torino rilevatore Ersilio Teifreto

Il grande Charlie Shaplin parla del nostro Castallanetano Rodolfo Valentino lui che con il suo sguardo incantava le donne.

Un viaggio nella personalit? della prima vera star dei tempi moderni, un grande comunicatore del Novecento capace di sedurre donne e uomini, di condizionare la loro vita. Attore, ballerino, scrittore, poeta. Ma chi era veramente Rodolfo Valentino?

Nella biografia Rodolfo Valentino. L’uomo, l’artista, il seduttore (Anordest) firmata dal giornalista di RTL 102.5 Roberto Parisi, il “divo” del bianco e nero primonovecentesco appare quasi al centro di una dicotomia estetica: giovane capriccioso arrivato all’apice del successo prima di diventare uomo o primo mito dell’era moderna consumistica costruito ad arte per soddisfare i desideri femminili?

Nato a Castellaneta in Puglia nel 1895, la sua morte a New York a soli 31 anni è accolta da scene di isteria e diversi suicidi. Charlie Chaplin disse alla prematura scomparsa del suo amico che era "talmente immenso che la sua morte improvvisa causò la più grande tragedia per l'industria di Hollywood".

Valentino viene raccontato nella biografia di Parisi attraverso un’analisi dei suoi comportamenti, le sue frasi più celebri, aneddoti strani che gettano luci nuove e inconsuete sulla memoria del personaggio. Sin da piccolo avvertiva quel senso di soffocamento derivante dalla realtà che lo circondava nel sud della Puglia, prima a Castellaneta e poi nella vicina Taranto.

Ambiva a viaggiare, a scoprire nuove realtà, come un marinaio pronto a salpare per nuove avventure, non temeva di dover passare dalla piccola comunità pugliese alla capitale francese, o ancor di più a quella americana.

Ma chi è veramente Rodolfo Valentino? L’interrogativo è incalzante, a tratti inquietante lungo tutta la dorsale dell’opera di Parisi. Valentino incantava le donne con l'intensità dello sguardo, le stregava con ogni suo gesto. Soprattutto con le sue movenze, i suoi passi di danza. Forse proprio nel limite di quel silenzio cui era costretto il cinema muto degli anni Venti, è custodito il segreto del suo mito.

Non potendo dare voce ai propri personaggi, gli attori allora cercavano di infondere se stessi in un tratto espressivo e in una dinamica corporale fortemente personalizzati. Valentino fece di più, portando questo movimento a poesia grazie al ballo. E fu quel ballo il primo contatto con gli spettatori dell'epoca. Li conquistò: donne e uomini.

Non è un caso che in questo libro venga dato ampio spazio alla sua supposta omosessualità. Seppe inseguire oltreoceano quel sogno che lo infiammava sin da bambino, sicché si può arrivare a dire, come fa capire teneramente Parisi, che visse come “un giovane dio dell'amore”. Imperatore di un Olimpo della celluloide che muoverà i suoi passi forse proprio dai suoi occhi.

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