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Gli Usa: "No al compromesso storico"

La Dc nel caos. La paura per il Pci al governo. Le gole profonde di Kissinger. Nei nuovi cablo di Assange, la strategia dei vertici della diplomazia degli Stati Uniti contro il patto Moro-Berlinguer negli anni Settanta

di Paolo Forcellini e Stefania Maurizi

   
   

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Gli Usa: No al compromesso storico

La stretta di mano tra il segretario del Pci Berlinguer e il presidente della Dc Aldo Moro il 28 giugno 1977

Lo scorso 8 aprile, parlando della necessità di «larghe intese» per uscire dallo stallo politico, Giorgio Napolitano ha rievocato la strategia berlingueriana del compromesso storico tra Partito comunista e Democrazia cristiana negli anni Settanta. È una delle ironie della storia vedere come il tempo ha rovesciato le carte della politica italiana in una sorta di gioco di specchi.

Napolitano, il comunista a cui oltre trent'anni fa gli americani negarono il visto di ingresso negli Usa, per evitare di dare «un attestato di rispettabilità» al Pci, oggi non solo è l'italiano più amato dalla Casa Bianca, ma è anche il grande sponsor di un possibile compromesso, simile a quello inviso agli americani ai tempi di Richard Nixon, Gerald Ford e del potente segretario di Stato Henry Kissinger.

A confermare l'opposizione netta a un accordo tra la Dc e il partito di Berlinguer, rivelando anche i retroscena delle mosse diplomatiche americane, sono i "Kissinger Cables" di WikiLeaks , appena pubblicati dall'organizzazione di Julian Assange e ai quali "l'Espresso" ha avuto accesso esclusivo per l'Italia in collaborazione con "Repubblica".