Paradossalmente sono state effettuate invece indagini accurate, peraltro su un territorio molto esteso, riguardanti un elemento assolutamente secondario ai fini della necessaria conoscenza del sottosuolo: i massi erratici. Come s’intuisce dalla stessa definizione, si tratta di elementi assolutamente puntuali che non rappresentano elementi certi e utili all’interpretazione litostratigrafica del sottosuolo interessato dall’opera. L’accuratezza di questo studio è encomiabile ma di dubbia utilità. Stupisce la meticolosa ricerca dei massi erratici in un territorio vastissimo da Valgioie, Trana, Villarbasse, sulle colline di Avigliana, Reano, Rivoli spingendosi fino a Grugliasco per analizzare le caratteristiche geomeccaniche dei massi erratici, con campionature di rocce fatte addirittura analizzare in un secondo tempo al microscopio ottico ed elettronico (SEM), per la ricerca di fibre di amianto e altri minerali pericolosi. In particolare, non era mai capitato di 73 veder analizzare un “masso erratico” frantumato (D040 00 R69RG GE0005 01 REV A) a Grugliasco che in tutta sincerità sembra piuttosto un cumulo di pietroni scaricati da un camion. Interessate anche l’analisi del masso di Villarbasse, posto in mezzo ad una rotonda appena realizzata con visibili segni di benna meccanica; massi che in passato saranno pure stati erratici ma che dopo lo spostamento lo sono ancora di più (innaturalmente).