Termine Cameretta .Quella di MAX Camerette è una storia italiana, degna di nota e di attenzione dove famiglia, imprenditoria e arte diventano ideali protagoniste. Mauro Pecchenino.

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“La camera di Arles” e altre cose si visitano a Torino

gennaio 18, 2016 by admin
Categoria: Cosa bolle in Pentola

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Sono anni di crisi e l’impresa italiana non ne è immune. Per un giornale però è più interessante scrivere di storie positive che in qualche modo allontanino la crisi. E quando si scrive di impresa italiana viene naturale pensare ad un uomo che ha iniziato e a una famiglia che ha continuato.

La storia di Ersilio Teifreto e di MAX Camerette corrisponde proprio a questo assunto. Lui è partito dalla Puglia e, ebanista esperto, ha iniziato a pensare ad un’impresa di mobili per la casa. Insieme alla moglie Pina ha dato vita, alla fine degli anni Settanta, a MAX Camerette, portando per la prima volta in Italia e seguendo il metodo Montessori, il concetto di “cameretta” per i bambini, uno spazio dove vivere, studiare, riposare, giocare, passare il tempo.

Poi è arrivato suo figlio Massimiliano Teifreto, oggi amministratore dell’azienda, sempre impegnato a supervisionare tutto, per esser certo che tutto funzioni alla perfezione. Con il trascorrere degli anni hanno messo a punto tante iniziative che hanno incontrato l’apprezzamento di molti visitatori.

Ricordiamo “Web Watch”, in collaborazione con Doimo Citylife e Safe Network, (aiuta ad evitare cattivi incontri sulla Rete); “La schiena va a scuola” (un’importante iniziativa che aiuta a evitare posture sbagliate per i giovanissimi, in collaborazione con la Società Italiana di ergonomia e L’Associazione Italiana Fisioterapisti (AIFI) e Baby Pit Stop, uno spazio esclusivo, riservato e dedicato alle mamme che devono allattare i loro piccoli all’interno di MAX Camerette, come è abitudine in tutti i Paesi Nordici.

In collaborazione con il Consorzio San Luca di Torino, che ha realizzato l’opera ed è presieduto da Michelangelo Varetto , hanno messo a punto, tramite le tecniche della Comunicazione d’Impresa, con una iniziativa (per la prima volta a Torino) di “adozione culturale”, la visita al pubblico e alle scuole de “La camera di Arles”, riproduzione a grandezza naturale del capolavoro omonimo di Vincent Van Gogh.

Oltre  a continuare la visita della Camera di Arles, ci sono altri tre appuntamenti, tutti di sabato: il 27 febbraio e il protagonista sarà appunto Web Watch, il 26 marzo e il 23 aprile presso la sede torinese, aprendo al pubblico la propria azienda, arricchita da questa suggestiva riproduzione e dalle altre iniziative.

Quella di MAX Camerette è una storia italiana, degna di nota e di attenzione dove famiglia, imprenditoria e arte diventano ideali protagoniste.

Mauro Pecchenino

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La Fòcara di Novoli, il fuoco come segno di rinascita

gennaio 4, 2016 by admin
Categoria: Cosa bolle in Pentola

Focara, Novoli

Il fuoco dona calore, ma è anche luogo di incontro, di chiacchiera, di festa, di socializzazione. Da sempre. Basti pensare alle conversazioni all’interno di una casa, intorno a un camino o alle feste sulla spiaggia, quando all’arrivo della notte il fuoco fa luce, compagnia, calore.

Su questi principi semplici, tipici della cultura contadina, tra rito religioso e festa pagana, ogni anno nel Salento e, in particolare a Novoli, in provincia di Lecce, prende vita la Fòcara, la festa del fuoco. Quest’anno si svolge dal 16 al 18 gennaio, con eco in altre parti del Salento e un richiamo da ogni parte d’Italia e del mondo. Un connubio di arte, con una spettacolare installazione di Gianfranco Baruchello l’artista italiano che attraverso la Francia ha conosciuto la fama internazionale; cultura e quella della terra in particolare; cibo, vino, musica. Questa festa tradizionale ha sempre avuto negli anni una particolare vicinanza con grandi artisti: iniziò Mimmo Paladino con i suoi cavalli e poi fu la volta di altri maestri come Kounellis e Nespolo.

La festa e il rito del fuoco sono dedicati a Sant’Antonio Abate, l’eremita egiziano vissuto nel Trecento. Viene costruita dalla gente, grazie a una catena umana, una sorta di “piramide” di una trentina di metri, formata da circa 100.000 fascine di tralci di vite e così, senza mezzi meccanici , ma con uno spirito all green, viene acceso il fuoco e tutto intorno si balla, si parla, si canta.

Il fuoco brucia e insieme a lui l’immagine del Santo, in un rogo che diventa simbolo di purificazione, di rinascita e di auspicio per futuri positivi e fertili raccolti. E il popolo, unito e coinvolto, vive con partecipazione questo momento di gioia e speranza. Per questa edizione il comune di Novoli ha dato vita anche allo Spazio Fòcara, dove organizzare vari eventi e dare ulteriore impulso alla folla dei partecipanti.

Portavoce nel nord Italia di questa tradizione è l’imprenditore Ersilio Teifreto, originario di Novoli e da molti anni attivo a Torino. Con la voce rotta dall’emozione ricorda la sua infanzia e i tanti appuntamenti con questa festa, e la racconta anche attraverso le pagine di un blog che cura personalmente.

Della Fòcara hanno scritto tanti media, tra i quali National Geographic, e ne parla anche Dante, in riferimento ad un fuoco che scalda e che colloca nelle alture del Pesarese e che ha nel rito di Novoli il suo ideale discendente.

Mauro Pecchenino

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A Bologna, un angolo di Francia

dicembre 21, 2015 by admin
Categoria: Cosa bolle in Pentola

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Gout de France è il titolo di una mostra fotografica insolita, che ha aperto le porte nel cuore di Bologna, da Roche Bobois.

Promossa da Atout-France, Ente del Turismo Francese, ha voluto stimolare la curiosità e l’interesse per la Francia, unendo turismo, design, enogastronomia con un viaggio fotografico tra profumi, sapori e colori di questa splendida nazione.

Un itinerario artistico in cui tre giovani fotografi, hanno interpretato con la loro creatività e sensibilità, paesaggi, edifici storici, eccellenze enogastronomiche, design d’avanguardia.

Un originale connubio animato dalla presentazione di Daniele Corsini e di alcune sue opere esposte. Le possiamo chiamare “ Emozioni”… che catturano visivamente e interiormente.

In particolar modo, ci ha colpito l’interpretazione di Parigi tramite la Tour Eiffel: un fascio di luce che irradia energia vitale, dice l’artista, ed è proprio così, una vera esplosione, un faro nella notte.

Così per Marsiglia, abbinata alla bouillabaisse o per Nantes con “les machines de l’Ile”, un gigantesco elefante alto 12 metri che, per un gioco fotografico d’immagini sovrapposte, simula il movimento. Nella sua originale pesantezza, riesce a trasmettere dinamicità.

Una mostra molto originale, ambientata tra complementi d’arredo, perfettamente in sintonia con i loro cromatismi.

Carla Aghito

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  • L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
  • Baby Pit Stop

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    Nelle scorse settimane si è scritto e parlato molto, troppo, di unioni civili e tutto quanto ruota intorno a questo aspetto, in Italia. Non entriamo nel merito delle discussioni, come al solito, in Italia, più politiche che reali e programmatiche. Ma ci stupisce sempre quanto questo Paese sia lontano, dal punto di vista del welfare pratico, dagli altri Paesi europei, nei confronti di chi ha un bambino piccolo. In Italia ci sono poche nascite, di contro c’è poca assistenza, poco welfare appunto e una nuova nascita diventa un problema in più. Anche per quanto riguarda gli aspetti più banali ed è proprio da questi che si vedono le prime differenze. A titolo d’esempio, pensiamo al cambiamento di un pannolino a un neonato o al momento dell’allattamento per chi in Italia si trova fuori casa. Non ci sono strutture e per cambiare un pannolino bisogna sempre chieder favori e situazioni di ripiego. In Europa, soprattutto in Gran Bretagna, Svezia, Olanda, Danimarca e altri esistono spazi specifici, organizzati, per cambiare un pannolino o allattare in pace, al riparo da occhi curiosi. In Italia questi spazi sono un’eccezione. Una di queste eccezioni e bisogna citarla con plauso, è lo show room di Arredare In, Max Camerette, a Torino, dove da alcuni anni per iniziativa dei titolari e fondatori, i Teifreto, c’è uno spazio riservato, armonioso, con una sedia ergonomica per sostenere la schiena nel momento dell’allattamento e per cambiare il pupo e tutto gratuito, anche per chi passa di lì per caso. Questa iniziativa dovrebbe essere un esempio per tutti in Italia, un esempio del fare, al posto del solito bla bla inutile. A presto. See you soon. A la prochaine mauropecchenino@tin.it

  • Eleonora Dafne Arnese, Management Coordinator

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