La Sibilla Ranverso Europea le sibille di Sant’Antonio di Ranverso Ersilio Teifreto figure sibilla/ e Europea

Posted on

News ToriNovoli

APPELLO DI RANVERSO:  SALVAGURDIAMO GLI AFFRESCHI DELLA PICCOLA CAPPELLA SISTINA DEL PIEMONTE.

Durante gli ultimi  lavori di Restauro eseguiti nel 2001 dall’Architetto Gianfranco

Gritella tornano alla luce gli affreschi di figure Sibille,

dagli esperti furono scattate delle foto e consegnate al custode Aldo Andreis ed al

Monsignor Italo Ruffino noi  fummo coinvolti  come partecipi al volontariato , le Sibille verosimilmente secondo Gritella sono: (Evropea) ringraziamo la Soprintendenza delle Belle Arti di Torino per il prezioso lavoro e vigiliamo che non vada assolutamente perduto     nel luogo inedito non visitabile .

Le  Sibille erano state già scoperte dall’Architetto D’Andrate e Bertea quando furono fatti importanti restauri dal 1887  al 1914 furono protette dalle intemperie ,oggi ricompaiono  alla luce durante il  restauro dell’Architetto Gritella, anche se l’umidità è avanzata le orditure del tetto sono state ostruite liberandole da muffe e abbandono.

L’appello di continuare a tenere il tetto libero da erba che può intasare le grondaie viene da Devoti al Santo Antonio Abate e amici di Ranverso le Sibille e tutti gli affreschi presenti nella piccola cappella Sistina della Chiesa di Sant’Antonio di Ranverso continuino “a vivere”.

           

Il solaio sopra le campate centrali della Chiesa dove sono  stati scoperti gli affreschi delle Sibille inaccessibile al pubblico.

Autore Ersilio Teifreto

 

Pubblicati su Sant’ Antonio di Ranverso
FONTE: QUOTIDIANO La Stampa
Venerdì 2 marzo 2001
La scoperta
I lavori di restauro promossi per l’Abbazia di S.Antonio di Ranverso hanno portato alla scoperta si Sibille,di un gruppo di formelle in cotto, decorate con raffinati motivi floreali e geometrici in altorilievo: oltre ad un lotto di duemila formelle dell’Ottocento, gli studiosi hanno ritrovato, nella cella-ghiacciaia del chiostro, sessanta preziosissime formelle –
larghe trenta centimetri per quindici – che sono dei capolavori medievali dell’arte figulina piemontese.
Questo tesoro venne messo al sicuro nel secolo scorso dall’archeologo Alfredo D’Andrade che ordinò la riproduzione, in duemila copie, delle sessanta formelle originali che aveva prelevato dalla facciata dell’Abbazia romanica di S. Antonio di Ranverso, per salvarle dal degrado e per completare il restauro della chiesa che lo impegnò dal 1887 al 1914.
Da quando, all’inizio della prima guerra mondiale, D’Andrade nascose le formelle in una cella del chiostro – il cui ingresso era nascosto da una siepe – nessuno seppe più nulla di quelle.
Fino alla scoperta di questi giorni.

Il restauro
Sono in corso sull’Abbazia di S. Antonio di Ranverso importanti lavori di restauro, voluti e avviati da Emilia Bargoglio, Presidente dell’Ordine Mauriziano, ente proprietario dell’Abbazia, e da Giampaolo Zanetta, direttore dell’Ordine.
I fondi, stanziati dall’Ordine e dalla Regione per complessivi 880 milioni, saranno utilizzati per il risanamento della Chiesa e del campanile, dei tetti, della facciata e degli affreschi del presbiterio e della cappella del Priorato, alcuni dei quali opera di Giacomo Jaquerio che li firmò datandoli al 1430.
L’intervento di restauro è seguito dalla Soprintendenza – che ne ha affidato la direzione all’architetto Gianfranco Gritella – e sarà ultimato entro giugno del 2001.
Nel corso del restauro della facciata una piccola parte delle formelle originali sarà nuovamente collocata al suo posto:la maggior parte di quelle sarà invece accolta nella nuova struttura museale che esporrà, in uno spazio recuperato dal chiostro, arredi e paramenti sacri antichi.

La facciata
I restauratori, guidati da Cristina Arlotto, con il coordinamento della dott.ssa Sonia Savio, hanno individuato, grazie ad uno studio sulle formelle, il colore originale della facciata e hanno ricostruito la sua decorazione.
La grande novità è che essa non era solo di colore rosso mattone, perchè le formelle ritrovate sono policrome e decorate con fregi geometrici a foglie d’argento e d’oro. La ricostruzione della decorazione ha portato i restauratori ad ipotizzare la presenza di fasce di esagoni rossi chiuse da una greca e da decorazioni floreali.
Campeggiava poi nella decorazione un grande Tau, la lettera dell’alfabeto greco simbolo dei Frati Antoniani.
FONTE luna nuova n. 14 martedì 19 febbraio 2002

TERMINAL-METRO’ a ROSTA: piace l’idea
Capolinea nei pressi di S.Antonio di Ranverso con maxi-parcheggio, entro il 2009 di Davide Chiarbonello ROSTA – Una certezza c’è: che la sede del terminal della metropolitana di Torino sarà in paese, nella zona industriale a cavallo della statale del Moncenisio e che i vagoncini automatici raggiungeranno il capolinea definitivo della loro corsa verso ovest fra otto o nove anni.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto del breve intervento del viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Ugo Martinat, all’assemblea pubblica indetta sabato mattina in una gremita sala consigliare, alla presenza di tutti gli amministratori e gli enti locali coinvolti nel progetto della metro.
” Abbiamo deciso di ridimensionare il vecchio progetto della Satti che prevedeva due lotti tra Torino e Collegno e tra Collegno e Cascine Vica, allungando proprio questo secondo intervento da Collegno a Rosta ” spiega il rappresentante del governo ” Un progetto che non aveva senso, mentre l’attuale sfrutta la posizione strategica del paese alla bocca dell’imbuto, dell’invaso della Val di Susa”.
Rosta quindi come zona di servizio di tutta la vallata che comodamente, anche grazie al facile interscambio con la tangenziale, potrà raggiungere la cittadina in macchina e da qui, in pochi minuti, il centro di Torino in metropolitana.
La ratio del rinnovato disegno dell’esecutivo sarebbe quindi – conciliare l’esigenza degli abitanti della zona di vivere nel verde e, allo stesso tempo, di raggiungere velocemente la città senza l’auto con indubbi vantaggi ambientali sull’inquinamento e sulla viabilità, con la riduzione della congestione del traffico e delle code -, chiarisce Martinat.
Non si è soffermato molto il viceministro sui particolari tecnici di un progetto davvero ancora in fase embrionale, concepito da poco e che ha preso ufficialmente il via sabato con la comunicazione pubblica agli amministratori locali. Particolari pochi, ma buoni, visto che, a quanto pare, il neonato disegno parte ben fornito, almeno per quanto concerne la dote del governo che ha già previsto, in una legge obiettivo del dicembre scorso, un investimento di 1525 miliardi di lire finanziabili per un 60 per cento massimo dal governo.
Per quanto riguarda l’aspetto della tempistica, il prossimo delicato passo sarà la costituzione di una società che renda esecutivo il progetto: una società che il governo vorrebbe pubblica o mista tra i Comuni e gli enti coinvolti.
Quindi si potrà partire con la progettazione andando alla gara d’appalto in circa 18 mesi, per iniziare con il primo colpo di piccone presumibilmente nel 2004. “A questo punto spingeremo sull’acceleratore per costruire, sul modello di Lione, in altri quattro anni l’opera così da chiudere la partita per il 2008/09 “, precisa il viceministro.
Soldi e tempi quindi già abbastanza definiti, mentre per il dove si punterà sui terreni di proprietà dell’ordine Mauriziano nella zona dopo l’ultima rotonda da Rivoli, probabilmente i vasti appezzamenti che restano sulla sinistra di chi procede verso Ferriera: ottimi per il terminal e i relativi servizi connessi.
Si passa quindi all’impatto sul territorio: ” Valuto positivamente l’attestazione del terminal su un terreno del Mauriziano, di un ente parapubblico senza interessi privatistici, per edificare un’ampia zona a parcheggio come servizio della metro.
Un parcheggio che non dovrà però essere grigio, ma vitale, moderno: un punto di movimentazione, polo di passaggio verso il castello di Rivoli,Sant’Antonio, centro di aggregazione vitale per tutta la valle “.
E sul concetto di modernità, di vitalità dell’opera e, quindi, sulla ricaduta che avrà nel territorio della zona circostante, vanno anche gli interventi dei due parlamentari presenti alla seduta.
“Il progetto del governo sarà un volano economico determinante, in grado di congiungere l’aspetto ambientale con la comodità portando un notevolissimo rilancio economico della zona “, dichiara Osvaldo Napoli alludendo agli effetti positivi in termini di rivalorizzazione turistica del concentrico che dal castello di Rivoli va alla Sacra passando per Sant’Antonio di Ranverso e il centro storico e lacustre di Avigliana.
E alle entusiaste parole di Napoli fanno eco quelle del collega senatore
Lucio Malan: ” Tutte le aree metropolitane fanno a gara per ottenere infrastrutture del genere che ne incrementano notevolmente il valore. Un grosso risultato per tutta la zona “.
Concordano i comuni interessati: programma collettivo ROSTA- Tutti presenti, sabato mattina al tavolo della sala consigliare cittadina, gli amministratori locali che, nei prossimi anni, vivranno sulla propria pelle oneri ed onori del prolungamento della linea metropolitana da Collegno a Rosta. dal sindaco di Collegno Umberto D’Ottavio, ai rappresentanti di Rivoli con l’assessore alla viabilità Marta Colombo, ai padroni di casa De Nigris e giunta, ai vicini di Buttigliera e alla presidentessa dell’ordine Mauriziano Emilia Bergoglio che dovrà ospitare sui suoi terreni, nella zona di Ranverso, il capolinea della metro.
Clima generale di entusiasmo su tutti i fronti, ad iniziare proprio dagli ospiti rostesi: ” Si risolve così una reale esigenza dei cittadini cercando una soluzione concreta ai problemi della
congestione del traffico, dell’aria irrespirabile, dei rischi e dei tempi del trasferimento a Torino,
commenta il sindaco Paolo De Nigris, a cui fa eco il vicesindaco Daniele Dorigo: ” L’attestazione del terminal su Cascine Vica avrebbe portato ulteriore
congestione laddove c’è già troppo traffico. Mi sento fin d’ora di respingere i timori di chi vede Rosta e Buttigliera centri collassati dalle ricadute della metropolitana: anzi, il progetto sarà vitale per lo sviluppo del concentrico turistico tra Ranverso, Rivoli e Avigliana.
E’ però fondamentale una programmazione collettiva per valorizzare i nostri spazi individuando insieme le regole per la gestione di questo sviluppo “.
Concorda sulla prospettiva di una metro “volano di sviluppo turistico della zona” la presidentessa del Mauriziano Emilia Bergoglio, soprattutto in riferimento ad uno dei gioielli di famiglia: la precettoria antoniana.
Mentre insiste sulla necessità di un lavoro congiunto degli enti locali
e delle amministrazioni coinvolte il primo cittadino di Collegno Umberto D’Ottavio:
“Già negli scorsi anni abbiamo lavorato insieme ragionando come se Collegno, Rivoli e Rosta fossero un’unica area o comunque un territorio su cui le sceltehanno ricadute comuni.
Oggi è ancor più necessaria un’azione congiunta basata su ottime idee, risorse e progetti prima mai visti.
Questo disegno è un sogno che diventa realtà, un’idea di straordinaria importanza da portare avanti tutti insieme: tocca adesso a noi, con la regia e il sostegno del governo, andare avanti.
Fondamentale è che il tavolo di oggi resti unito “. Un appello all’unione delle amministrazioni coinvolte a cui fa seguito l’indicazione immediata di un paletto, di un vincolo che Collegno pone alla realizzazione del progetto: ” La linea dovrà correre sottoterra fin dove necessario e quindi fino a Rivoli, si potrà poi raggiungere Rosta in sopraelevata, ma è essenziale che in corso Francia la metropolitana rimanga in sotterranea “.
E se Collegno e il suo sindaco puntano i piedi su corso Francia, da meno non sono Rivoli e il suo assessore all’ambiente Marta Colombo: ” Sono entusiasta del fatto che l’attestazione del terminal superi Rivoli con un progetto che potrà migliorare la vita di tutti.
Ad iniziare dalla riqualificazione di corso Francia trasformandolo in luogo di vita e di passeggio, eliminando così le attuali dimensioni dell’autostrada “.
Anche la rappresentante della giunta rivolese concorda sulla necessità che la tavolata di sabato mattina resti unita, così come il primo cittadino della vicina Buttigliera, Marcello Andreone, che spera infatti nelle benefiche ricadute del progetto governativo soprattutto per una riqualificazione di Ferriera, ” fino ad ora imbuto della viabilità della valle congestionata da traffico ed elevato inquinamento “.
Sigillo dell’entusiasmo e delle aspettative degli amministratori la dichiarazione dell’assessore collegnese all’ambiente, Gianni Pesce,
che parla della linea metropolitana come di – esempio di sviluppo sostenibile per la riqualificazione complessiva ambientale della zona: dalla fascia della Dora a quella di corso Francia
come grande boulevard cittadino.

fonte www.valsusaweb.it— rilevatore Ersilio Teifreto