Risale alla notte dei tempi la tradizione del Giglio di Grano di Flumeri 

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Risale alla notte dei tempi la tradizione del Giglio di Grano di Flumeri e risplende ancora oggi. Come tante altre antiche tradizioni pagane, infatti, l’offerta, alla Madre Terra o alla dea Cerere, dei frutti del raccolto è stata inglobata dalla tradizione cristiana che l’ha legata al culto di tanti santi patroni che, nel periodo estivo, vivono la devozione delle comunità irpine tra rito sacro e festa profana.

La tradizione del Giglio di Grano di Flumeri si articola in quattro grandi momenti di agosto: l’Alzata, che si svolge l’8; la Mensa di San Rocco, che si consuma il 14; la Tirata, che si tiene il 15 e l’incontro con la Processione di San Rocco, il giorno 16.

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E’ difficile rendere appieno con le parole la potenza e la bellezza di un rito antichissimo, che porta in sé la forza della simbologia rurale arcaica, la speranza della tradizione cristiana e il valore sociale di un gesto di gratitudine e solidarietà messo in campo da una comunità intera. Senza dimenticare la bellezza di un paesaggio dagli scorci ampi, dalle linee morbide e maestose, che ricorda, ad ogni occhiata, l’accoglienza data all’uomo sin dall’epoca più antica, come dimostrano i siti archeologici presenti in loco.

Il Giglio di Grano come offerta di primizie, dunque, contenuta in un involucro dalla forma spettacolare, in grado di lanciare il messaggio di gioia e gratitudine fino al cielo.

“Abbiamo reperito testimonianze fotografiche del Giglio risalenti alla fine dell’Ottocento, ma la tradizione è antichissima – spiega Nicolino Del Sordo, Assessore comunale alle Tradizioni, Turismo e Spettacolo – l’offerta delle primizie infatti fu dapprima rappresentata dalla “gregna” ovvero fasci di spighe tagliati con la falce, divenne poi “covone”, ovvero l’insieme delle “gregne” e infine il Giglio vero e proprio”.

L’unicità del Giglio flumerese sta nella tecnica costruttiva, diversa da quella degli altri Gigli irpini, il manufatto, infatti, nasceva in origine da un tronco d’albero, montato su un carretto e poi decorato. Nel tempo però la tecnica è cambiata, come ci spiega Del Sordo: “Oggi la parte che rappresenta la struttura, il “castelletto” alto 30 metri, è conservata di anno in anno, il resto del Giglio però viene rifatto ogni anno e da ciò deriva una gara tra coloro che ne realizzano i 5 piani. Il Piano di San Rocco e la Punta, invece, sono rinnovati più lentamente e non entrano in gara. L’altra particolarità sta nel fatto che è realizzato per l’80% in grano e solo nella parte strutturale in legno; viene inoltre costruito quasi tutto in orizzontale e alzato unicamente con la forza delle braccia di circa un centinaio di uomini. La decorazione, anticamente simile ad un albero di Natale, viene oggi realizzata con le “catene” di spighe di grano che le donne iniziano a realizzare subito dopo il raccolto, una quarantina di giorni prima della festa, con una tecnica antichissima che si tramanda di generazione in generazione”.

Raccolta del grano per il Giglio
Raccolta del grano per il Giglio

Dopo il raccolto, perciò, il Campo del Giglio prende vita e per circa quaranta giorni tutti i volontari del paese lo affollano per fare il proprio lavoro; le donne con le loro catene di oro vegetale, gli uomini con la realizzazione dei cinque piani che si sfideranno il 16 per la vittoria del Palio del Giglio. Una giuria tecnica esterna – formata da artisti dei Gigli di Mirabella, Fontanarosa, Villanova del Battista e San Marco dei Cavoti: Faugno, Cosato, Colantuono e Ialeggio – designa il piano vincitore e il diritto degli artefici di portare il Gonfalone della Confraternita di San Rocco durante la Processione.

Molto significativo anche il momento della Mensa di San Rocco, il 14 agosto alle 20 al Campo del Giglio, che riunisce intorno alla tavola tutti i volontari impegnati nei lavori; rinnovando così anche un’antica tradizione di solidarietà, che vedeva chiamati alla tavola del Santo anche i poveri del luogo che, per una sera, potevano sfamarsi con un lauto pasto preparato con i prodotti donati da tutto il paese per questo grande banchetto popolare.

Il 15 agosto, il Giglio viene portato presso la Chiesa di San Rocco dai costruttori, dai carristi, dalle donne che hanno realizzato le catene, per un totale di circa 200 persone.

“A questo proposito vorrei fare una menzione speciale per Basilio Russo – continua Del Sordo – che è il disegnatore del Giglio e uno dei protagonisti di questa tradizione. Il 15 agosto viene decretato il vincitore del Palio del Giglio e la sera si fa festa con stand enogastronomici, bancarelle e musica. Il 16 è il momento più solenne; alle 18 infatti la statua di San Rocco esce in Processione e viene portata fino al Giglio, incontro che simboleggia la vicinanza tra il Santo e i fedeli ed è un momento di grande emozione per tutta la comunità”.

Roy Paci

Gran finale la sera del 16 agosto con il concerto del grande trombettista siciliano Roy Paci diventato noto al grande pubblico nel 2007 con “Toda joya, toda beleza” e per la partecipazione a programmi tv come Zelig, al talent “Star academy come giudice e al Festival di Sanremo 2018 in duetto con Diodato e il rapper avellinese Ghemon.

“Al termine della manifestazione i piani del Giglio vengono smembrati – conclude Del Sorbo – molte persone ne prendono pezzi per decorare la propria casa o negozio e come forma di devozione, il Giglio infatti viene benedetto ben due volte: al momento dell’alzata e della tirata e molte persone, in questo modo, portano con sé un pezzo del paese e la benedizione di San Rocco”.

La manifestazione è organizzata dal Comune di Flumeri (alzata e tirata del Giglio) con il Comitato Festa di San Rocco (feste del 15 e 16 agosto) e la Pro Loco “La Spiga”, presieduta da Pasquale Moschella.

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