http://www.zonaovest.to.it/documenti/pti/FS-DOR-1E.pdf.Progetto Buttigliera Alta.Breve descrizione del contesto Il recupero del Complesso monumentale di Sant’Antonio di Ranverso si configura come uno dei complessi Abbaziali più importanti della Bassa Valle di Susa.

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Breve descrizione del contesto
Il recupero del Complesso monumentale di Sant’Antonio di Ranverso si configura come uno dei
complessi Abbaziali più importanti della Bassa Valle di Susa. Il sito si trova all’imbocco della valle
di Susa sulla “Via Francigena” sulla quale si sono sviluppate nei secoli numerosi centri religiosi di
devozione, accoglienza e assistenza dei pellegrini e della popolazione. Appartengono a questa
ideale spina dorsale sviluppata sulla via di comunicazione con la Francia i seguenti complessi
monumentali: Sacra di San Michele, la Certosa di Montebenedetto, la Certosa di Banda, la
Certosa di Mortera, La certosa di San Francesco di Monte, l’Abbazia di Novalesa. Queste
importanti testimonianza con le quali nei secoli il concentrico monumentale di Sant’Antonio
intratteneva forti relazioni sono rilette oggi sul territorio come uno dei punti focali sui quali in
rilancio turistico e lo sviluppo di un identità culturale del territorio si possono articolare. La
posizione dell’Abbazia di Novalesa e la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso ne fanno gli
estremi di questo importante sistema monumentale che attraversa dal versante meridionale la
valle di Susa per spostarsi su quello settentrionale ed imboccare la valle Cenischia collegandosi al
Passo del Moncenisio.
Il complesso fu fondato nel 1188 da Umberto III di Savoia e dato in uso ai Canonici Regolari di
Sant’Antonio di Vienne, con l’intento di creare un punto di assistenza per i pellegrini e un centro di
trattamento di coloro i quali erano afflitti dal “fuoco di sant’Antonio
La precettoria fu rimodellata molte volte nel corso dei secoli, alterandone fortemente la forma
originale. Comprendeva inizialmente un ospedale, di cui rimane solo una facciata, la precettoria e
la chiesa. La chiesa stessa appare oggi nello stile gotico-lombardo, del rifacimento dei secoli XIV
e XV. Adiacente alla chiesa vi è il campanile, eretto in stile gotico dal 1300.
All’interno i muri sono decorati con numerosi affreschi a partire dal XIII secolo, alcuni dei quali
dipinti da Giacomo Jaquerio agli inizi del Quattrocento. Fra le opere di questo artista si conserva
inoltre la scena “Salita al Calvario” nella sacrestia. Nel presbiterio vi è un Polittico Defendente
Ferrari del 1531, il quale include porte dipinte per la protezione dell’opera principale.
Nel 1776 papa Pio VI assegnò la proprietà della precettoria all’ordine Mauriziano, a cui è affidata
tuttora.
In questo quadro, per l’importanza storica che il complesso riveste, il recupero, per altro più volte
tentato del complesso di Sant’Antonio di Ranverso, riveste un’importanza strategica nello sviluppo
della bassa valle di Susa in un percorso museale articolato sul territorio.
Non sono trascurabili gli aspetti di valorizzazione agricola e delle risorse socio culturali che il
progetto riveste in quanto le attività di accoglienza oggetto del presente documento sono
inquadrate in un vasto piano di recupero delle attività agricole tradizionali che proprio l’autenticità
e il fascino del luogo permettono di sviluppare.