Nel monastero piccolo oratorio con affresco del ‘400 raffigurante il Crocifisso, maria e i Santi Giovanni e Sebastiano e l’arcangelo Michele che presenta l’offerente Giovanni di Montchenu, vescovo di Vivières e, dal 1470, abate commendatario dell’abbazia.

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CHIESA O ABBAZIA DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO – BUTTIGLIERA ALTA Frazione SANT’ANTONIO DI RANVERSO

LOGISTICA

Icona FRAZIONE Frazione SANT’ANTONIO DI RANVERSO

Icona Come arrivare: tra Rivoli e Buttigliera, prima della frazione Ferriera, sulla sinistra al termine di un breve viale alberato.

Icona Itinerario Itinerario 7.1 Torino ‘Torino e bassa Val Susa’ – 4ª visita Manina Link

Icona Dintorni Altre Chiese nei Dintorni Manina Link

Icona Note logistiche: visita limitata agli orari previsti. – Bibliografia: 31 pp 275

DESCRIZIONE

Icona Da vedere Da vedere: architettura; pittura; campanile;

Icona periodo Periodo prevalente: 15º secolo.

Icona Notizie generali: l’abbazia presenta elementi medioevali e elementi dovuti all’influenza del gotico francese. Risale alla fine del XII secolo ma fu rimaneggiatafino al XV secolo e restaurata nel 1914 dall’architetto Alfredo d’Andrade. Venne fondata con l’annesso ospedale nel 1188 da Umberto III il Beato e affidata ai padri antoniani di Vienne per assistere i pellegrini in transito per la Valle di Susa. Originariamente orientata e a una navata, fu ampliata nel ‘200 prolungando il presbiterio, fino ad allora a pianta quadrata. Nella prima metà del ‘300 vennero aggiunte le cappelle del lato Nord e nella seconda metà venne girata la volta della navata mediana, aggiunta la navata di destra, prolungato ulteriormente il presbiterio e costruita l’attuale facciata. Nella seconda metà del ‘400 venne costruita la terminazione poligonale dell’abside e venne decorata con terrecotte la facciata e aggiunto il chiostro. Restò fino al 1776 agli Antonini e dopo la loro soppressione passò all’ordine Mauriziano. Presenta sulla parete della navata di destra un affresco staccato del ‘600 rappresentante lo sposalizio mistico di Santa Caterina. Nel monastero corridoio decorato con gli stemmi dei rettori dell’abbazia.

Icona Esterno: facciata in forme gotiche con portico a tre luci sormontate da tre ghimberghe a decorazionifloreali in cotto, terminanti con pinnacoli, di cui il centrale è spostato verso destra e lascia intravedere il rosone che si apre al di sopra di due ampie monofore e di una fascia in cotto. Il coronamento è anche in cotto e sormontato da tre pinnacoli. L’abside poligonale è percorsa da alti e accentuati contrafforti terminanti con pinnacoli. Nell’atrio resti di affreschi del ‘400: nella lunetta del portale mediano Madonna col Bambino, Santi e Angeli; negli scomparti della volta mediana scene del trasporto delle reliquie di Sant’Antonio nel Delfinato della fine del ‘400; Alla base degli archi mensole in pietra scolpite rappresentanyti figure mostruose.

Icona Interno: fortemente asimmetrico, suddiviso in tre navate irregolari da pilastri che reggono archi leggermente ogivali e volte a crociera cordonate. Nell’ultima campata della navata di destra si apre la cappella di San Biagio con affreschi di Giacomo Jaquerio (circa 1375-1453): ai lati della finestra di fondo Santa Barbara e due santi del 1426; sulla parete di destra e di fronte, sopra l’arcata, storie di San Biagio di datazione posteriore; nella volta simboli degli Evangelisti, non assegnabili allo Jaquerio. Nella cappella di S. Biagio sulla parete laterale restano tre episodi della vita di S. Biagio dei cinque originari. Le due scene affrescate in alto, delimitate dagli archi, rappresentano a sinistra il Santo indenne tra gli animali feroci, a destra il miracolo del bambino liberato dalla lisca di pesce che lo stava soffocando; nel registro inferiore l’unica scena rimasta raffigura S. Biagio che si salva nel mare in tempesta, mentre i cattivi barcaioli annegano. Nella sagrestia affreschi dello Jaquerio: salita al Calvario, della seconda metà del ‘400; nelle lunette laterali Annunciazione, Preghiera di Gesù nell’orto; nelle volte evangelisti; di foronte alla lunetta centrale Santi Pietro e Paolo. Alla parete di destra del presbiterio affreschi dello Jaquerio: Cristo morto con i simboli della passione, scene della vita di Sant’Antonio e una processione in suo onore; sulla sinistra sopra una delle porte di accesso alla sagrestia due contadini portano come offerta al santo due maiali legati per le zampe. Il maiale ricorre spesso nella iconografia legata a Sant’Antonio per l’usao che gli Antoniani facevano del grasso di maiale nella cura delle malattie della pelle. Sulla parete di sinistra del presbiterio Madonna col Bambino, Profeti racchiusi in una cornice rettangolare recanti un cartiglio ormai illeggibile e Santi, sempre dello Jaquerio. Nella cappella al termine della navata di sinistra affreschi rappresentanyti i Santi Eutropio e Dionigi e l’Annunciazione dello Jaquerio e Epifania, Presentazione di Gesù al tempio di datazione più antica. Nel lato sinistro della navata centrale sopra l’arcata che precede la sporgenza della base del campanile Cristo benedicente tra i simboli degli Evangelisti e sei Apostoli, affreschi dei primi del ‘300 di stile ancora romanico. Sopra l’arcata seguente Madonna col Bambino e i Santi Bernardino e Antonio Abate che presenta la offerente, affresco di scuola vercellese della fine del ‘400; sotto Natività di Gesù e affresco del ‘200 rappresentante Cristo benedicente con i Santi Pietro e Paolo. Dalla navata di destra si visitano i resti del chiostro, dell’ultimo trentennio del ‘400. Nel monastero piccolo oratorio con affresco del ‘400 raffigurante il Crocifisso, maria e i Santi Giovanni e Sebastiano e l’arcangelo Michele che presenta l’offerente Giovanni di Montchenu, vescovo di Vivières e, dal 1470, abate commendatario dell’abbazia.