Devozione dei Novolesi per il Patrono Sant’Antonio Abate del fuoco

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INTRODUZIONE

In un mondo che procede in senso alquanto anti-cristiano, si trova, ancora, nelle piccole realtà

cittadine, esempi di vera fede radicata nell’uomo.

Ciò, avviene, per ortodosso dogmatismo evangelico, nei migliori casi; o per puro lucro economico,osservando, in special modo, le celebrazioni da un punto di vista speculativo.Nel mondo odierno, Sacro e Profano si fondono in una rete con maglie così fitte da non poter

comprendere dove finisca l’uno e dove inizi l’altro.

 

L’

obiettivo della mia piccola tesi è proprio quello di applicare le ipotesi prima avanzate, per descrivere il panorama attuale della cristianità, a un caso/evento reale.Al centro del mio excursus vi sarà la figura ancestrale del santo fondatore del monachesimo

occidentale, Sant’Antonio Abate.

La grandiosa celebrazione dedicata al Santo Eremita prende vita nel Salento, presso la piccola cittadina di Novoli, località a nord di Lecce.Fatto, questo, straordinario in relazione alla sporadica diffusione di questo culto nelle terre Salentine.In questa piccola asserzione tratterò delle origini del Santo Anacoreta, della sua vita ma

specialmente, per quanto mi sarà possibile, cercherò di ricostruire, con l’aiuto dei documenti

prodotti negli anni dagli studiosi, gli albori del culto antoniano presso la località di Novoli e ciò che mantiene vivo il culto ancora oggi.Darò, in seguito, una panoramica di ciò che la tradizione ha portato fino a noi tramite i

festeggiamenti del Santo, soffermandomi sull’importanza della devozione che i novolesi provano

nei confronti del loro Patrono, venerazione per altro che ha caratterizzato profondamente la storia del paese e che si è mantenuto, come prima accennato, sempre vivido.

Infine, passerà allo sviluppo iconografico del Santo, tramite le testimonianze dell’arte visiva

,utilizzata come valido strumento dagli storici, inclusa tra le fonti materiali.

Duale è l’importanza dell’iconografia, da un lato fa’

 

parte del bagaglio artistico nel paese dall’altro,

la tradizione vuole, che sia

un’

importante fonte a fini agiografici, per la ricostruzione delle vite deisanti.