Abbazia Sant’Antonio di Ranverso tra arte e tradizione secondo Ersilio Teifreto

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Abbazia Sant’Antonio di Ranverso tra arte e tradizione secondo Ersilio Teifreto

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Pubblicato il 3 nov 2017

Gemellaggio virtuale tra il borgo di Ranverso e la notte del fuoco di Novoli. Prima i progetti di gemellaggio tra comuni lontani si celebravano con, costosi viaggi, in tempi di crisi l’idea di affrontare lunghi viaggi ha lasciato spazio a soluzioni più vantaggiose come : “Il gemellaggio virtuale” Il giorno dell’accensione della Fòcara con l’installazione di un max schermo grazie a ClioCom lo spettacolo è visibile in Mondovisione in quei momenti a Ranverso il nostro gemellaggio assume una forma reale. Con Internet le distanze vengono annullate come dimostra il nostro recente scambio di amicizia ottenendo il supporto e l’approvazione di Monsignor Italo Ruffino nostro maestro Spiritale studioso dell’Ordine degli Antoniani e le sue origini, le vie Romee Europee medievali oltre le Proloco, i Comuni, le Associazioni, lo Studio dell’Artista Ugo Nesoplo ci ha permesso di costruire rapporti con altri paesi d’Italia e oltre. Durante l’evento della Fòcara 2013 che si è svolto a Novoli, nell’evento della festa dedicata a Sant’Antonio Abate, è stato scelto l’artista Torinese Ugo Nespolo per firmare con i suoi numeri il ritratto d’autore, suggellando un gemellaggio di amicizia con il borgo medievale di Sant’Antonio Abate di Ranverso (TO) e la nostra cittadina di Novoli. Da allora siamo in contatto e ci scambiamo idee e iniziative. Il borgo Medievale Sant’Antonio Abate di Ranverso Ranverso è un luogo speciale nato nel 1.180 ricade nel concentrico della Precettoria comprende una chiesa, l’ospedale le cascine , un cimitero,il monastero, la bealera, il chiostro il giardino, Ex Voti con i miracoli della guerra sul Carso, un ciclo della vita di Sant’Antonio, tutto intorno una processione di fedeli che portano offerte a Sant’Antonio. Eseguito da G. Jaquerio nel XV secolo, questo affresco è particolarmente significativo…le prime strutture la chiesa e l’ospedale furono costruite dall’Ordine degli Antoniani che provenivano dalla Francia Motte San Didier per accogliere e fornire assistenza ai Pellegrini che partendo da Canterbury si recavano a Gerusalemme passando dalla Francia varcavano il Moncenisio per dirigersi verso Susa e seguendo per Avigliana facevano sosta a Ranverso. Visitando questo luogo entrerete in un museo a cielo aperto, la Chiesa e tutta affrescata dal celebre pittore Torinese Giacomo Jaquerio si può ammirare la vita di Sant’Antonio Abate, la salita sul calvario, sull’altare maggiore in fondo al Presbiterio si può visitare il maestoso Polittico di Defendente Ferrari donato dal comune di Moncalieri per grazia ricevuta da Sant’Antonio Abate per aver salvato la città dalla peste, nel pronao tanti capitelli di volti umani e fregi , è ancora visibile l’affresco della caravella con le reliquie del Santo Araconeta, la lastra  marmorea di Dandrate, inoltre e ancora visibile la  storica targa in legno che riporta scritto: Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro custodi dell’Abbazia le guglie, i pinnacoli, simboli con tracce del passaggio dei templari, massi erratici dell’era glaciale ,, cascine , lettera Tau a croce , la meridiana, una stadera decorazioni in cotto, , il primo antico ospedale, la via Francigena , la graziosa piazzetta i vilali alberati, le panchine, , l’Abbazia oggi ha un aspetto in stile gotico, all’interno la Statua in legno di Sant’Antonio Abate è costruita da un artista ebanista ai suoi piedi un caso unico compare invece del maialino un piccolo cinghiale nero, affreschi ben conservati, la stele misteriosa all’ingresso, pietre miliari ecc…il borgo di Ranverso si trova a pochi km da Torino nelle vicinanze dell’Abbazia della Sacra di San Michele sotto il monte misterioso del Musinè, proprio sulla strada via della Peschiera, via degli Abbay/ strada di Francia, luogo dove in altri tempi passò prima Annibale, con i suoi elefanti, e molti anno dopo passò pure Napoleone. Orgoglio Noi Salentini crediamo nella possibilità di uno sviluppo del turismo oltre che estivo, anche destagionalizzato nel periodo invernale valorizzando le feste come la Fòcara gemellata con la notte della Taranta e Oria storica, uno spettacolo unico al mondo per il suo genere, che si festeggia il 17 gennaio, divulgando queste feste invernali possiamo contribuire a fare desiderare ai turisti di visitare il Salento12 mesi all’anno. Per gli emigranti fuori casa per lavoro, invece, il richiamo di ritornare per le feste del paese è un’ideale ritorno nei luoghi nativi. Ritrovare le proprie radici, gli amici d’infanzia, passeggiare chiacchierando nella piazza del paese, un’occasione per riaccendere una fiamma mai spenta. Servirà anche a tramandare ai figli e nipoti le tradizioni, la cultura, e la storia dei luoghi. Per gli anziani invece è un ripercorrere le tappe della vita di cui sono stati protagonisti. Visitare il sito ToriNovoli può essere per i giovani una testimonianza del pensiero di vita di coloro che li hanno preceduti. Ersilio Teifreto