Tempietto che sembra sia appartenuto ai Cavalieri Costantiniani, ciò almeno è verbalizzato nell’atto della Visita Pastorale del Vescovo Mons. Salvatore Spinelli, avvenuta a Novoli il 23 maggio 1792,

 

 

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Proprio a questi santi Novoli erige quattro chiese, ma ancora più importante in questo contesto è ilricordare che, in tempi antichi vi era, in aperta campagna, una tempietto dedicato al Santo delFuoco.Tempietto che sembra sia appartenuto ai Cavalieri Costantiniani, ciò almeno è

verbalizzato nell’atto

della Visita Pastorale del Vescovo Mons. Salvatore Spinelli, avvenuta a Novoli il 23 maggio 1792,

dove si legge anche: “La Cappella di Sant’Antonio Abate assegnata all’Ordine Costantiniano”.

 

Dalla mia piccola digressione si può ipotizzare che, l’arrivo del culto di Sant’Antonio Abate in Novoli,sia arrivato per “contagio”.

 Proprio come le epidemie la devozione si propaga tra popolazioni limitrofe.

Con l’aume

ntare del fervore dei fedeli si arrivò a costruire una Chiesa più imponente dellaprecedente in devozione al Santo, finanziata dagli stessi cittadini.Della Chiesa in questione nel 1640 si hanno delle notizie

concernenti l’

assenza del tetto, in quanto ilavori non erano stati ultimati.Queste informazioni sono arrivate sino a noi grazie al verbale della Visita Pastorale del Vescovo diLecce, Luigi Pappacoda, fatta a Novoli il 12 Maggio del 1640.Ciò che si legge nel verbale inerente alla mancata ultimazione dei lavori è questo:Ecclesia S(anc)ti Antonii olim sacellum nuncampliatum, sed non dum tecto opertum. In eiusmaiori altari, quod est costructum modo celbranturm

issae(…)