Molise Patrimonio e Unesco

IERI, OGGI E DOMANI      
L’estrema concretezza della cultura immateriale  
Tavola rotonda a cura di Antonio Ruggieri   
Il 17 ottobre del 2003 è stata sottoscritta la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che all’articolo 2 stabilisce:  
Si intendono per patrimonio culturale immateriale pratiche, rappresentazioni, conoscenze e saperi così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale. Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.  
Così recita testualmente questa deliberazione dell’Unesco; il Molise, ma forse è meglio dire la nostra comunità regionale, anche in ragione del suo recente passato agro-pastorale nel quale la cultura di rappresentazione e quella narrativa erano preponderantemente orali, intangibili per l’appunto, possiede un patrimonio sterminato e assai differenziato localmente, classificabile come cultura immateriale. Questo patrimonio potrebbe essere messo a frutto con maggiore efficacia e convinzione con ricadute turistiche e culturali di enorme portata. Per affrontare questo scenario, per entrare nel merito di queste questioni col massimo dell’articolazione di cui siamo capaci e per approfondire l’analisi di questo patrimonio per molti versi inedito nel nostro ambito regionale, abbiamo invitato Letizia Bindi, antropologa, docente dell’Università del Molise e curatrice del numero di «Glocale» dedicato alla ricognizione e alla prospettiva di valorizzazione del nostro retaggio culturale di tradizione; Nico Ioffredi consigliere regionale delegato alla cultura, Antonietta Caccia, presidentessa del Circolo della Zampogna di Scapoli e consulente per l’Unesco per la tutela e la valorizzazione della cultura immateriale; il ricercatore Mauro Gioielli che ha al suo attivo una quantità imponente di pubblicazioni in questo settore di studio, e Vincenzo Lombardi, etnomusicologo e