il fuoco più grande del mediterraneo [novoli]

il fuoco più grande del mediterraneo [novoli]

 

partito ieri pomeriggio da cisternino sono arrivato in serata a novoli  a casa di mariagrazia, un amica che mi ospita, quando lho chiamata pensavo vivesse a lecceinvece quando mi ha detto di novoli non ci potevo credere  proprio dove stavo andando. pure nel  paese quindi tre giorni dentro la festa, vive in un luminoso appartamento al primo piano di un fabbricato parte di una distilleria o fabbrica di liquori ormai in disuso. 

dalla finestra si vedono  una torre e grandi canne fumarie

giriamo per il paese, il fruttivendolo claudio ci racconta un po la storia del paese e della focara di santantonio, cheun  tempo era bruciata nella piazza della chiesa o in unaltra piazza nelle vicinanze dove se cera vento si bruciavano pure le finestre delle case. un anno il forte vento spingeva le fiamme per le vie strette del borgo mettendo a rischio abitazioni così fu deciso di spostarla nella grande piazza del mercato oggi tito schipa. 

vado nella chiesa di santantonio a vedere esposizione di vecchie foto della focara il sagrestano mi racconta che si faceva una galleria sotto la  focara poi ritenuta pericolosa e quindi vietata. della marangia te papa peppu,albero di arance amare  messo un anno in cima alla focara.

la casa di mariagrazia e’ arredata in stile vintage con mobili trovati nei mercatini o autocostruiti con materiali di riciclo. lei e’ la mia guidare novoli, siamo  da bruno il fornaio che cuoce ancora il pane nel vecchio forno a legna in un vecchio laboratorio dove il forno a legna ha un diametro superiore a tre metri e dice che quando e’ nato lui già cera. fa frise e pagnotte salentine di grano duro che conferisce al pane un colore giallastro e un aroma di vaniglia. all esterno mucchi di fascine di viti e ulivi. la focara e’ un falo di 25 metri di altezza che viene acceso a novoli  nella magica [notte della focara] nel cuore del salento, costruita con migliaia di fascine di tralci di vite negroamaro scarti della  potatura provenienti dai feudi circostanti e sapientemente posati contecnichetramandate di padre in  figlio, la focara torna a bruciare ogni 16 gennaio in occasione delle celebrazioni della festa di santantonio abate patrono della citta. nel primo pomeriggio benedizione degli animali il santo protegge raccolti stalle e animali. appena scende la sera un avvolgente e scoppiettante fuoco pirotecnico annuncia l'accensione della focara. mentre il fuoco brucia, nella notte intorno alla focara si balla e si degustano vini e specialità  tipiche ma anche crepesvista la presenza di numerosi chioschi che le fanno. la focara racconta l identita culturale di questa terra con un evento unico e carico di significati legati alla cultura popolare e contadina del territorio che si muove tra sacroe profano. sul palco del focara festival nei pressi del fuoco nella grande piazza nei tre giorni si susseguono don pasta mascarimiri rachid taha asian dub foundation sud sound system con  i testi in dialetto salentino checantano: fuecu…oh…oh…oh fuecu…!

inoltre, nei giorni della festa, anche focararte con la mostra dell artista concettuale iannis kounellis che ha firmato anche il manifesto e l'allestimento scultoreo sulla focara. per le vie del paese l'anima piùpopolare della festa con migliaia di bancarelle la banda i fuochi dartificio le luminarie pazzesche delle feste salentine. uno spaziotenda per i dialoghi della focara questanno con emir kusturica che ha pure suonato sul palco con la sua band e anche i laboratori didattici per bambini e laboratori del gusto per adulti sui grani antichi le  farine i vini e altri prodotti della terra. esposti i bellissimi lavori[made in carcere]realizzati con tessuti di scarto e riciclati dalle donne detenute, una doppia vita a tessuti e oggetti. il maialino ineffabile compagno di san antonio abate chesecondo alcuni studiosi in origine era un cinghiale e questo era l'attributo di un dio celtico chiamato lug garante di fecondita e nuova vita assicurava il ritorno della primavera e della luce come e’ avvenuto nel  cristianesimo primitivo i celti convertiti alla nuova religione probabilmente hanno trasferito gli attributi 

di lug su sant antonio (cattabiani) il maialino e’arrivato a noi attraverso due leggende, in una il diavolo sconfitto da santo fu trasformato in maialino sottomesso costretto a seguirlo, nell altra il santo aveva guarito un maialinoche lo segui per sempre.