LA PROMOZIONE DEI PRODOTTI ITALIANI ALL’ESTERO Il caso della camera di commercio italo-americana Mauro Pecchenino Università IULM di Milano L’impegno della Camera di Commercio italo-americana che presentiamo si esprime nello Stato americano che più di ogni altro è sinonimo di consumi, lusso, investimenti, comunicazione: la Florida, the land of opportunities, come viene ormai definita dai media. Uno Stato che accoglie, con tante promesse mantenute, l’azienda che ha la forza e il coraggio di sbarcare là e “giocarsi le opportunità” che gli Stati Uniti offrono. Miami e tutta la Florida, rappresentano appunto l’America del sogno di un consumatore disponibile e senza troppi freni, che sa volere e sperimentare. Miami e la sua Camera di Commercio italo-americana rappresentano un caso meritevole di attenzione e di studio per continuità, risultati e futuro, e sono la prova di come il consumatore americano, completamente diverso da quello italiano, possa costituire un punto di riferimento, magari singolare e discutibile, ma del tutto unico, nel panorama dei consumatori abitanti che popolano il mondo. La Camera di Commercio Italiana di Miami (IACC) è un’organizzazione no-profit che riunisce oltre 160 imprese con sede in Florida. La missione della IACC è di favorire gli scambi commerciali e la creazione di contatti tra Italia e Stati Uniti, in particolare la Florida, lo Stato americano più attento al commercio e alle opportunità che offrono le aziende straniere, dando un supporto a 360° alle imprese di medio-piccole dimensioni che affrontano un mercato cosí complesso come, appunto, quello degli Stati Uniti. La IACC nasce nel 1991 dall’idea di un gruppo di imprenditori che avevano compreso le grandi potenzialitá di Miami. Tra loro, i rappresentanti di importanti compagnie italiane, come Banca Nazionale del Lavoro, Alitalia e altre. La Camera oggi gode di un’ottima reputazione, grazie al successo dei progetti che ha realizzato nei diversi settori del made in Italy (design, nautica, moda ecc), sviluppando solidi rapporti con enti italiani (Fiera Milano, Università Bocconi, per citarne solo alcuni) e istituzioni locali (The Beacon Council, University of Miami, Camere di Commercio locali ecc.). Di recente, per facilitare i contatti, è stata aperta una sede di rappresentanza a Milano, coordinata da Giancarlo Pelosi, dello studio legale omonimo. Le principali attività della IACC consistono nell’organizzare missioni commerciali per singole aziende e gruppi di aziende appartenenti allo stesso settore o alla stessa area geografica, fiere, workshop, seminari ed eventi promozionali, nell’assistere delegazioni di operatori americani che partecipano a fiere e missioni in Italia, nella fornitura di servizi di assistenza a singole imprese. Presidente della IACC è, dal 2004, Giampiero Di Persia, che nel dicembre 2001 ha aperto Frau Atlantica, filiale di Poltrona Frau a Miami, di cui è amministratore delegato. Di Persia è anche fondatore dell’Italian Film Festival di Miami (e, dal 2007, anche di Atlanta). Non dimentichiamo che il consumatore statunitense, che nel suo Paese è particolarmente protetto, dà al “servizio al cliente” una grande importanza, in particolar modo per quanto riguarda: • le regole sulla restituzione del prodotto, che garantiscono di essere completamente rimborsati in caso di restituzione; • la possibilità di provare il prodotto per un certo periodo al termine del quale, se non è soddisfatto, puó restituirlo ed essere rimborsato; • l’affermazione “il cliente ha sempre ragione” è un’espressione che, negli Stati Uniti, è sempre vera. Il consumatore statunitense è più predisposto ad acquistare attraverso il ricorso al credito, pagando a rate, utilizzando carte di credito, sia per piccoli che per grandi acquisti. L’utilizzo dell’e-commerce è molto diffuso in questo Paese, per tutti i tipi di prodotti. ? Parte II – Processi sociali e influenza sul consumatore Sia le leggi, sia le istituzioni private (per esempio, le banche) svolgono una costante e attenta funzione di protezione del consumatore, facendolo sentire sempre garantito e stimolando così un continuo consumo. I consumatori statunitensi sono molto attenti al prezzo e sono attratti da iniziative che possono farli risparmiare, come gli “sconti” di fine stagione o di particolari altre ricorrenze. È noto come si preparino ad “aggredire” i negozi per gli sconti in occasione del “Giorno del Ringraziamento” e, in generale, per altre festività, con lunghe file di persone che attendono l’apertura delle porte dei grandi magazzini. Un aspetto non trascurabile degli americani è che, rispetto al prezzo, sono più attenti alla quantità piuttosto che alla qualità. Inoltre, nonostante conoscano e riconoscano i prodotti di marca, non sono così “ossessionati” dalle griffe (soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento). Hanno, invece, un forte concetto di “individualismo” e di “avere di piú” e sono per questo attratti da quei prodotti, anche se inutili, che appaiono diversi e attirano l’attenzione. Un altro aspetto interessante riguarda il cibo. Nonostante siano un popolo in sovrappeso, sono fortemente attratti dai cibi low fat e biologici, anche se in realtà non osservano una dieta sana e nei loro pasti i condimenti sono sempre eccessivi. Un’altra caratteristica del mercato statunitense è che di un unico prodotto esistono sempre molte varietà (per esempio, una tazza di caffé può avere infiniti aromi e gusti: alla vaniglia, al caramello, con cioccolata ecc.). La varietà è per l’appunto una caratteristica chiave per il consumatore “made in USA”. La possibilità di scegliere fra più varianti dello stesso prodotto appare essere una caratteristica essenziale per il consumatore americano. Lo stesso vale per i prodotti italiani. Il “made in Italy” è apprezzato per il suo contenuto valoriale e quando è in grado di garantire varietà e convenienza può contare su ulteriori punti di forza. Per il consumatore americano il “made in Italy” è anche una sua passione, e il successo della IACC di Miami ne è una prova tangibile